Miltos Manetas alla Biennale di Venezia

Appuntamento

III Internet Pavilion
by Miltos Manetas
curated by Francesco Urbano Ragazzi
opening: 29 Maggio, h 18:00
Venue: (Venezia)
Oratorio di San Ludovico, Dorsoduro 2552

waterbus stop San Basilio (linee 2, 6.1, 6.2)

opening time:
May 30- September 15
h 10:00 -18:00 closed on Monday (except June 3)


In occasione della 55a Biennale Internazionale d’Arti Visive di Venezia, Associazione E, AmC Collezione Coppola e Nuova Icona sono lieti di presentare The Unconnected – III Padiglione Internet: un progetto di Miltos Manetas a cura di Francesco Urbano Ragazzi. Dopo aver navigato assieme a ThePirateBay.org nel 2009 e aver conquistato l’isola di S. Servolo in una sera del 2011, per la sua terza edizione il Padiglione Internet trova sede nell’antico Oratorio di San Ludovico, un a chiesa ancora consacrata del XVI secolo.

Sulle nude pareti della piccola cappella, Miltos Manetas interviene realizzando un ciclo di oli su tela ispirato alla pittura devozionale del Rinascimento veneziano. Tuttavia, se Vittore Carpaccio – ad esempio – glorificava nella Scuola di San Giorgio le gesta del santo cavaliere che uccise il drago, l’artista greco sceglie tutt’altro genere di patroni per la sua chiesa. Santi protettori del Padiglione Internet sono infatti gli Unconnected: quelle persone cioè che vivono ancora senza alcun account email o di social network, miracolosamente immuni dalla dipendenza dalla rete.

In un’epoca come la nostra, in cui il confine tra reale e virtuale è crollato, i disconnessi digitali sembrano proprio dei monaci o dei santoni che – volontariamente o meno – si distaccano dal mondo attraverso una pratica ascetica, liberandosi dal flusso caotico di immagini e informazioni. Ad illustrare loro com’è la vita ai tempi degli smartphones, tra vizi 2.0 e paradisi multimediali, ecco i dipinti “formato Tintoretto” di Miltos Manetas, i quali ritraggono i comportamenti e le posture di chi entra in contatto col web. Sguardi di meraviglia fissi sui piccoli schermi dei cellulari o espressioni pensose riprese dalle webcam dei PC animano tele di diverse dimensioni che, allestite in un luogo sacro, ricordano dei polittici o delle pale d’altare tanto quanto delle finestre aperte sul desktop di un computer.

Sapere chi sono veramente gli Unconnected non è facile. Proprio per questo la potenza della rete è stata messa alla prova. Una campagna di reclutamento è stata lanciata su Facebook nei due mesi precedenti all’apertura della Biennale. Agli utenti del social network è stato chiesto se conoscessero persone non connesse e di segnalare i loro nomi e cognomi allo staff del Padiglione Internet.

In poco tempo si è formato un rosario di identità dai profili più disparati: dai genitori di blogger molto noti a celeberrimi cantanti e showmen. Tra gli Unconnected ci sono ad esempio Luigi Ontani ed Enzo Cucchi, due tra gli artisti italiani più conosciuti nel mondo, oppure Donald Knuth, informatico e professore emerito alla Stanford University che a un certo punto della vita ha scelto di rinnegare internet.

La lista è ovviamente ancora incompleta. Per evocare all’interno del padiglione lo spirito degli Unconnected, alcune presenze agiranno nello spazio espositivo nel giorno dell’opening e nei mesi a venire. In particolare l’esperta di danza bharatanatyam Marianna Biadene e l’ingegnere informatico specializzato in interfacce neuronali Pasquale Fedele. L’incontro di frontiera tra danza contemporanea, rito e brain control, sotto il segno della pittura, darà vita ad un momento lirico, unico e irripetibile, che allontanerà lo spettatore dalla bulimia espositiva tipica della Biennale per consegnarlo a una dimensione contemplativa di pace interiore.

