Gastão Cruz, “Musica del tempo”

Gastão Cruz

di Antonio Fournier

Questa tensione tra innocenza ed esperienza che spesso è alla base della poesia di quest’autore colto, rigoroso e raffinato, si traduce in un’altra immagine ricorrente: quella della lingua come esistenza muta, ancora inespressa, ma già sbocciata nella mente, o meglio nel regno puro dell’immagine. Non una lingua astratta – quella dell’ormai troppo citato motto di Pessoa, la mia patria è la lingua portoghese – ma appartenente a un corpo di sensazioni a cui dà voce. L’autore ne parla in tante poesie, che sono spesso delle piccole ars poetiche, bellissime riflessioni sul proprio mestiere di poeta. Come ne “La lingua portoghese”: Nella/ lingua portoghese vissi/ prima che un nome, con i/ denti la lingua il palato sensibile/ agli aromi le sonore corde/ della gola, potessi dire.

da: Musica del tempo, di Gastão Cruz, a cura di Antonio Fournier, traduzione di Giancarlo Depretis, LietoColle, 2016

TRANCE

In un tempo neutro mi risveglio
tra la notte e il giorno
sotto un cielo illegittimo si condensa
il mutamento
Nuvole intere mostrano
l’attuale albeggiare
lontano
gli uccelli cadendo sopravvivono
al
tempo bianco

Mi sveglio sotto un cielo sotto il soffitto
di una stanza
E’ una modesta immagine un’invecchiata
metafora  Tuttavia all’esterno
delle pareti panni al di là dei
vetri velati dalle nuvole
spente
mi aggredisce l’immagine invisibile
opaca all’esterno
dell’alba
che al giorno si spande
come un neutro linguaggio

Il cielo è come un pozzo come un mare
come un lago
paragoni banali ma i più
efficaci là dove uccelli
come pesci
transitano lentamente errando
nelle parole

Cerco di addormentarmi
Il silenzio del
giorno vanifica la vita
Probabilmente niente
cambierà o forse
da molto tutto è già cambiato
o sta cambiando
sotto il lago del cielo dove i
pesci disegnano
illegittimi voli come vecchie
metafore

 

TRANCE

Num tempo neutro acordo
entre a noite e o dia
sob um céu ilegítimo condensa-se
a mudança
Nuvens totais exprimem
a presente longínqua
madrugada
as aves sobrevivem na queda
ao tempo branco

Acordo sob um céu sob o tecto
dum quarto
É uma imagem pobre uma velha
metáfora No exterior porém
das paredes toalhas além
dos vidros turvos de nuvens
apagadas
agride-me a imagem invisível
opaca
da madrugada externa
que
no dia se espalha
como uma norma espessa
uma neutra linguagem

O céu é como um poço como um mar
como um lago
comparações banais mas as mais
eficazes onde aves
como peixes
transitam lentamente errando
nas palavras

Procuro adormecer
O silêncio do
dia inutiliza a vida
Provavelmente nada
mudará ou talvez
tudo tenha mudado há muito
ou vá mudando
sob o lago do céu onde os
peixes descrevem
ilegítimos voos como velhas
metáforas

Gastão Cruz è una delle voci più significative della poesia portoghese contemporanea. Nato a Faro, in Algarve, nel 1941, laureato in filologia germanica, traduttore di vari autori, da Cocteau a Jude Stéfan a classici della poesia inglese (Shakespeare, Blake, Keats, e Byron), è stato uno dei fondatori e animatori del gruppo Poesia 61 e il suo contributo è stato determinante per il rinnovamento del linguaggio poetico a partire dagli anni Sessanta in Portogallo. La sua raccolta d’esordio, A Morte Percutiva (La Morte Percussiva), fu pubblicata nel volume che prese lo stesso nome del gruppo e che raccoglieva anche le poesie di altri giovani poeti che ne facevano parte: Casimiro de Brito, Fiama Hasse Pais Brandão, Luiza Neto Jorge e Maria Teresa Horta. Sin dal periodo in cui era studente presso la Facoltà di Lettere dell’Università Classica di Lisbona, è stata costante la sua collaborazione con quotidiani e riviste letterarie. In particolare gli articoli pubblicati su varie riviste durante gli anni 70 sono stati riuniti nel volume A Poesia Portuguesa Hoje (La poesia portoghese oggi), pubblicata nel 1973 successivamente rivista e ampliata nel 1999, e ripubblicata ancora nel 2008 con il nuovo di titolo di A Vida da Poesia (La vita della poesia), un’opera fondamentale per capire i nuovi orientamenti della poesia portoghese nel secondo novecento e oltre.  Negli anni 80 è stato lettore di Portoghese al King’s College di Londra, dove ha tenuto lezioni di lingua portoghese e anche di poesia e teatro. I suoi libri di poesia sono stati insigniti di numerosi e importanti premi, tra cui il Premio PEN Club per la Poesia nel 1985, il Premio D. Dinis assegnato dalla Fondazione Casa de Mateus. Nel 2002 con il suo libro Rua de Portugal ha ricevuto il Grande Prémio de Poesia dall’Associazione Portoghese degli scrittori e nel 2005 con la raccolta Repercussão, ha vinto il Grande Prémio de Literatura dst. Ha inoltre vinto nel 2015 il premio Casa da América Latina/Grupo Lena per la traduzione dell’opera Troco a Minha Vida por Candeeiros Velhos del poeta colombiano Léon de Greiff.

In poesia ha pubblicato A Morte Percutiva, in Poesia 61 (1961), Hematoma (1961), A Doença (1963), Outro Nome (1965), Escassez (1967), As Aves (1969), Teoria da Fala (1972), Os Nomes (1974), Campânula (1978), Poesia 1961-1981 (1983), O Pianista (1984), Órgão de Luzes (1990), As Leis do Caos (1990), Transe (1992), As Pedras Negras (1995), Poemas Reunidos (1999), Crateras (2000), Rua de Portugal (2002), Repercussão (2004), A Moeda do Tempo (2006), Os Poemas 1960-2006 (2009), Escarpas (2010), Observação do Verão (2011), Fogo (2013) e Óxido (2015).

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