Biancamaria Brabotta, Professore Ordinario di Letteratura italiana contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma, terrà la sua ultima lezione martedì 31 maggio 2016, per poi andare in pensione. E così, una delle poetesse italiane più affermate, in punta di piedi e discretamente, si congeda dal “suo secondo mestiere”: l’insegnamento.
In una nostra recente conversazione mi aveva parlato di una malinconia che l’ha “afferrata obliquamente, come spesso accade quando si sta per concludere un’esperienza importante per la nostra vita. Poi con una lieve incrinatura della voce ha detto: “In testa mi ronza, un po’ storpiato, un verso famoso: ‘Non recidere, forbice, quei volti’ “ .
L’ ultima lezione di Bianca Maria Frabotta avverrà nella Sala Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza alle ore 11.00.
La lezione conclude i due corsi tenuti quest’anno: il corso magistrale sulla poesia di Giorgio Caproni e il corso istituzionale rivolto agli studenti di I° anno della laurea triennale.
“Quali sono i messaggi testamentari più significativi che ci vengono da un secolo, ormai più ‘mio’, più ‘nostro’ che ‘loro’?” si chiede ora la poetessa. E aggiunge: “Sono ormai vari anni che ho privilegiato nella didattica gli studenti del primo anno. Di Novecento letterario italiano a scuola apprendono poche notizie sparse e un po’ frammentarie. Sicuramente qualche ottimo insegnante lo hanno incontrato e hanno letto poesia, romanzi importanti. Ma chissà? Forse qualcos’altro potevo raccontarglielo anch’io.”
Il 31 maggio 2016 Biancamaria Frabotta si congederà dai colleghi e dagli amici che vorranno intervenire.
Nel pomeriggio gli studenti si esibiranno in un concerto dal titolo: Omaggio a Caproni. “E sono ben lieta che questo ‘ottimo omaggio’ venga a siglare quel mio piccolo evento”, ha commentato la poetessa.
LETTURA POETICA IN OMAGGIO A GIORGIO CAPRONI
L’ora dell’alt
Concerto di voci su quattro corde
di
Emanuele Marchetti e Sacha Piersanti
con la collaborazione di Biancamaria Frabotta
Un io nella notte, solo, che recupera pian piano i propri ricordi. Una città di mare, un porto, la luce, gli odori del mercato. Un’altra città, perché non esiste umano senza viaggio. E poi l’irruzione della Storia: l’esplosione d’una guerra. Il perdere tutto. Il non avere più appigli. Né alibi. Lo scoprirsi però vivo. Il tentativo di dare un senso al caos del mondo. Ridare speranza al distrutto, con la scrittura. Ritrovarsi artefice d’un’alternativa umana alle follie degli uomini. Aver dato tutto. Quindi partire e lasciare come unica testimonianza di sé la propria voce.
“L’ora dell’alt” raccoglie la voce di Giorgio Caproni, amplificandone il tono e ampliandone la portata grazie allo strumento scenico, che non vuole sostituirsi alla poesia, anzi esserne naturale conseguenza: perché la parola è un fatto, un gesto. E ascoltare, a volte, può voler dire vedere.
Voce: Emanuele Marchetti
Violoncello: Flavia Passigli
e con:
Maria Lucia Bianchi, Ludovica Bove, Andrea Colangelo, Andrea Monno e Pierfrancesco Nacca
Poesie di Giorgio Caproni
Testi originali di Sacha Piersanti
Università «La Sapienza», Facoltà di Lettere e Filosofia
Sala Odeion
Martedì 31 maggio h. 17-19
e
Venerdì 3 giugno h. 17-19
con la partecipazione di Francesco De Chiccis alle percussioni