“Anticlea è mia sposa” la nuova raccolta di poesie di Leone D’Ambrosio che sarà presentata nell’ambito della rassegna culturale “Libri da scoprire” in Piazza del Popolo dal 25 al 27 maggio a Latina.
Il libro edito dalla casa editrice Bel-Ami di Roma, nella collana “Le nuvole”, ha la prefazione di Andrea Gareffi, titolare della cattedra di Letteratura Italiana all’Università di Roma Tor Vergata, una nota critica di Luciano Luisi e in copertina un particolare dell’opera “Nudo femminile” dell’artista Normanno Soscia.
“In quale misura potrò dire/che siamo un’unica cosa,/ la quantità di te che ho dentro di me /del dolore tuo impiantato nel mio.”
“La memoria patisce il divieto di Ade, non può far ritornare chi è scomparso, – scrive Andrea Gareffi nell’introduzione al libro -può trarne ombre in forma di parole, voci senz’alito. Il viaggio tra la vita e la morte inanella corrispondenze, il microcosmo si specchia nel macrocosmo; l’universo, fatto indifferente alle differenze, si popola di identità partecipate.‘Oltre il primo mattino di tutto’, risplende ancora la brace delle origini nel freddo di quegli occhi, “per anni mi portai/ il freddo dei tuoi occhi,/ tu eri un soffio d’universo/ che riempiva ogni alba.”
Leone D’Ambrosio è un ben noto poeta italiano. I suoi testi sono stati accolti con favore sin dagli esordi da scrittori e poeti come Libero de Libero e Natalia Ginzburg, e poi da Maria Luisa Spaziani, Michele Prisco, Elio Pecora, Rosetta Loy, Paolo Ruffilli, Alberto Bevilacqua, Giuseppe Bonaviri, Stanislao Nievo, Elio Filippo Accrocca, Giorgio Bàrberi Squarotti, tanto per citarne qualcuno. Dieci i libri pubblicati finora. Alcuni sono stati tradotti in francese, spagnolo, tedesco, portoghese, polacco, inglese, in russo dal traduttore di Montale, Evgenij Solonovitch. I due libri usciti in Francia hanno avuto tra l’altro i giudizi positivi di Yves Bonnefoy e Philippe Jaccottet. Ha vinto numerosi premi fra i quali, il Circe- Sabaudia, il Laurentum, il S. Penna, il Sìlarus, il Rhegium Julii, è stato finalista al Val di Comino e selezionato nella cinquina del Frascati. È stato premiato oltre che in Francia anche in Venezuela e inserito nell’antologia della letteratura italiana e in quella francese di Daniel Leuwers edita da Gallimard.
“Le poesie di Leone D’Ambrosio riecheggiano le loro sorelle che dimorano nelle case di Ade. Parlano la loro stessa lingua oracolare, astratta stoica semiviva. La lingua di chi parla ‘con voce muta/ la lingua dell’acqua/ che nessuno sa’, e la lingua del fulmine da insegnare al mare: dai contrari si spiccano voli, ‘insegnerò al mare la lingua del fulmine/ per avvicinarmi al tuo volo taciturno’, acqua e fuoco “acqua pruinosa” e “fuoco edace”, che parlerebbero nello spazio, se lo spazio parlasse una lingua. L’io e il tu si incontrano nel silenzio preliminare.”
“La tua anima ho sentito cantare,/io non torno per festeggiare/l’anniversario del tuo sposalizio/senza danze né baccanti plaudenti.”
“Questa raccolta esprime pienamente la maturità espressiva, Leone D’Ambrosio trova nella poesia d’amore – la più temibile perché più soggetta a cadere nel sentimentalismo e nella retorica – il tema che gli è più congeniale – scrive Luciano Luisi nella sua nota critica- Ma è un amore che trascende il tempo, che nasce da epoche lontane, alle quali il presente, alla ricerca della propria verità, si volta. La vicenda amorosa, sempre in bilico fra realtà e sogno, ha luoghi che regalano a questa poesia la luminosità del mare, la profumata natura. La natura dominante dunque, a specchio dei sentimenti, delle passioni, in un canzoniere d’amore che si apre, con felici ardite accensioni della fantasia, alle suggestioni del mito.”
(Andrea Gareffi)