Ida Travi, “Dora Pal, la terra”

Con Dora Pal, la terra, Ida Travi procede nella sequenza poetica avviata con poesia dello spiraglio e della neve e proseguita nel tempo attraverso tre libri. In queste raccolte Ida Travi mette a fuoco la sua personale poetica centrata sui Tolki, esseri umani, esseri comuni, abitanti una strana terra e parlanti una lingua ridotta all’osso: figure senza tempo, ex studenti, ex lavoratori, venuti da chissà dove. Una vecchia, un uomo, una ragazza, un bambino. E intorno qualche sacco di farina, un campo, un recinto, un albero. Vre è solo una ragazza, questo è il nome che le è stato assegnato. Zet ha una benda arrotolata sulla testa. Kiv, il bambino, tira il carretto. Kiv è sottile come un filo d’erba. Dice la vecchia: “Cerca le parole e troverai le immagini’. Tra loro ogni tanto canta un usignolo. Tra loro ogni tanto compare Ur. La terra ritroverà il suo tremore. Nelle squame dei pesci, nei fossi, nelle ali degli uccelli. Dietro le porte dell’ex ufficio, in laboratorio. Nel sacchetto, nel secchio. Nel libro, nel fiore. E qui. Nell’androne. Qui. Sotto l’albero della decadenza…

(datemi retta)

Datemi retta, quel che vi dico
non potete capirlo di schiena
devo parlarvi nel petto, e allora
nel petto fiorirà la rosa

Come l’orologio, come il vento
come la campana di mattina
Come il cespuglio delle more
– datemi retta –
come il sale, come l’usignolo
ma non sono un usignolo io

L’usignolo canta da solo
Canta da solo nella stagione dei re
nella stagione dei moscerini
e voi, zitti, zitti!

**

(la luce)

La luce ti darà la solitudine
sotto sotto c’è la solitudine

Scende dall’alto del campanile
la luce

Sola è la brocca, sola la fontana
sola la pietra, solo il ramoscello

Forte ti farà la solitudine, nei sandali
hai la solitudine

Dormono in solitudine le bestie
dormono i bambini
poi viene qualcuno e mostra la lettera

Allora alzatevi – dite qualcosa
dite qualcosa alla rosa rossa.

**

(date retta)

Date retta a quel che dice la vecchia

Se dico – porta il sasso, porta il sasso
se dico- porta il fuoco, porta il fuoco

Dovete farlo e basta, una non diventa così
per niente, una lo sa se è giusto

E non state qui a discutere, nessuno
può parlare per un altro: è la legge

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Ida Travi, poetessa. Scrive anche per la musica e per il teatro.
Per la poesia, con Moretti&Vitali ha pubblicato La corsa dei fuochi (2006) e Neo / Alcesti (2009). Dal 2011, con Tà – poesia dello spiraglio e della neve ha avviato la sequenza poetica proseguita con Il mio nome è Inna (2012); Katrin, saluti dalla casa di nessuno (2013).
Per la prosa, sul rapporto tra poesia e oralità, con Moretti&Vitali L’aspetto orale della poesia (2000, 3a edizione 2007); (Selezione Premio Viareggio 2001) e Poetica dal basso continuo (2015).

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