La scrittrice libanese è una delle voci di maggiore intensità nel panorama internazionale
di Francesco Guazzo
L’editore genovese San Marco dei Giustinani ha recentemente pubblicato nella splendida collana dei “Quaderni di poesia” la traduzione italiana di Night (Notte) di Etel Adnan (New York, Nightboat Books, 2016), una delle più recenti raccolte poetiche della scrittrice e artista di natali libanesi.
Adnan è forse ancora poco nota nel nostro paese, nonostante alcune opere siano state tradotte già da tempo nella nostra lingua: la piccola casa editrice Multimedia ha proposto a cavallo degli anni Duemila Nel cuore del cuore di un altro paese (che potremmo definire un insieme di frammenti poetici), la sintetica biografia Crescere per essere scrittrice in Libano e Viaggio al Monte Tamalpais, una sorta di percorso insieme fisico ed estetico sorretto da un inesauribile senso di meraviglia e una concezione rituale e quasi magica della natura. Jouvence ha invece pubblicato Ai confini della luna ed altri racconti (1995), mentre l’editore romano Semar ha dato alle stampe nel 2001 l’Apocalisse araba, forse il testo più universalmente noto di Adnan, con traduzione e presentazione di Toni Maraini.
Adnan però era comparsa ben prima nei nostri annali della stampa: già nel 1979 le Edizioni delle donne di Milano, di orientamento femminista, avevano infatti offerto la traduzione del romanzo Sitt Marie Rose.
La poesia di Adnan in Italia
La presenza degli scritti di Adnan nel nostro paese data dunque da circa quarant’anni, ma probabilmente per lei, come per molti altri poeti di lingua araba, ancora non si è realizzato quel processo di assimilazione e metabolizzazione dei tratti specifici della sua scrittura che può avvenire solo, da un lato, con la traduzione e, dall’altro, attraverso una lettura consapevole e una mediazione critica ponderata e, perciò, efficace.
San Marco dei Giustiniani – che da anni segue con attenzione il mondo poetico del Mediterraneo avendo varato la collana, unica in Italia, dei “Poeti della riva sud del Mediterraneo” – accompagna all’uscita del volume anche un numero monografico della rivista Trasparenze, dove sono raccolti saggi sulla poetessa (di Anna Stella Poli, Toni Maraini, Mireille Rebeiz, Nicola Ferrari) e riflessioni che prendono l’abbrivio dai suoi testi (Gosia Jagiello, Samuele Fioravanti, Mona Kareem, Luciano Neri).
Non solo: preziosa appare la presenza di un testo inedito della poetessa (To live by night), di una intervista (Conversazione con Etel Adnan, We have wings. Let’s fly) e di una piccola antologia di testi adnaniani. Si tratta di una vera e propria operazione culturale che intende contribuire alla conoscenza dell’autrice e a farla risaltare come una delle voci di maggiore forza nel panorama artistico internazionale.
Alcuni brani di Notte
Night (Notte), in edizione italiana con la traduzione di Cristina Viti, esprime una tesa riflessione sull’anima, sull’universo e sulla memoria: una riflessione profonda, quasi un cammino iniziatico, che non conduce a esiti certi ma che si configura come un atto di ricerca e di totale libertà interiore.
When facing a mirror, a head resembles a lit planet. I wonder: can one spend time within a flower? Imagination moves in circles, as a sole piece of luggage on the tarmac.
With each bird flying, time is passing.
Night is an exhalation rising from a darkness foreign to it: a long eclipse.
I entered once someone’s memory, I say through his brain, the seat of his illuminations. The place was planted with olive trees, and mathematical equations. On one of the trees was hanging a Van Gogh painting. The ground of that house of memory had been once the bed of a river that had run through still another person’s brain. All this constitutes my spirit.
In its will to protect the living from the maddening effect of a constant present, nature created memory. An escape. A rest. Everything I do is memory. Even everything I am.
Knowledge doesn’t kill as surely as love. We spoke at lunch of a guy who had driven three women to suicide. He was smaller in size than any of them, and perverse enough to boast about his deeds.
Our mind has a border line with the universe, there, where we promenade, and where tragedy resides.
[…]
And the night is an island covered with snow, life, always in the present tense,
in the nonchalance of a stream.
Traduzione
Davanti a uno specchio, una testa somiglia a un pianeta illuminato. Mi chiedo: si può passare del tempo all’interno di un fiore? L’immaginazione si muove in cerchi, un singolo bagaglio sulla pista.
Con ogni uccello che vola, il tempo passa.
La notte è un’esalazione che sale da un’oscurità a lei estranea: un’eclissi permanente.
Sono entrata una volta nella memoria di qualcuno, dico attraverso il cervello di lui, la sede delle sue illuminazioni. Era un luogo piantato a olivi ed equazioni matematiche. Da uno degli alberi pendeva un dipinto di Van Gogh. Il suolo di quella casa della memoria era stato una volta il letto di un fiume che aveva attraversato il cervello di una terza persona. Tutto questo costituisce il mio spirito.
Volendo proteggere i viventi dall’impazzire per effetto di un costante presente, la natura ha creato la memoria. Una fuga. Un riposo. Tutto quello che faccio è memoria. Tutto quello che sono, direi.
La conoscenza non uccide a colpo sicuro quanto l’amore. A pranzo abbiamo parlato di un tale che aveva spinto tre donne al suicidio. Era più piccolo di ognuna di loro, e tanto perverso da vantarsi delle sue gesta.
Tra la mente e l’universo corre una linea di confine, là dove passeggiamo e dove risiede la tragedia.
[…]
E la notte è un’isola coperta di neve, la vita, sempre al tempo presente,
nella noncuranza di un torrente.
Etel Adnan, libanese, è attualmente ritenuta una delle scrittrici più significative della diaspora araba. Per approfondimenti: http://www.eteladnan.com/
Etel Adnan, Notte Traduzione di Cristina Viti; introduzione di Paolo Senna
Genova, San Marco dei Giustiniani, 2018 (“Quaderni di poesia. Poeti della Riva Sud del Mediterraneo”)
Ottima inizitiva! Mi fa molto piacere che una poetessa come Etel Adnan venga riproposta ai lettori italiani.
Grazie del commento Marina.