Nelo Risi

di Eleonora Rimolo

L’aura prosastica e l’impostazione urbana delle poesie di Nelo Risi non rinunciano quasi mai a una tenuta lirica di enorme spessore: la realtà, con le sue infinite sfumature che spesso travalicano i confini della fantasia, è l’elemento essenziale della sua poesia, che trae dai suoi elementi costitutivi dei simboli con cui interpretare ogni fenomeno, interiore ed esteriore, della vita umana (“ma quel battito-gong a forma di cuore / che comprendeva intera la terra e l’annulla /doveva arrivare da molto lontano / altri cieli nebulose gassose / per un cuore tanto grande / da meritare ancora di vivere”).

Le sue parole, che Raboni definì come “pietre”, sono per il poeta fatte della medesima sostanza dell’uomo (“è LA PAROLA un corpo fatto / della stessa carne dell’uomo”), e grazie ad esse Risi riesce lacanianamente ad organizzare il proprio vuoto, senza riuscire mai però a togliergli quella patina opaca di mistero. Antiretorico ed antiestetizzante, Nelo Risi preferisce sempre l’univocità alla plurivalenza, conscio che il trauma del godimento (“Già sensibile alle seduzioni / ora volto le spalle alle cose”) rimarrà sempre il nodo insolubile che stringe l’uomo alla gola, costringendolo a soffocare lentamente e inesorabilmente nel tentativo vano di conoscersi (“eppure credevo di conoscermi bene”) attraverso le “cose” senza le quali non potrebbe, di fatto, esistere.

Da Né il giorno né l’ora (Milano, Mondadori, 2008)

Metamorfosi o la piacevolezza del mito

Una sua vaghezza ha il sogno
che la terra in un ultimo battito
del cuore ammalato
giri tutta sola intorno a un sole stanco
prima dell’estrema circonvoluzione

Uomini donne nell’attimo
s’incendiano in uno slancio che acceca
stampati sul muro
come già visti a Hiroshima

Era la posta più alta la vita
un pensiero realmente espresso
di noi caduchi
dalle promesse mai mantenute
da desideri significanti
immaginando letizia senza paure
o ci fu risparmiata
una sofferenza più lunga?

Oramai scrivo a mano
la penna incerta galleggia
ma quel battito-gong a forma di cuore
che comprendeva intera la terra e l’annulla
doveva arrivare da molto lontano
altri cieli nebulose gassose

per un cuore tanto grande
da meritare ancora di vivere

*

Origine vertigine

Voce delle cose
delle onde delle piante brusii sommessi
frammenti in quel silenzio
così la musica tra due silenzi
un primo fondamento ha il seme
che dall’origine ci appartiene
è LA PAROLA un corpo fatto
della stessa carne dell’uomo
e del mondo capogiro in movimento
una vertigine dall’invisibile
al visibile che affiora

*

Vuoto interiore

Non faccio pace col mondo
non voglio imparare sbagliando
troppe volte l’inciampo

Già sensibile alle seduzioni
ora volto le spalle alle cose

E’ un procedere in maniera oscura
eppure credevo di conoscermi bene
mi guardo dentro per una volta stando fuori

Nelo Risi (Milano, 21 aprile 1920 – Roma, 17 settembre 2015) è stato un poeta e regista italiano.
Le opere poetiche pubblicate sono:
Le opere e i giorni (Milano, Scheiwiller, 1941)
L’esperienza (Milano, Edizioni della Meridiana, 1948)
Polso teso (Milano, Mondadori, 1956)
Il contromemoriale (Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1957)
Civilissimo (Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1958)
Pensieri elementari (Milano, Mondadori, 1961)
Minime Massime (Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1962)
Dentro la sostanza (Milano, Mondadori, 1966)
Di certe cose che dette in versi suonano meglio che in prosa (Milano, Mondadori, 1970)
Amica mia nemica (Milano, Mondadori, 1975)
Poesie scelte 1943-1975 a cura di Giovanni Raboni (Milano, Mondadori, 1977)
I fabbricanti del “ bello ” (Milano, Mondadori, 1982)
Le risonanze (Milano, Mondadori, 1987)
Mutazioni (Milano, Mondadori, 1991)
Il mondo in una mano (auto-antologia per temi) (Milano, Mondadori, 1994)
Altro da dire (Milano, Mondadori, 2000)
Ruggine (Milano, Mondadori, 2004)
Di certe cose (poesie 1953-2005) (Milano, Mondadori, 2006)
Né il giorno né l’ora (Milano, Mondadori, 2008)

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