Letture
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Nota di Claudia Leonardi
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“Quando l’imperatore era un dio” di Julie Otsuka racconta una pagina poco nota della storia americana: la deportazione, a pochi mesi dall’attacco di Pearl Harbor e dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, dei cittadini americani di origine giapponese nei campi di lavoro nel deserto dello Utah. Quando per le vie della tranquilla cittadina californiana di Berkeley compare un avviso che invita tutti i cittadini giapponesi a radunarsi in punti di ritrovo prestabiliti, una madre e i suoi due bambini (di cui non sapremo mai il nome per scelta stilistica dell’autrice) si vedono costretti a lasciare la loro bella casa dipinta di bianco e a mettersi in viaggio verso l’ignoto. Un viaggio lungo e faticoso che li porterà nel deserto dello Utah dove il tempo non passa mai e la sabbia ferisce i polpacci. Tre lunghi anni di inspiegato isolamento che segneranno in maniera indelebile la vita della famiglia. Neanche il tanto atteso ritorno a casa, alla “normalità” improvvisamente venuta meno un giorno di primavera di tre anni prima, e l’incontro con l’amato padre arrestato all’indomani dei fatti di Pearl Harbor, rappresenterà un sollievo. Nulla è più come prima. La loro casa è stata violata, i loro ricordi trafugati, le loro identità celate. Gli amici di un tempo abbassano lo sguardo al loro passaggio, i vicini spiano da dietro le tende di casa. Un’umiliazione affrontata con coraggio e tenacia per combattere la diffidenza dell’America degli anni Quaranta. Julia Otsuka sceglie uno stile sobrio e discreto (molto giapponese) per raccontare questo pezzo di storia poco conosciuto ma non per questo meno drammatico. Ogni capitolo viene narrato da un componente della famiglia diverso di cui si conosce, in questo modo, il punto di vista. Le preoccupazioni di una madre, l’inconsapevolezza di un bambino, il senso di protezione della sorella maggiore. Meraviglioso a mio avviso il capitolo finale in cui si esprime il padre. Un libro davvero bello, drammatico ma delicato allo stesso tempo.
Quando l’imperatore era un dio” di Julie Otsuka – Bollati Boringhieri, 2013, (euro 13,00)
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Julie Otsuka è nata in California. Si è laureata alla Yale University e ha conseguito un Master of Fine Arts alla Columbia University, è anche pittrice. Oggi vive e lavora tra New York e San Francisco. Il suo “Venivamo tutte per mare” (2012) ha riscosso grande successo di critica e pubblico, con quattro edizioni e diverse settimane di permanenza in classifica. Negli Stati Uniti è stata premiata con il PEN/ Faulkner Award ed è stato finalista al National Book Awards 2011.