I multiformi risultati del III Padiglione Internet sono raccolti nel catalogo della mostra. La pubblicazione è un numero speciale di Solo, la rivista monografica prodotta da AcM Collezione Coppola: un elemento prezioso per decifrare la storia e i simboli di questo Padiglione Internet 2013.

La ricerca degli e sugli Unconnected continuerà poi in diverse forme on e offine grazie alla collaborazione con Nero Magazine.

On the occasion of the 55th International Biennale of Visual Arts in Venice, Associazione E, AmC Collezione Coppola and Nuova Icona are happy to present The Unconnected – III Internet Pavilion, a project by Miltos Manetas curated by Francesco Urbano Ragazzi.

After having sailed together with ThePirateBay.com in 2009 and having conquered the island of S. Servolo in one evening of 2011, for its third edition The Internet Pavilion is based in the old Oratory of San Ludovico, a holy church from the XVI Century.

On the bare walls of the little Chapel, Miltos Manetas (Athens) realizes a cycle of oil paintings inspired by the devotional paint work of the Venetian Renaissance. However, if Vittore Carpaccio – for example – in the Scuola di San Giorgio has glorified the gestures of St. George who killed the dragon, the Greek artist chooses a totally different kind of holy protectors for his Church. Patron saints of the Internet Pavilion are in fact the Unconnected: those people who indeed still live without an email or social network account, miraculously immune from internet dependency.

In an age like ours, where the border between real and virtual has collapsed, the digital Unconnected seem like real monks or holy men who – voluntarily or not – are detached from the world through an ascetic practice, being free from the chaotic flow of images and information. To show them how life works in the era of smart phones, between 2.0 vices and multimedia paradises, here are the paintings “Tintoretto style” by Miltos Manetas, which portray the behaviors and the postures of whoever comes in contact with the web. Astonished looks, fixed on small mobile phone screens, or the expression of thinkers filmed by the laptops webcams, animate paintings of various sizes which, set up in a sacred space, recall both the polyptychs or the altar pieces as much as the opened tabs on a computer desktop.

To know who the Unconnected really are is not easy. For this reason the power of the network has been challenged. A recruiting campaign has been launched on Facebook during the 2 months preceding the opening of the Biennale. The social network users have been asked whether they knew people who weren’t online and requested to advise the Internet Pavilion staff about their first names and surnames.

Quickly a series of identities from various profiles was formed: from the parents of very popular bloggers to famous singers and showmen. Amongst the Unconnected there are, for example, Luigi Ontani and Enzo Cucchi, two of the most well known Italian artists, or Donald Knuth, computer technician and emeritus professor of the Stanford University, who at a certain stage of his life decided to repudiate internet.

The list is clearly still incomplete. In order to evoke the spirit of the Unconnected inside the pavilion, some participants will act in the exhibition space on the opening day and in the following months. Particularly the bharatanatyam dance expert Marianna Biadene and the computer engineer Pasquale Fedele, who specializes in neuron interfaces. The borderline meeting between contemporary dance, ritual and brain control, under the sign of painting, will give life to a lyrical moment, unique and one-off, which will distance the audience from the expository bulimia typical of the Biennale to be transported to a contemplative dimension of inner peace.

The multiform results of the III Internet Pavilion are collected in the exibhition’s catalogue. The publishing is a special edition of Solo, the monographic magazine edited by AcM Collezione Coppola: a precious element to decode the history and the symbols of this Internet Pavilion 2013.

The research of and about the Unconnected will then continue in unpredictable ways thanks to the collaboration with Nero Magazine.

http://padiglioneinternet.com

http://e-ven.net/it/

2 pensieri su “Miltos Manetas alla Biennale di Venezia

  1. Non si dice piu’ vaporetto!!! Se perdiamo anche la nostra lingua, cosa ci rimane?
    La rete e’ uno straordinario mezzo di comunicazione non una dipendenza.

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