Va all’asta un carteggio di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), all’epoca in cui era un poeta trentenne che si affermava tra narrativa e cinema, indirizzato a un grande poeta dialettale, il friulano Biagio Marin (1891-1985). La collezione di 21 lettere dattiloscritte, con firma autografa, indirizzate dalla capitale a Marin, tra 1953 e il 1964, sarà battuta dalla casa Bloomsbury martedì 23 marzo, a Roma, in Palazzo Colonna, con una stima che oscilla tra i 4 mila e i 6 mila euro.
Il 6 febbraio 1956 Pasolini scriveva: “E tu non angosciarti: davvero hai bisogno del riconoscimento di questa bolgia di imbecilli? La tua poesia è una delle più belle, pure, appassionate di questo cinquantennio: tu lo sai. E sai che i migliori lo sanno”.
Era questo il sintetico giudizio che Pasolini dava della poesia dell’amico Marin, amico, confidente, suggeritore di emozioni, sodale vero nel difficile percorso dell’officina poetica.
E insieme a lui, nelle pagine di questo epistolario, compaiono gli amici di sempre, ad esempio lo scrittore Carlo Emilio Gadda: “Quanto a Gadda, è molto giù: si sente solo e sfortunato. L’altra
sera mi diceva, con una certa angoscia, malgrado il suo solito humour, che aveva paura di morire come De Gasperi” (lettera del 1 settembre 1954).