Lina Bolzoni, “Galassia Ariosto”

A cinquecento anni dalla prima edizione, le avventure di Orlando e Angelica continuano ad affascinare, a dimostrazione che un classico è tale se vive attraverso i secoli, dialogando con i suoi lettori e ispirando opere nuove, capaci di confrontarsi con le rivoluzioni che coinvolgono gli strumenti espressivi e i modi della comunicazione. Ma quali sono i percorsi che portano un’opera a vivere attraverso la storia? E che ruolo svolgono le immagini che ne hanno accompagnato la nascita e la diffusione? E, ancora, le moderne tecnologie sono inconciliabili con i tempi della lettura, con l’impegno che richiedono la scoperta e la degustazione di un classico? O possono aiutare a ritrovare dimensioni dimenticate o trascurate della tradizione? La storia dell’Orlando Furioso, poema del Rinascimento che da subito è diventato un best seller in tutta Europa, è un terreno fertile per affrontare questi temi.

È qui ad esempio che si può vedere da vicino come interagiscono memoria letteraria e memoria iconografica, costruendo rapporti che capovolgono la linea del tempo. Capita così che il grande successo del modello ariostesco, legato anche al suo format editoriale – illustrazioni e apparati paratestuali sempre più ricchi –, influenzi la riproposizione di testi precedenti come l’Orlando innamorato di Boiardo o addirittura le Metamorfosi di Ovidio. Galassia Ariosto racconta questa storia anche grazie a un ricco apparato iconografico e intrecciando diverse prospettive critiche: l’analisi del testo e delle illustrazioni, la storia del libro, la costruzione di archivi digitali intesi come straordinari strumenti di ricerca, le prospettive nuove offerte dagli e-book. Il titolo è ispirato alla «Galassia Gutenberg» di McLuhan: i libri del Furioso, e quelli che attorno ad esso sono proliferati, hanno costruito una complessa rete di relazioni, un groviglio di sentieri, un universo intrigante di immagini e parole, una memoria letteraria e iconografica entro cui si incontrano e dialogano autori e testi lontani nel tempo.

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Lina Bolzoni è docente di Letteratura italiana alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha fondato il Centro per l’elaborazione informatica di parole e immagini nella tradizione letteraria. Ha insegnato fra l’altro all’Università di Harvard, alla Ucla e al Collège de France. Ha curato l’edizione delle Opere letterarie di Tommaso Campanella. Tra i suoi libri ricordiamo: La stanza della memoria (Einaudi, 1995), La rete delle immagini (Einaudi, 2002; Premio speciale del presidente al Premio Viareggio e Premio Brancati per la saggistica) e Il cuore di cristallo (Einaudi, 2010).

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