Il mondo di Wisława Szymborska

Wisława Szymborska

Un incontro inatteso

Siamo molto cortesi l’uno con l’altro,
diciamo che è bello incontrarsi dopo anni.

Le nostre tigri bevono latte.
I nostri sparvieri vanno a piedi.
I nostri squali affogano nell’acqua.
I nostri lupi sbadigliano a gabbia aperta.

Le nostre vipere si sono scrollate di dosso i lampi,
le scimmie gli slanci, i pavoni le penne.
I pipistrelli già da tanto sono volati via dai nostri capelli.

Ci fermiamo a metà strada della frase,
senza scampo sorridenti.
La nostra gente
non sa parlarsi.

La pozzanghera
Ricordo bene quella paura infantile.
Scansavo le pozzanghere,
specie quelle recenti, dopo la pioggia.
Dopotutto qualcuna poteva non avere fondo,
benché sembrasse come le altre.

Farò un passo e d’improvviso sprofonderò tutta,
comincerò a volare verso il basso
e ancora più giù verso il basso,
verso le nuvole riflesse
e forse anche oltre.

Poi la pozzanghera si asciugherà,
si chiuderà su di me,
ed eccomi rinchiusa per sempre – dove –
con un grido non arrivato in superficie.

Solo in seguito ho capito:
non tutte le brutte avventure
rientrano nelle regole del mondo
e se anche lo volessero,
non possono accadere.

(Traduzione a cura di L. Rescio)

Wisława Szymborska, poetessa e saggista polacca, nacque a Kórnik nel 1923.
La seconda guerra mondiale segnò la vita della giovane Wisława che fu costretta a studiare e conseguire clandestinamente il diploma nel 1941.
Nel 1943 iniziò a lavorare presso le ferrovie, riuscendo così a salvarsi dalla deportazione in Germania, periodo in cui iniziò la sua carriera artistica e si dedicò all’illustrazione di un libro scritto in lingua inglese. In questo periodo inoltre, cominciò a scrivere storie e, saltuariamente, poesie.
Nel 1945 si iscrisse alla facoltà di letteratura presso l’università Jagellonica, passando a successivamente a quella di sociologia che abbandonò dopo soli tre anni, per motivi economici. La conoscenza col grande saggista e poeta Czeslaw Milosz, Premio Nobel per la letteratura nel 1980, le permise di entrare nel mondo della vita culturale di Varsavia.
La poetessa si sposò due volte: la prima con Adam Włodek, dal quale divorziò nel 1954, la seconda con lo scrittore e poeta Kornel Filipowicz, che scomparve nel 1990.
La sua prima poesia, Szukam słowa (Cerco una parola), fu pubblicata nel 1945 sul quotidiano «Dziennik Polski». Le altre sue poesie furono diffuse su giornali e periodici vari. La prima raccolta poetica Dlatego żyjemy (Per questo viviamo) apparve molto più tardi, nel 1952. Negli anni Quaranta infatti, la pubblicazione del suo primo volume di poesie venne censurato per motivi ideologici perché non conforme ai “requisiti socialisti” ed apparve solo più tardi, dopo l’accostamento ai canoni del realismo socialista, contenenti titoli come Lenin oppure Młodzieży budującej Nową Hutę (Per i giovani che costruiscono Nowa Huta).
Nel 1954, fu pubblicata la seconda raccolta dal titolo Pytania zadawane sobie (Domande poste a me stessa). Tra il 1953 e il 1966, la poetessa lavorò come redattrice del settimanale letterario di Cracovia «Życie Literackie» («Vita letteraria»), al quale collaborò fino al 1981. In esso apparvero saggi come Lektury nadobowiązkowe (Letture facoltative), pubblicate a più riprese.
Nel 1957, Wisława contribuì al giornale “Kultura”, influente giornale degli emigranti polacchi a Parigi.
La terza raccolta poetica, Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti) del 1957, sancì il successo della scrittrice. Negli anni Ottanta, la poetessa collaborò al mensile di Cracovia, “Pismo”, al periodico samizdat “Arka”, con lo pseudonimo “Stanczykówna”, e “Kultura”. Fu notevole inoltre, il suo impegno nel sindacato clandestino Solidarność.
Nel 1993 pubblicò varie recensioni sul supplemento letterario di “Gazeta Wyborcza”, importante quotidiano polacco. Nel 1996, fu insignita del Premio Nobel per la letteratura. La sua ultima raccolta poetica Dwukropek (Due punti), riscosse un gran successo in Polonia. Wisława Szymborska scomparve nel 2012 nella sua casa a Cracovia.

La scelta di Un incontro inatteso di Wisława Szymborska è di Federica Giordano.

2 pensieri su “Il mondo di Wisława Szymborska

  1. Mi ha colpito molto questa poesia. Quella sua “semplicità “in alcuni versi…
    .Realistico quel suo ” … ci fermiamo a metà strada della frase. “. Non sappiamo più ascoltare, solo sentire. È solo un mio pensiero. La pozzanghera sembra un suo incubo superato, retaggio di una guerra incomprensibile sempre e soprattutto ai bambini. Grazie Federica Giordano e complimenti a voi tutti.

    • “Solo in seguito ho capito:
      non tutte le brutte avventure
      rientrano nelle regole del mondo
      e se anche lo volessero,
      non possono accadere.”

      Cara Doriana,
      Secondo me il segreto di tutta la poesia sta negli ultimi versi. In realtà la poesia offre tantissimi spunti di riflessione. L’ultimo, il fondamentale, credo sia proprio nel finale. E’ come se l’esperienza abbia mitigato la paura della protagonista di “impantanarsi” in una relazione burrascosa o in un’anonima guerra. In sostanza, la poesia sembra rivelare che il nemico dal quale ci difendiamo, può essere anche solo frutto della nostra immaginazione, cioè, di una realtà non agita, non vissuta in modo reale. Per questo ciò che è frutto della nostra immaginazione, anche se lo volessimo, “non può accadere”. Ciò che accade veramente è in quel qualcosa di inatteso e imprevedibile che risolve una paura, un timore ingiustificato dell’altro.

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