Nicola D’Ugo è nato a Firenze nel 1966. Ha studiato recitazione e letteratura mondiale allo Union County College di Cranford, New Jersey, è laureato con lode in Lingue e letterature straniere moderne ed è dottore di ricerca in Letterature di lingua inglese all’Università la Sapienza di Roma. Ha fondato e cura il blog Sulla letteratura (On literature), scrive per Notizie in… Controluce e il blog Poesia, di Luigia Sorrentino sul sito di Rai News 24. È stato tra i redattori fondatori di Praz!, redattore di Notizie in… Controluce e membro del «gruppo di frascati», di ricerca in robotica dell’Enea. I suoi scritti sono usciti su Avvenimenti, Englishes, MondoDonna, Amnesia Vivace, Samurai, Rai News, Mondadori.com e Poets Against the War. Ha pubblicato sei racconti, più di 100 poesie e di 150 articoli sulle letterature, le culture e le politiche estere, a parte un cospicuo numero di saggi accademici. Ha tradotto poesie e racconti di Vicente Huidobro, T. S. Eliot, W. H. Auden, Dylan Thomas, Anne Sexton, Frank O’Hara, Iosif Brodskij, Vijay Seshadri, Tess Gallagher, Amy Bloom, Caroline Leavitt e altri. Del 1998 è la silloge Poesie. Trascorre la vita tra Lerici e Cosenza. Il suo ultimo libro di narrativa è Memorie sfaldate annue (2014), l’ultimo di poesia è Notizie dalla Bosnia (2014).
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Quand’ero giovane e premio dell’estate,
di cose scomponentisi in posture,
sognavo di salire sulle alture
piane, e, pianamente, sicure. Io
sognavo nell’afflato di distanze
questa giovinezza di presenze
semplice e sicura. Non semplice
a me stesso m’immaginavo l’altura
che si guarda dal basso, immaginavo
i colori compositi di prismi
che si frangono, immaginavo
l’esotico del canone incompreso,
l’altro che si scosta al palmo, all’occhio.
Poi tutto fu uguale al semplice se stesso,
passata la New York dal verbo facile,
entrato nell’Europa dei cassetti
semplici e vivaci. Non v’è mondo ancora
diverso dal mondo che mi delude,
eccetto la fantasia che si preclude
il Terzo Mondo per tema di iattanza.
Non là pace io trovo, né troverei,
ma nel fantastico reinventare Toscane
a cui d’altr’era pur io mi cederei.
***
Ora che è notte, che la parola
avrebbe un’eco spenta nei muri;
ora che è notte, che la lordura
umana accetta i suoi cassetti; ora,
di notte, quando la voce tace,
o bisbigliando come la brace
tosto si dispegne. Ora è notte,
ora che a sopraggiungermi non giungi,
ora che la memoria sa che lungi
sei come non sei mai stata, folle,
pazza, lontana, savia o madre: ora
sai che sei ciò che ti appartieni, sai
che della speme non so le direttive,
punto focale tu disperso come
neve, taci, non dici, taci. Stai
dove la memoria ancora ti
contiene. Stai, in una mia fantasia
che ha ormai il cappio dell’immaginazione.
Stai, tu, dissimile a te stessa, altrove,
ove non t’ode la mia voce…
***
Stai, ove non t’ode la mia mente;
stai, muta, come se da sempre la
mutevolezza fosse questa tua
posa arcana, in lontananza, arcana,
tua, prossima a te, da te ispirata
come in me passata a farsi muta
d’ora in ora, d’ora in ora e poi…
Completamente ti sei da te sola
involontariamente dimenticata.
***
Qualcuno mi dice che verrete a trovarmi.
Qualcuno me lo dice per ore.
Per ore verrete a trovarmi, a dirmi cose
che mi hanno sorpassato. Poi ve ne andrete
per le vostre strade che non sono le mie,
e mill’altre cose vi direte apertamente
nel sole che si vela di pioggia e d’acquazzoni.
È qualcuno che me lo dice pacato,
che ritiene nelle sacche delle guance
il residuo etereo di un’emozione.
Io conosco quel qualcuno. La pioggia
vela il sole oltre la finestra:
l’acquazzone è pronto. Qualcuno: qualcuno.
***
Poi io prenderò le vostre mani
e vi sorriderò con gli occhi. Vi
benedirò senza parola. Vi saluterò.
Voi ve ne andrete e saprete.
Anch’io saprò che voi sapete.
Mi basterà; verrà la luna, scenderanno
stelle, sbocceranno petali. Non so se
ci rivedremo. Neanche voi lo saprete.
Ma starete bene, pensandomi e ignorandomi.
Starete bene, credetemi.
Nota dell’autore
Il titolo della raccolta deriva dal fatto che queste poesie sono state scritte a
Nizza, in due successive sedute, l’11 e il 12 marzo 1994. Sono qui proposte
nell’ordine originario. «Stai, ove non t’ode la mia mente» è stata pubblicata la
prima volta nell’antologia della Mondadori 100 poesie d’amore (Milano,1995); «I pastori verranno, senza gregge» su Notizie in… Controluce nel settembre 1999.
Ringrazio gli editori per l’ospitalità concessami.