EVGENIJ EVTUSHENKO

 

EvgueniEvtushenko-3Nota e Lettura di Luigia Sorrentino

L’11 dicembre del 1987, incontrai Evgenij Evtushenko nella storica libreria Marotta di Napoli di Via dei Mille, punto di riferimento culturale fin dagli anni Sessanta, oggi chiusa, dove il poeta russo venne per presentare la sua selezione di “Poesie d’amore” pubblicata con Newton Compton Editore nel 1986 con la traduzione di Evelina Pascucci.

Sulla copertina del libro che vedrete più sotto, “Donna tra i fiori” di Odelon Redon (New York, collezione Mrs. Harris H. Yonas).

 

Luigia Sorrentino legge da “Poesie d’amore” di Evgenij Evtushenko, “Le punte dei capelli”

Traduzione di Evelina Pascucci. La musica è di Mendelssohn.

Ho conservato quel libro con particolare affetto perché Evtushenko è stato il primo poeta straniero che ho incontrato nella mia vita. Ascoltai la presentazione con molto interesse, se non sbaglio c’era anche Evelina Pascucci a leggere le poesie in lingua italiana con Evtushenko che leggeva, invece, in russo.

Alla fine della presentazione fu chiesto al pubblico se aveva domande da fare al poeta. Qualcuno intervenne, io fui l’ultima. Timidamente chiesi a Evtushenko se mi concedeva la possibilità di leggere per lui una sua poesia in italiano, una di quelle che avevo scelto dalla raccolta e che non era stata letta fino a quel momento. Lui mi invitò ad andare accanto a lui, mi chiese quale poesia avessi scelto, io risposi “Le punte dei capelli”. Una poesia che parla di un amore perduto nella ferita più dolorosa, l’“inesorabilità” che il poeta aveva scritto tredici anni prima, nel 1972,  all’età di 39 anni.

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Spiegai a Evtushenko che quella poesia mi era piaciuta fin dal titolo, per l’emozione conservata nella memoria di quella donna, nelle “punte dei capelli”. Poi lessi la poesia a voce alta, con il cuore in gola, davanti al pubblico e in piedi, vicino a Evgenij. Purtroppo l’antologia non aveva il testo russo a fronte e quindi Evtushenko non poté leggerla nella sua lingua, ma poiché conosceva bene l’ italiano, fu molto contento della mia lettura e della mia scelta al punto che, alla fine della serata, mentre scriveva la dedica a me sul suo libro che io avevo già precedentemente acquistato, mi disse: “Vieni a Roma stasera? Voglio portarti con me in Russia.”

Lo guardai stupita. Lo ringraziai, ma dissi che non potevo. Lui precisò che sarebbe rimasto ancora una settimana a Roma, all’Hotel Plaza di Via del Corso e che se volevo raggiungerlo, avrei avuto del tempo per farlo. Intanto sul libro scriveva:

cover_evtushenko“A Luigia, amorosamente,
con una amicizia
e con apprezzamenti
per la comprensione
dei principali ideali della mia vita.”

Evgenij Evtushenko

Poi, sul lato sinistro, annotò il suo indirizzo, e aggiunse: “Io vivo nella regione Moskovskaja, a Peredelkino, nella città degli scrittori. Vieni via con me!”

Io allora non sapevo che luogo fosse  Peredelkino… nemmeno credevo che potesse esistere un luogo simile.

Circa tren’anni dopo leggo su internet la descrizione che di quel luogo fa Wikipedia:  “Peredelkino, un complesso di dacie situato a circa venticinque chilometri a sud-ovest di Mosca circondato da una grande foresta, residenza di numerosi e noti scrittori russi e di altre nazionalità dell’ex Unione Sovietica: Boris Pasternak, Kornej Čukovskij, Arsenij Tarkovskij e Georgij Nikolaevič Vladimov (tutti e quattro sepolti nel locale cimitero), Il’ja Ėrenburg, Isaac Babel, Michail Bachtin ed altri.”

Ma eccola, la poesia, in russo:
“Le punte dei capelli”
di Evgenij Evtushenko

КОНЧИКИ ВОЛОС

Было то свиданье над прудом
кратким, убивающим надежду,
Было понимание с трудом,
потому что столько было между
полюсами разными земли,
здесь, на двух концах одной скамьи,
и мужчина с женщиной молчали
заслонив две разные семьи,
словно две чужих страны, плечами
И она сказала не всерьез,
вполушутку, полувиновато,
‘Только разве кончики волос
помнят, как ты гладил их когда-то’.
Отведя сближенье как беду,
крик внутри смогла переупрямить:
‘Завтра к парикмахеру пойду-
вот и срежу даже эту память’.
Ничего мужчина не сказал,
Он поцеловал ей тихо руку,
и пошел к тебе, ночной вокзал, –
к пьяному и грязному, но другу.

И расстались вновь на много лет,
но кричала, словно неизбежность,
рана та, больней которой нет, –
Вечная друг к другу принадлежность.

Евгений Евтушенко

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Evgenij Evtushenko, poeta e istrione, amico di Vittorio Gassman, conobbe e apprezzò Boris Pasternak ma fu rivale di Josif Brodskji. Evtushenko è considerato uno dei più grandi poeti russi del secondo Novecento, a 84 anni vive tra Mosca e gli Stati Uniti, dove insegna all’Università di Tulsa (Oklahoma). È tradotto in 72 lingue ed è popolarissimo in Italia. Nel 2014 ha vinto il premio Lerici Pea poi è uscito il suo poemetto d’amore e d’avventure «Dora Franco. Confessione tardiva» (che ha inaugurato la collana «Voci dal Mondo» delle edizioni Es, curata da Sebastiano Grasso). Un libro in cui Evtushenko racconta la passione vissuta nel 1968 con la modella e fotografa colombiana Dora Franco, donna amata alla follia della quale ha conservato un ricordo eterno, trasformatosi in materia poetica.

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