Al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – (fino al 12 giugno 2011) il nuovo allestimento della sala Enel, con opere degli artisti internazionali Arcangelo Sassolino, Ernesto Neto e Dan Perjovschi. Presentandosi come ideale contenitore di molteplici e differenti linguaggi, con questi tre artisti il MACRO offre al proprio pubblico una esperienza che coinvolge tutti i sensi, che stimola una presa di coscienza del proprio ruolo nello spazio e una piena appropriazione delle opere.
Ernesto Neto, While Nothing Happens, 2008-2011
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Il primo intervento presente nella sala Enel è Piccolo animismo, un’opera creata appositamente per il MACRO dall’artista Arcangelo Sassolino. Il lavoro dà voce e suono alla sala, alle sue tensioni postindustriali e ingegneristiche, nutrendosi allo stesso tempo dello spazio in cui è collocato.
Piccolo animismo è un grande contenitore realizzato con lastre di acciaio inox saldate tra di loro; attraverso un processo ciclico di immissione e sottrazione di aria in pressione, il volume subisce trasformazioni sorprendenti e destabilizzanti raggiungendo il limite della tensione e tuonando inaspettatamente. Modificando la fisicità stessa dell’opera, Sassolino crea una scultura “generatrice di forme” forzandone il più possibile la materia. Lo spettatore, coinvolto nell’attesa dell’azione, vive il manifestarsi di queste tensioni e di questi conflitti mettendo in gioco la propria emotività e partecipando al dolore e al cambiamento che interessano Piccolo animismo.
“Con la manipolazione di certa tecnologia industriale, del suo brutale realismo funzionale ed estetico – afferma l’artista – cerco di dare concretezza a una sensazione di energica terminalità. Tento di propagare un impatto psicofisico vulnerabile”. “Attraverso la scultura faccio fruire un fenomeno a cui la coscienza e la ragione reagiscono quando esso è in atto o addirittura è già passato. Se si vuole riviverlo bisogna aspettare un’altra azione. Nel frattempo c’è solo un rimando di memoria e un’estetica in attesa.”
Il respiro profondo e profondamente sincopato di questa grande installazione, in cui si ritrovano il sorprendente straniamento e la straordinaria tensione di due precedenti lavori – Afasia (esposto al Palais de Tokyo nel 2008) e Time Tomb (realizzato per Z33 House for Contemporary Art di Hasselt in Belgio) – agisce sull’idea di volume e di proporzione, trovando un nuovo senso e una nuova interiorità.
Da sempre interessato ai limiti della forma, della materia e del movimento, Sassolino carica il suo lavoro di una tensione fisica che scuote l’opera dall’interno: “Ogni volta che sono su un aereo mi chiedo a quanta sollecitazione può resistere un’ala sapendo che per stress meccanico qualsiasi materiale prima o dopo è destinato a collassare”. Quindi “perché non forzare questa possibilità della materia contro la materia – aria e acciaio; pressione su metallo; tonnellate sulle saldature – perché non forzare verso il limite le caratteristiche della materia facendone uscire l’imprevisto come forma e come suono? Spesso compaiono conseguenze sonore prodotte per attrito, impatto o cedimento dei materiali. A volte anche stolide masse che non diresti, si rivelano cantanti”.
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Il nuovo allestimento continua con While Nothing Happens, realizzata dall’artista brasiliano Ernesto Neto nel 2008 per il MACRO, in occasione di una mostra personale a cura di Dobrila Denegri e grazie al supporto dell’Associazione MACRO Amici. Oggi l’opera viene ripensata a partire dall’incanto visivo e dalle sue suggestioni olfattive, come un luogo plastico dell’artista che, in dialogo con le proporzioni della sala, offre al visitatore uno spazio raccolto e meditativo in cui raccogliersi. While Nothing Happens, è un’installazione in lycra, fluttuante e profumata, sospesa da terra, che continene cinque colorate spezie macinate: pepe nero, cumino, chiodi di garofano, zenzero e curcuma. Mescolando materia e spazio, colori ed odori, l’artista brasiliano, realizza un’opera che coinvolge tutti i sensi dello spettatore, abbattendo le distanze tra arte e vita, creando “un’arte che unisce, che ci aiuta a interagire con gli altri, che ci mostra il limite, inteso non come un muro ma come un luogo di sensazioni, di scambio e di continuità”.
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Inaugurato in corso d’opera lo scorso 11 febbraio, a questi lavori si affianca The crisis is (not) over. Drawings and Dioramas: il gigantesco affresco contemporaneo dell’artista rumeno Dan Perjovschi, celebre per i suoi recenti interventi nei maggiori musei del mondo, dal MoMA di New York alla Tate Modern di Londra e il primo a lavorare direttamente sulla pelle del nuovo MACRO. Un’installazione diffusa e coinvolgente, pensata appositamente per e nello spazio museale, animata da epigrammi e disegni paradossali, da percorrere con gli occhi, che fa riflettere sulle infinite contraddizioni dell’oggi attraverso la libertà del segno e della parola. The crisis is (not) over. Drawings and Dioramas, a cura di Teresa Macrì, si presenta al pubblico come un ironico e puntuale racconto per immagini sul mondo contemporaneo.
Con questi tre interventi, MACRO si presenta ancora una volta come laboratorio internazionale di idee ed immagini della contemporaneità, che oggi, in questa straordinaria architettura, hanno nuovi spazi, nuovi stimoli, e una naturale vocazione alla monumentalità.
