E’ in libreria, l’ultimo libro di Roberto Mussapi che prosegue, con la impeccabile lucidità del visionario autentico, nella costruzione d’incanto dei suoi sapienti percorsi di narrazione lirica. Innumerevoli sono le figure e i personaggi in cui coinvolge il lettore nelle diverse sequenze, nei diversi “sogni”, di questo suo nuovo libro, dove, come ha scritto Yves Bonnefoy, torna a porsi in uno “spazio di poesia antropologica aperta alle proposte di differenti culture”. Lo possiamo ben vedere dai riferimenti e dalle presenze più diverse, in apparenza inconciliabili, ma perfettamente legate tra di loro dalla singolare ampiezza del fraseggio, dalla libertà di un tono elevato e propenso a una comunicazione aperta, forse quasi teatrale. E dunque dalla felicità dello stile di Mussapi. Presenze che possono essere quelle dell’eroe Achille, della piuma del Simorgh, l’uccello divino della mitologia persiana, o quelle di grandi autori d’oggi come Wole Soyinka o lo stesso Bonnefoy, di artisti del nostro tempo, come Marco Nereo Rotelli o Omar Galliani, ma anche figure direttamente prelevate dalle più grandi e più note fiabe, a cui il poeta dedica un capitolo, fino al racconto in versi dedicato a Maria. E insieme allude al grande cinema di Kurosawa, torna su opere poetiche remote e mirabili, di cui ci fornisce versioni dove il ritmo, la pronuncia, le eleganti volute della sua dizione, della sua musica, si ritrovano in naturale sintonia con le altre visioni sempre in equilibrio tra luci e ombre, tra mito e comune realtà.
ESTRATTO
Da “La piuma di Simorgh” di Roberto Mussapi, Mondadori, 2016 (18.00 euro)
SOGLIA INFINITA SOGLIA
– Difficile sognare questo passaggio, semplice compierlo.
Tutto è stato come un ingresso nel mare,
entrare in acqua, muoversi nuotando.
Provare il brivido dell’onda che ti prende e spinge.
– Ti ho sentito arrivare, lento e possente, come un vento.
Io ero la soglia, io ero il fuoco sotto il fondale.
Sapevo che dovevi temermi. L’avventura
implica e esige il timore di perderla.
Di non avventurarsi mai più, disilludersi.
Era il mio stesso timore. Perdere.
Io il mio sogno, e tu la soglia…
– Per questo la pazienza, l’attesa, non era una terra,
era un continente quello oltre le tue labbra del profondo.
Un mondo.
Altra conoscenza.
Non so se il tuo universo.
Di certo mio, sconosciuto fino a quel passaggio.
In te? In quei pressi, certo, quella nebulosa radiante
che dicono tua persona, il tuo corpo,
la stella e il fuoco intrasentiti da sempre
dal giorno e dall’ora della mia nascita.
Roberto Mussapi vive e lavora a Milano. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia, tra le quali ricordiamo “La gravita del cielo” (Jaca Book, 1983), “Luce frontale” (Garzanti, 1987), “Gita meridiana” (Mondadori, 1990), “La stoffa dell’ombra e delle cose” (Mondadori, 2007). È anche autore di teatro con drammi in versi e in prosa (Resurrexi è del 2009) e ha tradotto, tra gli altri, testi di Stevenson, Melville, Walcott, Heaney e Shelley. Ha scritto numerosi saggi da “Inferni, mari, isole. Storie di viaggi nella letteratura” (Bruno Mondadori, 2002) a “Tusitala, il narratore. Vita di Robert Louis Stevenson” (Salani, 2007), “Volare” (Feltrinelli, 2008), “La grande poesia del mondo” (2010) dove sceglie, traduce e legge poeti da Omero a Yeats; il poemetto illustrato “Il capitano del mio mare” (2012) e “Le metamorfosi”, racconto del capolavoro di Ovidio. La sua opera poetica è raccolta nel volume “Le poesie” (2014). Nel 2015 ha pubblicato “The conversation of voices”.