Grande corale di ringraziamento

Bertolt Brecht

Bertolt Brecht
da: “Libro di devozioni domestiche”

1
Lobet die Nacht und die Finsternis, die euch umfangen!
Kommet zuhauf
Schaut in den Himmel hinauf.
Schon ist der Tag euch vergangen.

Lodate la notte e l’oscurità che vi abbracciano!
Venite in tanti,
guardate in alto nel cielo:
il giorno per voi è già passato.

2
Lobet das Gras und die Tiere, die neben euch leben und sterben!
Sehet, wir ihr
Lebet das Gras und das Tier
Und es muss auch mit euch sterben.

Lodate l’erba e le creature animali che vivono e muoiono accanto a voi!
Vedete, come voi vivono l’erba e la bestia
E insieme con voi moriranno.

3
Lobet den Baum, der aus Aas aufwaechst jauhzend zum Himmel!
Loebet das Aas,
lobet den Baum, der es frass
aber auch lobet den Himmel!

Lodate l’albero che cresce dalla carogna levando grida di giubilo al cielo!
Lodate la carogna
e lodate l’albero che la divora
ma lodate anche il cielo!

4
Lobet von Herzen das schlechte Gedaechtnis des Himmels!
Und das er nicht
Weiss euren Nam’ noch Gesicht.
Niemand weiss, dass ihr noch da seid.

Lodate di cuore la cattiva memoria del cielo!
E che esso non conosca
Né il vostro nome né il vostro volto.
Nessuno sa che siete ancora qui.

5
Lobet die Kaelte, die Finsternis und das Verderben!
Schauet hinan:
Es kommet nicht auf euch an
Und ihr koennt unbesorgt sterben.

Lodate il freddo, il buio e la rovina!
Guardate lassù:
non dipende da voi
e potete morire indisturbati.

Selezione e traduzione dal tedesco a cura di Federica Giordano

Bertolt Brecht nasce il 10 febbraio 1898 ad Augsburg (in Baviera) da famiglia benestante (è il figlio, infatti, dell’amministratore delegato di un’importante impresa industriale).

Compie a Monaco le prime esperienze teatrali, esibendosi come autore-attore: il suo esordio è fortemente influenzato dall’Espressionismo.

Presto aderisce allo schieramento marxista e sviluppa la teoria del “teatro epico” secondo cui lo spettatore non deve immedesimarsi durante la rappresentazione, ma deve cercare di mantenere una distanza critica, allo scopo di riflettere su quello che vede in scena. Da parte dell’autore, invece, canzoni, elementi parodistici e una sceneggiatura molto ben studiata devono essere utilizzate per creare un effetto di straniamento, un distacco critico.

Nel 1928 Bertolt Brecht raggiunge un grande successo con la rappresentazione della ”Opera da tre soldi”, rifacimento del celebre dramma popolare inglese del ‘700 di J. Gay (la cosiddetta “Beggar’s Opera”).

I personaggi principali sono il re dei mendicanti che ne organizza il “lavoro” come un affare qualsiasi (e da cui ricava notevoli compensi), il criminale senza scrupoli Mackie Messer, che in fondo è un esempio di rispettabilità borghese, e il capo di polizia, un tipo marcio e corrotto.

Brecht inscena qui una rappresentazione spettacolare, ricca di colpi di scena, con bellissime e graffianti canzoni e ballate scritte da Kurt Weill (che diventeranno tra le più celebri della sua eclettica produzione di compositore). In quest’opera, la differenza tra criminali e persone rispettabili sparisce del tutto, i soldi rendono tutti uguali, cioè corrotti. Critico nei confronti della società del tempo, Brecht aderisce come detto al marxismo e nel 1933, quando sale al potere il nazismo, è costretto a lasciare la Germania.

Peregrina per 15 anni attraverso molti paesi ma dopo il 1941 si stabilisce negli Stati Uniti. Alla fine del conflitto mondiale, diventato sospetto alle autorità americane per le sue polemiche politiche e sociali, lascia gli Stati Uniti e si trasferisce nella Repubblica Democratica Tedesca, a Berlino, dove fonda la compagnia teatrale del ”Berliner Ensemble”, tentativo concreto di realizzare le sue idee. In seguito, l'”ensemble” diventerà una delle più affermate compagnie teatrali. Nonostante le sue convinzioni marxiste, comunque, è spesso in contrasto con le autorità della Germania dell’est.

Brecht è autore di numerose poesie che possono considerarsi tra le più toccanti della lirica tedesca novecentesca. La sua scrittura poetica è diretta, vuole essere utile, non ci porta in nessun mondo fantastico o enigmatico. Eppure ha un fascino, una bellezza a cui è difficile sottrarsi.

Bertolt Brecht muore a Berlino il 14 agosto 1956 all’età di 58 anni a causa di un infarto cardiaco

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