ESTRATTI DA: Il colore dell’acqua, di Alessandro Canzian, Samuele Editore, 2016
Oggi all’A&O di Pordenone
ho comprato un profumo per la casa,
di quelli a pochi soldi, perché
mi ricordava l’odore d’una donna
che conoscevo tanto tempo fa.
Si, proprio quell’odore lì,
di vaniglia acre che ti suda
e ti fa male al cuore.
Un addio può non essere una lettera,
un messaggio siglato – nemmeno il
tempo del nome, per intero –,
una foto fra i libri a rinnegare
la dolcezza d’una gita. E nemmeno
ha senso dirti il bene
che mi resta, l’orrore dei gesti
che mi mancano, il buio dei capelli.
Non ha senso dirti che non trovo
lo zucchero in un supermercato
dove anche la cassiera «Signora
non sono riuscito a trattenerla
come non riesco a trovare lo scaffale,
mi aiuti, per favore» ma nessun
uomo può aiutare un altro uomo.
È un lunedì mattina con la tua
– la nostra, l’unica insieme – foto
in mano, al Carlet di Pordenone, senza
sapere cos’è il bene, o dove devo andare.
* * *
Scrivere non basta a esorcizzare
le paure, nemmeno le colpe.
Guido dice che dopo una bella
poesia c’è meno dolore, da dire.
Che la fame delle braccia è in
fondo simile agli abbracci.
Ma la gola brucia a parlare
come un macello dentro al cuore.
* * *
Curo la casa come tu fossi
con me, spazzo la polvere,
ti chiedo d’aiutarmi con lo
straccio, ma tu non rispondi.
E prendo anche il tuo sedere
tutto tra le mani ma tu
non dici nulla, non dici
«dobbiamo lavare a terra, dai».
* * *
In fondo ci è stato utile tornare
al ghetto di Trieste. Lo stesso ristorante.
E parlare della morte di Fabrizio
e delle scale alla Sinagoga. La
barista ci ha offerto anche il dolce
ma proprio non potevamo – noi
ridevamo della ragazza con lo scialle
che passava tutta civettuola –. Sandro
dice è l’ironia alla fine che ci salva.
* * *
La ragazza di nome Olga
è una ragazza che non conosco
né me ne sono mai innamorato.
Ma se me la immagino la penso
con la pelle bianca come i capelli
di mio padre, e il seno grosso
– ma la memoria non fa vedere –
e con l’utero profondo
come il buio dentro un uomo.
* * *
La ragazza di nome Olga
si taglia le unghie ogni martedì
mattina, quasi fosse un rito,
una cosa importante per il mondo.
E tiene una mano fra le gambe
a respirare l’alito di Dio
ogni qual volta si addormenta.
La ragazza di nome Olga
è innamorata in modo abominevole.
* * *
La ragazza di nome Olga
ancora non è tornata.
Perchè l’appartamento dove vive,
quello appena sotto le sue scapole,
ha il suono duro delle cose
che sono fatte per durare.
Come il vuoto, le conchiglie rotte,
i suoi piedi bianchi la mattina.
Alessandro Canzian (1977), vive e lavora a Maniago (Pordenone). Ha collaborato e collabora saltuariamente con varie riviste e blog. Ha pubblicato Christabel (Edizioni Del Leone, 2001, quarta di copertina di Paolo Ruffilli), La sera, la serra (Tipografia Mazzoli 2004, prefazione di Tita Paternostro), Canzoniere inutile (Samuele Editore, 2010, prefazione di Elio Pecora, di cui un testo su “Tuttolibri” nel 2007 con critica di Maurizio Cucchi), Cronaca d’una solitudine (Samuele Editore 2011, quaderno bifronte con Federico Rossignoli), Luceafarul (Samuele Editore 2012, prefazione di Sonia Gentili) e il saggio su Claudia Ruggeri: Oppure mi sarei fatta altissima (Terra d’ulivi 2007, presentato a Lecce con Michelangelo Zizzi). Con la stessa editrice e nello stesso anno del saggio ha pubblicato Distanze, una collaborazione fotopoetica con Elio Scarciglia. Ha partecipato a varie rassegne letterarie quali “Donne che dovresti conoscere” a Lecce nel 2007 con Mario Desiati, “Poetica” a Pisa nel 2008 con Alessandro Agostinelli, “Pianeta Poesia” a Firenze nel 2009 con Rosaria Lo Russo, “Pordenonelegge” nel 2010, la “Festa di Poesia” a Pordenone nel 2010 come co-organizzatore e nel 2011 come autore, a Milano alla “Casa della Poesia” invitato per il quinquennale della fondazione, “Residenze Estive” a cura di Gabriella Musetti nelle edizioni 2012 e 2013, e al festival “La poesia del Giovedì” a cura di Giulia Rusconi e Maddalena Lotter nel 2013.
Nel 2012 Gian Mario Villalta lo inserisce tra le voci della giovane poesia pordenonese nel volume Antologia dei Grandi Scrittori di Pordenone. Nel 2013 Alessandro Agostinelli lo inserisce tra i poeti italiani nell’articolo “Penisola dei poeti” uscito nell’Espresso. Interviste e testi sparsi si trovano inoltre in diversi siti e riviste (Versante ripido, L’estroverso, Circulo de Poesia Messico – traduzioni in spagnolo a cura di Alejandra Craules Breton). Un articolo tratto dal suo blog (“The place to be”) è stato nel dicembre 2013 pubblicato nella rivista “NEMLA Italian studies” del College of New Jersey (a cura di Simona Wright). Il 19 agosto 2015 Giovanna Rosadini, ne Il Corriere della Sera – La Lettura, riprende l’articolo tratto dal suo blog (“Evviva la Poesia è vegana!”). Nel 2012 la prima parte de Il colore dell’acqua vince il secondo premio Leone di Muggia. Nel 2014 Andrea Sirotti traduce in inglese la seconda parte per la proposizione in zone anglofone e nel 2015 la Benemérita Universidad Autónoma de Puebla in Messico traduce l’ultima sezione de Il colore dell’acqua all’interno di un progetto universitario. Da novembre 2015 gestisce, in collaborazione con Sandro Pecchiari, il ciclo di incontri “Una scontrosa grazia” presso la libreria Mondadori di via Cavana, a Trieste.