Il 21 aprile del 1861 nasce a Thorton la scrittrice inglese Charlotte Brontë.
“In tutte le donne c’è la follia di covare in sé un amore segreto che, se non corrisposto e ignorato, divora la vita che lo nutre; se scoperto e corrisposto conduce come un fuoco fatuo in paludi selvagge, senza salvezza.”
da Jane Eyre di Charlotte Brontë
Molte delle esperienze dell’autrice ricorrono nei romanzi che scrisse, dei quali Jane Eyre è sicuramente il più celebre.
Nell’Inghilterra del primo Ottocento Jane, una giovane governante, esplicito alter ego della scrittrice, dopo anni di stenti e di solitudine, diventa istitutrice presso la famiglia Rochester nello Yorkshire. Mister Rochester, cinico, viene conquistato dalla personalità della ragazza. Jane scopre però che il suo padrone, di cui si è perdutamente innamorata, nasconde un terribile segreto: la moglie di Rochester, creduta morta, è ancora viva, prigioniera della pazzia. Jane quindi fugge abbandonando l’uomo che le aveva chiesto di sposarlo. Sarà, alla fine, un presentimento a farla tornare indietro e a preparare lo sviluppo finale del romanzo.
Jane Eyre è diventato anche un film uscito in Gran Bretagna nel 2011. Il regista è Cary Fukunaga, con Mia Wasikowska, Michael Fassbender, Sally Hawkins, Jamie Bell, Judi Dench, Craig Roberts, Jayne Wisener, Emily Haigh, Sophie Ward, Valentina Cervi. Prodotto in Gran Bretagna.
Charlotte Brontë 1816 – 1855, inglese, cresce da sola, in compagnia dei suoi fratelli. Si costruiscono un mondo di storie, con orchi, elfi e fate. Diventeranno tutti scrittori. La sorella Emily pubblica nello stesso anno in cui esce Jane Eyre, nel 1847, il suo unico romanzo, Cime tempestose. Volitiva, Charlotte imparerà il tedesco e il francese. Con Jane Eyre inventa un personaggio che porta il desiderio nel romanzo. Muore di bronchite, incinta del primo figlio. “Devo morire anch’io? Che peccato morire ora. Sono così felice!”
Molto bella questa autrice, così ‘esperta’ nello scrivere, così limpida nei caratteri che tratteggia; tutto questo le proviene da una ‘sorta’ di ‘fatica’ della vita e di esercitazione negli ‘espedienti’ giornalieri che la rendono anche forte nell’anima e nella ‘consuetudine’.