PIETRA NERA SU UNA PIETRA BIANCA
Morirò a Parigi mentre fuori diluvia
un giorno del quale possiedo già il ricordo.
Morirò a Parigi – e non mi confondo
forse un giovedì, come oggi, d’autunno.
Sarà di giovedì, perché oggi, giovedì, che scrivo
questi versi, gli omeri mi si son messi
alla meno peggio e, mai come oggi, son tornato
con tutto il mio cammino, a vedermi solo.
César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui avesse fatto nulla
gli davano duro con un bastone e duro
anche con una corda: testimoni
i giorni giovedì e gli ossi omeri
la solitudine, la pioggia e le strade.
(traduzione della poesia di Federico Guerrini)
PIEDRA NEGRA SOBRE UNA PIEDRA BLANCA
Me moriré en París con aguacero,
un día del cual tengo ya el recuerdo.
Me moriré en París – y no me corro –
tal vez un jueves, como es hoy, de otoño.
Jueves será, porque hoy, jueves, que proso
estos versos, los húmeros me he puesto
a la mala y, jamás como hoy, me he vuelto,
con todo mi camino, a verme solo.
César Vallejo ha muerto, le pegaban
todos sin que él les haga nada;
le daban duro con un palo y duro
también con una soga; son testigos
los días jueves y los huesos húmeros,
la soledad, la lluvia y los caminos…
Fonte: http://www.infonotizia.it/petra-nera-su-petra-bianca-poesia-di-cesar-vallejo-traduzione-in-italiano/
César Vallejo (Santiago de Chuco, 16 marzo 1892 – Parigi, 15 aprile 1938) è stato un poeta peruviano nacque a Santiago de Chuco, un villaggio andino del Perù. Fu il minore di undici figli e studiò all’Università Nazionale di Trujillo. Il poeta interruppe varie volte gli studi per lavorare in una piantagione di canna da zucchero, dove si rese conto di come venivano sfruttati i contadini; fu un’esperienza che influì sulla sua visione sia politica che estetica. Vallejo si laureò in lettere nel 1915. Più tardi si trasferì a Lima, dove lavorò come insegnante e si avvicinò ai membri della sinistra intellettuale. Dopo una serie di difficoltà riuscì a pubblicare il suo primo libro di poesie Los heraldos negros: sua madre morì nel 1920 e dopo essere tornato a Santiago de Chuco fu imprigionato per 105 giorni con l’accusa di essere un incendiario, prima di aver dimostrata la propria innocenza. Dopo aver pubblicato Trilce nel 1923 e perso il posto di insegnante a Lima, il poeta emigrò in Europa, dove visse fino alla sua morte avvenuta a Parigi nel 1938. Fu sepolto nel Cimitero di Montparnasse. Durante la sua vita conobbe e divenne amico di alcuni noti pensatori peruviani suoi coetanei, come Antenor Orrego, Abraham Valdelomar, Víctor Raúl Haya de la Torre e José Carlos Mariátegui. Thomas Merton lo chiamava “il più grande poeta universale, dopo Dante”, e il poeta, critico e biografo Martin Seymour-Smith, una delle principali autorità della letteratura mondiale, ha detto di lui: “… il più grande poeta del XX secolo, in qualsiasi lingua”.(dal web)
una delle preferite, a me, Maria Pia Quintavalla