Benedetto Croce, “La poesia”


IN COPERTINA
Giambattista Tiepolo, Gruppo allegorico per soffitto (disegno relativo alla decorazione di villa Cordellina, Montecchio Maggiore, 1743). Civici Musei di Storia e Arte, Trieste.

A cura di Roberto Calasso

A distanza di più di trent’anni dall’Estetica, che ebbe immensa risonanza e influenza, ma che naturalmente sollevò anche obiezioni di ogni genere, Croce volle tornare, nel 1934, sui grandi temi di quel libro, precisando tutti i punti delicati della sua teoria – e al tempo stesso, talvolta, sottoponendoli a sottili mutazioni. Il risultato fu La Poesia, che, se ha avuto minore fortuna dell’Estetica, può essere considerata l’opera più matura e complessa di Croce nell’ambito estetico – e quasi il compendio di una vita di riflessioni sulla volatile essenza della letteratura.

Anche la forma di questo libro è singolare: Croce ha voluto creare un contrasto fra la generalità massima (le considerazioni sul «regno della Bellezza» e sui suoi caratteri, che formano la prima parte) e l’imprescindibile dettaglio (le preziose Postille che formano la seconda parte, e che Croce presentava «come una conversazione che segue alla tensione del discorso dottrinale»). Formula affascinante, che permette al lettore di muoversi continuamente fra l’astratto e lo specifico e di verificare a una a una le tesi esposte.
Elaborata fra il 1934 e il 1935, La Poesia apparve in volume nel 1936.

 

 

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