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Arcangelo Sassolino è nato a Vicenza nel 1967, dove attualmente vive e lavora. Dopo gli studi presso la School of Visual Art (SVA) di New York e una permanenza di sei anni negli Stati Uniti, nel 2001 ha tenuto la sua prima personale alla Galleria Grossetti di Milano. Sassolino ha preso parte a importanti esposizioni collettive presso istuituzioni artistiche di rilevanza internazionale; tra le italiane si segnalano la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2001), il Mart – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dove nel 2005 ha partecipato alla mostra “Per esempio. Arte Contemporanea Italiana dalla Collezione Uni Credit”, il C4 – Centro Cultura Contemporanea Caldogno (2006), la Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2009) e più di recente la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano dove ha preso parte a “La scultura italiana del XXI secolo” (2010). All’estero i suoi lavori sono stati esposti allo ZKM – Zentrum fur Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2006), al FRAC di Rheims (2007), alla Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst di Zurigo (2008), all’Essl Museum di Vienna (2009) e al Museum Tinguely di Basilea (2010). Tra le mostre personali più recenti si segnalano “Afasia” al Palais de Tokyo di Parigi (2008) e “Time-Tomb” presso il Z33 Museum di Hasselt (2010), mentre è del 2007 la partecipazione a “Ginnungagap/Pavilion of Belief” nell’ambito della 52° Biennale di Venezia.
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Ernesto Neto è nato nel 1964 a Rio de Janeiro, in Brasile, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro è stato esposto in alcuni tra i più importanti musei d’arte contemporanea internazionali e nell’ambito di grandi eventi espositivi quali la Biennale di São Paulo nel 1988, la Biennale di Kwangju nel 1995, la Biennale di Sydney nel 1998, la Biennale di Liverpool nel 2000 e nel 2002, la Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2003. Tra i più significativi progetti realizzati dall’artista nel corso degli ultimi anni vi sono mostre personali ospitate al MIMOCA Marugame Museum of Contemporary Art, in Giappone; al MOCA di Miami; alla Konsthall di Malmö; al Museum of Contemporary Art di Kanazawa; al MOCA di Los Angeles; alla Kunsthalle di Basilea; all’ICA di Londra; al MoMA di New York; all’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Olso. Nel 2006 ha partecipato con una grande installazione realizzata all’interno del Panthéon, alla 35a edizione del Festival d’Automne di Parigi. Ha esposto inoltre in molte importanti gallerie in tutto il mondo (Max Hetzler a Berlino; Tanya Bonakdar a New York; Fortes Vilaça a São Paulo; Yvon Lambert a Parigi) e ha preso parte a numerose mostre collettive realizzate nei più importanti musei internazionali, quali il Guggenheim di New York e di Bilbao, il P.S.1 e il MoMa di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Kiasma di Helsinki, il MORI Art Museum di Tokyo, il MAK di Vienna, il XXI Century Museum di Kanazawa, l’ ICA e il Barbican Centre di Londra, il Musée de beaux-arts di Nantes.
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Dan Perjovschi nasce a Sibiu (Romania) nel 1961. Vive e lavora a Bucharest. L’artista, formatosi presso il Conservatorio di Belle Arti George Enescu di Iasi, in Romania, ha tenuto mostre personali nei principali musei del mondo. Risalgono al 2006 le sue presenze alla Tate Modern di Londra, alla Kunstraum di Innsbruck, al Moderna Museet di Stoccolma e alla Kunsthalle di Budapest. L’anno seguente oltre alla personale “I Am not Exotic – I Am Exhausted” presso la Kunsthalle di Basilea, si segnala il suo intervento dal titolo “What Happened to Us?” al MoMA di New York. Nel 2008 è presente al Ludwig Forum für Internationale Kunst di Aachen in Germania, mentre nel 2009 è invitato dal Museum of Contemporary Art Kiasma di Helsinki, dal Vanabbesmuseum di Eindhoven in Olanda e dalla Salzburger Kunstverein di Salisburgo. Nel 2010 Perjovschi lavora al San Francisco Art Institute, al Royal Ontario Museum di Toronto e al Novi Sad Museum of Contemporary Art in Serbia. Tra le collettive si segnalano le partecipazioni alle Biennali di Istanbul, di Bucarest, di Siviglia nel 2006, alla Biennale di Venezia nel 2007, a quella di Mosca nel 2007 e nuovamente nel 2010, alla Biennale di Sydney nel 2008 e a quella di Lione nel 2010. La sua opera compare in importanti collettive in musei internazionali, tra cui nel 2007 “This Place Is My Place” alla Kunstverein di Amburgo e “Brave New Worlds” al Walker Art Center di Minneapolis; nel 2009 “The Making of Art” alla Schirn Kunsthalle di Francoforte e nel 2010 “Tre Promises of the Past” al Centre Georges Pompidou di Parigi. In Italia ha esposto nel 2008 a Palazzo Strozzi a Firenze in “Arte, Prezzo e Valore – Arte contemporanea e mercato”, presso il MART di Rovereto all’interno di “Eurasia” e al Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin a Udine nella rassegna “God & Goods”. Nel 2009 è al Castello di Rivoli nell’ambito della mostra “What Is to Be Done?”. Perjovschi ha vinto nel 2004 il George Maciunas Award.
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Il nuovo allestimento della Sala ENEL è un’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.