Federica Giordano, da “La luna è un osso secco”

Federica Giordano

Gli oceani intonano distanze sopra il fuoco

e le lontananze asiatiche cambiano la mente.

Gli uomini camminano, si parlano, si annientano:

un animale deforme con milioni di teste

che fa confusione e che sporca e che si fustiga da solo.

Invece nel verso dell’orso polare resta una pietà

dopo che ha macchiato di un sacrificio rosso

la santità del ghiaccio.

**

Un pensiero più di ogni altro mi perseguita:

che siano venduti gli innocenti

e che il loro sguardo di animale

sia trafitto dal male sotterraneo.

Un’idea torrida che si innalza come un’età,

come un obelisco.

**

Il tempo è un volto che invecchia,

mai interrompendo il lavoro.

Deformandosi, si allontana anni luce

dalla prima sua fattezza.

Infinitamente si allontana

ma conserva un appiglio di costanza,

qualcosa che lo rende riconoscibile e fido,

un’illusione di comprensione

e di anticipo sul futuro.

Ma repentinamente, quel volto riserva espressioni

che non si lasciavano presagire

e amaramente l’uomo, senza merito e tardi,

le comprende.

La maschera del vecchio era già piazzata sul bambino

come un accampamento che attende.

**

Un’abbondanza in me continua a morire.

Lei mi guarda da lontano, come un’ostrica

che dagli abissi non sospetta il mondo.

Cresce nel segreto.

Da dove io sono, riuscire a guardarla

è un dolore.

In un pascolo una pecora ingoia un filo d’erba

E una fonte si prosciuga.

**

La ruga corre profonda nella carne del mondo.

Il tempo nelle mani dei poeti sgorga a fiotti da quel solco.

Siamo qui, accucciati in una valva,

cercando la curvatura magica

che dà i natali al cerchio.

**

Ben oltre te e me,

più lontana dal nostro sangue,

sta alta come un faro,

la quiete della stella fissa.

 

Federica Giordano, “La luna è un osso secco”, Marco Saya edizioni, 2019

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Federica Giordano è nata a Napoli nel 1989. É laureata in Lingue moderne per la cooperazione internazionale con una tesi in Letteratura tedesca su Antigone di F. Hölderlin.
Si occupa di critica letteraria e collabora a varie riviste tra le quali “Nuovi Argomenti” e “Poesia” di Crocetti. É inoltre tra i blogger del sito di Poesia della Rai di Luigia Sorrentino. Gestisce insieme a Mario Fresa il blog di musica Il Re Pescatore.
É autrice di un servizio sulla raccolta “Porcellana – Poema sulla distruzione della mia città” di Durs Grünbein con un’ampia sezione di traduzioni di testi inediti in lingua italiana, pubblicato nel numero di Febbraio 2013 della rivista “Poesia”. Ha curato la traduzione di due lungometraggi di Cynthia Baett “Cycling the frame” e “The invisible frame” presentati nell´ambito delle rassegne cinematografiche del Goethe-Institut di Napoli.
Il numero di novembre 2016. La sua prima raccolta di versi, “Utopia Fuggiasca” (Marco Saya Editore, 2016) ha vinto il Premio italo-russo Bella Achamadulina (2017) – sezione “Tonino Guerra” – e il Premio “L’Iguana” (2017), menzione di merito al premio Frascati, menzione speciale al Premio Montano.
Insieme alla poetessa Vanina Zaccaria, è autrice del lavoro poetico e performativo: “La storia e l’utopia. Un dialogo poetico”,
L’ultima pubblicazione, a maggio 2019, con l’editore milanese Marco Saya: “La luna è un osso secco”.

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