Monodia, addio a Mario Trevi

Qualche tempo fa ho avuto diversi incontri con Mario Trevi – uno dei primi e più autorevoli psicoanalisti junghiani italiani – scomparso, all’alba del 31 marzo nel 2011.  
Ero andata da lui perchè non riuscivo a rassegnarmi all’ineluttabile morte di una persona a me cara. 
Avemmo in tutto ventisei incontri. Ventisei dialoghi in cui parlammo con commozione e stupore di quel confine che ciascun essere umano raggiunge a un certo punto, quando è necessario lasciare la propria vita. Parlammo dell’importanza del rapporto tra l’uomo e la natura e “di quel dolore”  ineluttabile della morte.

Con Mario Trevi, nato nel 1924 ad Ancona, tornai a rileggere I dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. In quei dialoghi il mito viene riproposto come necessario e la poesia, ad esso intimamente legata, si rivela, al tempo stesso, la cifra, misteriosa e crudele.  
di Luigia Sorrentino

(Nella foto, Mario Trevi, ritratto nel suo studio da Luigia Sorrentino) 

a Mario Trevi

lei era rimasta lì
tenue la luce diradava
con enormi occhi l’ultima
volta lui la guardava
abbandonava
e si sentiva abbandonato

nel fondo stabile degli sguardi
solo il nero degli inverni
quella bellezza che si posa
dall’iride cadeva
rinnovandosi in lei
allontanandosi da lei

Poesia Inedita, di Luigia Sorrentino

7 pensieri su “Monodia, addio a Mario Trevi

  1. Grazie Bruno…
    L’ultima volta che ho visto il prof. Trevi è stato quando Emanuele Trevi ha presentato il suo libro a Roma “Il libro della gioia perpetua”, un bellissimo romanzo.
    Mario Trevi: un piccolo grande uomo.
    Spero che qualcuno rispolveri i libri sull’ombra scritti da Mario Trevi…

  2. La compiutezza, finita, del nome
    di una forma che torna
    nel dolore
    e apre sul già stato
    al nuovo possibile
    dando memoria della perdita
    un segno di possibile sentire
    come un’indicazione strappa.

    Grazie…
    …grazie di questi versi
    per la possibilità di leggerli.

  3. “quella bellezza che si posa
    dall’iride cadeva
    rinnovandosi in lei
    allontanandosi da lei…”

    questa parte comunica tutta la necessità umana, delicata e commovente di recuperare un senso dei gesti e delle parole che spesso solo la poesia riesce a fare.
    Grazie per questi versi

  4. Mario Trevi era un appassionato d’arte, in tutte le sue forme di espressione, aveva centinaia di cataloghi e tante opere di artisti furono a lui dedicate.
    Mi manca molto… il suo sguardo attento, la sua presenza.

  5. Mi ha commosso la tua poesia e ci accomuna il ricordo di Mario Trevi. L’ho frequentato nel 1989. Mi ha trasmesso forza e dolcezza. Ha riposto in me troppa fiducia. Mi ha anche inviato una audiocassetta dove racconta di alcuni episodi autobiografici.

    Per me, un grande!

    Grazie

    P.S. Nella foto, è il suo studio di via Mercalli?

  6. Grazie Salvatore per la tua partecipazione emotiva.
    La poesia è contenuta in OLIMPIA (Interlinea) 2013, e fa parte delola sezione “Il sonno”.
    Strano, con lui parlavo di morte, con lui… e se ne n’è andato lui…

    Si, è nello studio di Via Mercalli, purtroppo oggi chiuso.
    Hai una audiocassetta dove racconta di alcuni episodi autobiografici suoi? Mi piacerebbe ascoltarla!

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