Nicola Romano, “Gobba a levante”

Letture

Nicola Romano, Gobba a levante, Pungitopo, Marina di Patti, 2011

Recensione di Paolo Ruffilli
.
La capacità immaginativa è il motore della poesia recente di Nicola Romano e, in particolare, di questo suo ultimo “Gobba a levante”: un’energia intellettuale, continuamente in movimento e tale da trasfigurare da immagine a immagine, in un vorticoso bestiario di esempi quotidiani e personali, di memorie e di ricordi (le presenze vive in giro per le poesie ne sono al massimo grado l’esempio potente), in ogni caso decisivi nel disegnare un insieme dentro al quale passo dopo passo si evidenzia la riconoscibilità generale, senza per altro mai assurgere a nessun tipo di presunzione filosofica e restando anzi al contrario con i piedi ben piantati per terra dentro il nostro ordinario mondo quotidiano, eppure nella consapevolezza frantumata di tutto quello che ci trascende.


Il fatto è che questa poesia nasce da un nucleo primigenio sostanzialmente incontaminato: quell’amore per le “poche e rare parole / a volte una soltanto” che impone toni, livelli e timbri della più limpida vocazione. Una vocazione che non esclude affatto il ricalco letterario della tradizione popolare e di quella colta. C’è – dei poeti cantastorie – il contrasto di luci e di ombre fonde, di gentilezza e di realismo forte e, dei modelli più alti, il frutto di una cultura che consente il criterio mediato, adottato per ottenere certi esiti di messa in evidenza. In area di piena contemporaneità, comunque, e nel segno di una autonomia originale.
Ci si muove dentro la mitologia del quotidiano e nel suo paesaggio privilegiato, quello urbano con i suoi esterni, confinanti con il paesaggio naturale, sempre ai limiti di una follia che assedia gli uomini e i loro così detti civili agglomerati. Si tratta, è evidente, di una mitologia polemica nel segno delle felici sorti progressive di leopardiana memoria a partire da quella spontanea vena speculativa dell’autore iscritta in una quotidianità che si serve di tutto e di tutti, che sa recuperare e spremere a suo vantaggio qualsiasi prassi e fantasia per segnalare – appunto attraverso la poesia – la nevrotica rischiosa separazione dalla natura e dal suo nucleo vitale.

NICOLA ROMANO risiede a Palermo, dove è nato nel 1946. Giornalista pubblicista, collabora a quotidiani e periodici con articoli d’interesse sociale e culturale. Con opere edite ed inedite é risultato vincitore di diversi concorsi nazionali di poesia, tra cui il “Rhegium Julii”, il “Città di Como”, il “Giorgio La Pira”, “Sìlarus”, “Poesia in Aspromonte”, “Anteka”, “Emilio Greco”. Alcuni suoi testi hanno trovato traduzione su riviste spagnole, irlandesi e romene. Nel 1997 ha partecipato, su invito, ad incontri di poesia in Irlanda insieme all’attrice Mariella Lo Giudice ed ai poeti Maria Attanasio e Carmelo Zaffora, con lettura di testi a Dublino, Belfast, Letterkenny e Londonderry. Nel 1984 l’Unicef ha adottato un suo testo come poesia ufficiale per una manifestazione sull’infanzia nel mondo svoltasi a Limone Piemonte. Tra le sue ricerche, particolare attenzione ha prestato ai poeti Vittorio Bodini, Raffaele Carrieri, Leonardo Sinisgalli, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto ed allo scrittore Antonio Russello. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: I faraglioni della mente (Ed. Vittorietti, 1983); Amori con la luna (Ed. La bottega di Hefesto, 1985) con prefazione di Bent Parodi; Tonfi (Ed. Il Vertice, 1986); Visibilità discreta (Ed. del Leone, 1989) con prefazione di Lucio Zinna; Estremo niente (Ed. Il Messaggio, 1992) con una nota di Melo Freni; Fescennino per Palermo (Ed. Ila Palma, 1993); Questioni d’anima (Ed. Bastogi, 1995) con prefazione di Aldo Gerbino; Elogio de los labios (Ed. C.Vitale, Barcelona, 1995); Malva e Linosa, haiku, (Ed. La Centona, 1996) con prefazione di Dante Maffìa; Bagagli smarriti (Ed. Scettro del Re, 2000) con prefazione di Fabio Scotto; Tocchi e rintocchi (Ed. Quaderni di Arenaria, 2003) con prefazione di Sebastiano Saglimbeni; Gobba a levante (Ed. Pungitopo, 2011) con prefazione di Paolo Ruffilli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *