E’ in libreria l’Oscar Mondadori di Valentino Zeichen “Poesie 1963-2014”, con l’introduzione di Giulio Ferroni.
A quarant’anni dal primo volume pubblicato, Area di rigore (1974), Valentino Zeichen raccoglie in un unico volume Tutte le poesie, fino all’ultimo libro pubblicato da Mondadori Casa di rieducazione (2011), e ad alcuni significativi inediti.
Figura di primissimo piano della sua generazione, Zeichen fa coesistere il suo vivacissimo estro, di una intelligenza capace di indimenticabili invenzioni con il disincanto di un’amarezza lucidamente controllata.
La sua è una poesia vistosamente antilirica, che privilegia il movimento narrativo, l’andamento prosastico, l’approccio saggistico, il gioco che spesso raggiunge risultati esilaranti. Tutto questo anche nell’affrontare grandi temi storici come la Seconda guerra mondiale, o il tema amoroso, o il legame indissolubile con una grande capitale, Roma, sua città d’adozione. Tra esercizio caustico della ragione e frequente sconfinare nell’assurdo, tra nobile gestualità ironica o autoironica e sottostante malinconia, Valentino Zeichen è venuto componendo un’opera spregiudicata e solitaria, mirabilmente solida e concreta, pur nel funambolismo del suo tratto svagato e nella grazia noncurante e lieve del porsi.
Da NEOMARZIALE, di Valentino Zeichen, Mondadori 2006
Dalla sezione POETICA
LA MANICURE DELLA POESIA
Prega nel tempio di Vesta
per sentirsi più vispa.
Intinge la penna nel mestruo
e scrive assecondando l’estro.
La manicure ittita
sillaba sulle dita
e per i tagli, sicura
si affida alla scure.
Col calcolo della mania
arrotonda la poesia,
ricorre pure alla lima
per aggiustare la rima;
nel dubbio consulterebbe
un ex tagliatore di teste
della Nuova Guinea
con cattedra a Papua.
Per quanto è lesta
nell’arte del canto
ne mena gran vanto.
Alla manicure del verso
è spuntato un nuovo dito
l’endecasillabo edipico.
Virginale, incede
con ermetico piede
a passo di metrica
del canone ortopedico,
con l’arto scalzo
il verso greve scalcia.
POETI IN PERICOLO
Sui veloci treni francesi
s’abbina il dolcificante
alle effigi dei poeti;
Villon, Rimbaud, Breton
affrancano letterine:
buste di zucchero.
E se la dolce energia
avesse per fine la terapia
della tetra malinconia?
Scopo di una chimica euforia
mirante a scombinare
l’amara essenza della poesia.
LA POETICA
Nel tagliarmi le unghie dei piedi
il pensiero corre per analogia
alla forma della poesia;
questa pratica mi evoca
la fine perizia tecnica
di scorciare i versi cadenti;
limare le punte acuminate,
arrotondare gli angoli sonori
agli aggettivi stridenti.
E’ bene tenere le unghie corte
lo stesso vale anche per i versi;
la poesia ne guadagna in igiene
e il poeta trova una nuova Calliope
a cui ispirarsi: la musa podologa.
VENA POETICA
Stimando la mia vena
alquanto “occasionale”,
taluni mi consigliano:
“Perché non indici un’asta
e asservi i tuoi fregi verbali
alla gloria d’un mecenate?”
Una potente dinastia a cui
sono legato da amicizia
tiene in bilico il mio estro
con divertito cinismo.
La loro propensione a
tenersi defilati invece
che offrirsi alla celebrità,
fa di me un disoccupato.
AL CUCCIOLO
Scoppierà la guerra
e noi ci arruleremo
nei soldatini di piombo
sotto l’arco di trionfo;
sfileremo alla berlina
dietro l’ampia vetrina
d’una antica cartoleria.
Amore, pazienta che
metta a letto la poesia.
[…]
–
Valentino Zeichen, nato a Fiume, vive a Roma. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Area di rigore (1974), Ricreazione (1979), Pagine di gloria (1983), Museo interiore (1987), Gibilterra (1991), Metafisica tascabile (1997), Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio (2000), Poesie (1963-2003). Ha scritto inoltre il romanzo Tana per tutti (1983), la commedia Apocalisse nell’arte (2000), una serie di radiodrammi con il titolo Matrigna e Aforismi d’autunno (2010).