Piange sottovoce il sangue,
violenta al risveglio un’asfissia di sonno.
Pesa poco l’immensità versata, è ritmo di poca virtú.
Duole la cadenza delle tempie, a favore di questa miseria indifferente
che esce dal mio naso. Che esce.
Guardo ed è rossa vita senza storia, la mia esposta all’aria.
Io credo di poter vedere in questo una serena illusione,
e sono grata al corpo e a ciò che questo incarnato bagaglio
ancora può nell’universo dei versi:
esce in questo sangue il meglio di me.
È l’unica verità che vedo in questo momento,
la libertà del bene che esce. Che esce e finisce in terra,
dritto sangue e senza esitare si conclude. In terra.
Cosí anche il resto di me che cade, si rivolge al suolo questo corpo,
facile orizzonte davanti a me.
*
Versi all’amico poeta
Che leggi versi. Mi leggi versi. Ascolto
e mi perdo però in ciò che vedo. Pienezza del male di vivere,
mentre i tuoi versi parlano di scienza.
È un livido il tuo stare dentro questi muri,
l’aria che non cambia odore. Da anni penombra
della depressione, che tu preferisci chiamare:
Traurigkeit.
Ma ti ricordo che Trauer è piú profondo ancora,
perché ti dichiari in lutto di te stesso
e mentre che i versi mi passano accanto, nemmeno ascolto.
Invece vedo, che sí, la scienza di cui parlano
con te ancora non ha scoperto cosa fare.
*
Dunque il corpo. Che la sua natura degna
da giovane è poesia alla quale non servono scritture.
E ora le mani a tenere ferma una penna
che nulla può tranne raccontarlo sui candori di un foglio.
È sutura la poesia, che avvicina i lembi di una vita,
cucitura su strati distinti che il tessuto invecchiato
rende interessanti e ancora di piú, affascinanti.
Eppure qui la nostalgia. Di freschezza e vigore
a tentare di rifiorire amandolo ancora, il corpo.
Roberta Dapunt (1970), in poesia ha pubblicato le plaquette “OscuraMente” e “La carezzata mela”. Ha inoltre pubblicato le seguenti raccolte poetiche: “La terra più del paradiso”, Torino, Einaudi, 2008; “Le beatitudini della malattia”, Torino, Einaudi, 2013 Collezione di poesia; “Nauz: versi ladini”, Rovigo, Il ponte del sale, 2017; “Sincope”, Torino, Einaudi, 2018.
La scelta delle poesie di Roberta Dapunt è di Giovanni Ibello