Dalla prefazione di Vincenzo Mascolo
“Il poeta, ci ha insegnato Fernando Pessoa, nasconde, svela, trasforma, vela di nuovo, in un intreccio di verità e finzione nel quale, poco a poco, finisce per smarrirsi completamente. L’essenza di Linguanìa è in questa trama poetica di finzione e verità nella quale anche Fausto Nicolini pare smarrirsi, fino a non distinguere più il confine tra l’amore e il pensiero dell’assenza. Finge così il dolore che sente veramente, come direbbe Pessoa, e tenta di scioglierlo in un discorso amoroso che lo attraversa da parte a parte.
[…] La poesia diventa allora per Nicolini sostanza dell’amore: solo la parola, suggeriscono i suoi versi, può ricomporre i frammenti di un amore disgregato dal tempo e dal silenzio, può trasformarlo di nuovo in materia, farlo ritornare reale.”
Da, “Linguanìa”, di Fausto Nicolini, Edizioni La Vita Felice, 2013 (10,00 euro)
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Vorrei vivere ancora un giorno
per rincorrere il tuo sorriso
e un altro ancora per danzare
al suono scrosciante del tuo riso
E vorrei morire più di una volta
per scoprire il lavoro di un oblio
nasconderlo nell’incavo del palmo
per sottrarlo all’incompetenza
anonima dell’orecchio inadeguato
di un sospiro fuori sincrono. Infine
vorrei tornare a nascere per recuperare
il senso di te perso alla vigilia della vita
il senso di te bruciato tra le dita o il senso
di me agganciato a un intrepido lamé.
***
Per te ho rubato una poesia
nascondendola nella mia
solitudine. L’ho riscritta
con l’inchiostro fugace del silenzio
a margine del vizio
per non turbare
il sonno evanescente dei poeti
***
Passeggiando di notte
sul taglio dei tuoi occhi
non penso più al domani
di cui osservo già l’affanno
sul fresco sguardo di mio figlio
Da tempo ho dismesso
l’abito del vorrei essere
ma conservo ancora le scarpe
che trattengono il passo
***
… e dopo, nel magma, s’incontra il Senza
nei labirinti privi di sorrisi
dove il distillato dell’uomo
s’imbatte nei ricorsi d’una storia
scolpita tra i bastioni della mente.
Sopravvive la memoria che scorre
limpida
nel letto del fiume delle parole
scritte che non possono più fermarsi
«come fosse la lingua che parlasse»
crocefissa al legno dell’incoscienza
Fausto Nicolini, napoletano del 1965, vive a Roma. Per undici anni è stato assistente dello scrittore e regista Giuseppe Patroni Griffi lavorando con i più famosi attori della scena italiana, collaborando, al contempo, con importanti testate giornalistiche. Dal 1998 lavora al Corriere della Sera. Ha pubblicato: “Quelle che smuovono…” (Campanotto, 2007); “Bischizzi” (LietoColle, 2009); “Lo scrittore” (2008) e “Vito Maior” (2010) per i preziosi tipi della Pulcinoelefante; “Quando eravamo…” (Onyx, 2011); “Note d’amore” (ma senza cuore) (LietoColle, 2011); “Linguanìa” (La Vita Felice, 2013).