L’ossessione della poesia
di Luigia Sorrentino
Francesco Guazzo si è fatto notare al Premio Poesia Città di Fiumicino 2016 per la precocissima capacità versificatoria. Francesco non aveva ancora 18 anni quando ha inviato alla Segreteria le 13 poesie qui assemblate per partecipare alla sezione Raccolta Inedita, eppure i suoi versi hanno rivelato subito il carattere del poeta, quello cioè di una persona senza un’età definita che si porta addosso il segno di riconoscimento di chi è “posseduto dalla poesia”.
Queste poesie di Francesco sono caratterizzate da un soggetto poetico che si trasferisce nella realtà entrando nel campo illimitato degli oggetti che la definiscono. Ed è proprio mediante il rapporto con le cose che il giovane poeta costruisce il colloquio che riempie il vuoto della parola e colma la distanza tra sé e ciò che entra nello spazio della sua osservazione. L’orizzonte umano che transita nel suo linguaggio, si fa “cosa fra le cose” e, attraverso questo trasferimento, la sua poesia diventa pensiero civile, dichiarazione, testimonianza.
In una poetica in cui l’oggetto coincide con se stesso, si attualizza un discorso dalla forte tensione simbolica: mediante la parola e all’interno della parola. Nelle 13 poesie qui raccolte, Francesco scopre se stesso e si presenta con il suo volto, il suo vissuto, nel suo presente reale. Siamo nel tempo di una parola che si deposita sulla pagina, si riavvolge su se stessa e si converte alla trasformazione di una realtà trasfigurata e ingrandita dall’ampiezza della visione. La creazione della poesia di Francesco Guazzo è anche trascendenza, è cioè marcata da un infinitamente oltre, in un rapporto dualistico che abita la stabilità domestica, ma anche il limite, la precarietà e la transitorietà dell’adolescenza, luogo in cui si colloca la genesi di questa poesia.
ESTRATTI DA “13”. POESIE DI FRANCESCO GUAZZO
PREMIO POESIA “RACCOLTA INEDITA” 2016
Non ho più avuto un gesto,
dopo che la partenza
si era fatta attesa del semaforo,
e mi addormentavo pensando,
perché si cambiasse luce,
ed era come se la gente
avesse cominciato ad accalcarsi,
in farmacia,
io a buttarmi sulle strade,
guardando le stelle e il cielo,
facendo liste delle cose
che non serve fare,
a chiedere di fretta
– quanto viene una rosa? –
e in molti ai tabacchi,
a grattare sui tavoli con le monete,
o a preparare i mozziconi
del significato, e – tu –
poi tutti a chiedere – tu
come ti vesti
per la fine di ogni cosa? –
***
A cadenza regolare, si è fatto
più urgente il desiderio
di invertire gli orizzonti,
e non è soltanto un sentimento
di esitazione per la monotonia
del giorno, stando almeno
alla spiegazione senza congetture
del ciliegio in fiore o al moto
perfetto del bambino dietro
la siepe, che gira su se stesso
con la bicicletta in mano
***
Ho saputo che per brevi momenti sei
stata nella noia dell’edicolante,
in un tempo poco definito
nella fuga scomposta del ricordo
al rumore incontrollato dei ferri sulla lana,
poi, dietro la finestra che si apre,
a guardarmi senza motivo,
nell’incavo della mano che nasconde le labbra,
nelle braccia alte, alla partenza,
verso la sfumatura del cielo,
forse anche nel vagare incostante
della penombra sulla faccia dell’autista,
o nella corsa in salita, senza verso
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Francesco Guazzo è nato a Bassano del Grappa nel 1998.
“13”, poesie di Francesco Guazzo, è la sua prima pubblicazione, edizione a cura del Premio Poesia Città di Fiumicino 2016. La plaquette, stampata a dicembre di quest’anno in 150 copie numerate, è stata consegnata all’autore. Il riconoscimento è stato conferito a Francesco Guazzo il primo luglio 2016 dalla giurica tecnica del Premio presieduta da Gianni Caruso e composta da: Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino, Emanuele Trevi e Valentino Zeichen.