Ferruccio Benzoni, da “Fedi nuziali”

Settembre le foglie

Settembre mi sgela da un torrido
d’afa: mai amato questo mese.
Ma non è immemore il tempo:
presto o tardi si contraddirà
e io con esso restituito
a una felpa di passi sulle foglie.
Non andrò più incontro a un’altra
estate – non sarà più Vaucluse.
E d’altra parte una gioia
d’anni miniaturizzabile in giorni è un amore
lascivo o semplicemente intenso.
Ma tu irripetibile che mi guardi
– l’amore che ti do è il mio
coraggio e la miseria
da settembre più tetri stillati
da un pozzo di foglie e veleni.
Aiutami aiutami a incespicare
sulle più non fiammanti foglie-rendimi
a una stagione ferita tuttora ardente.

Altra guerra

                              a Vittorio

Rideva con tutta la nicotina della guerra
delle minute possibili catastrofi
di una guerra girata altrove.
non l’amore gli faceva torto
se un fiume fulgeva o un amico
ma uno sgarro di devozione
alla gioventù: la vita girata altrove.

Ferruccio Benzoni, nato e morto a Cesenatico (1949-1997). È importante ricordarne, insieme alla produzione in versi, l’attività culturale svolta con «Sul Porto» (1973-1983), dove insieme a Stefano Simoncelli e Walter Valeri dialogò con i ‘grandi’ della generazione precedente (tra cui Raboni, Fortini, Sereni). Ed è proprio a Sereni che Benzoni lega gran parte del proprio destino affettivo e poetico, di cui la scrittura benzoniana è preziosa traccia e testimonianza. A tal proposito, si segnala “Miei cari tutti quanti. Carteggio tra Vittorio Sereni e Ferruccio Benzoni e gli amici di Cesenatico”, a cura di Dante Isella (San Marco dei Giustiniani, 2004). Tra i suoi testi poetici ricordiamo “La casa sul porto” (pubblicata nei Quaderni della Fenice nel 1980, con un intervento di Raboni), “Notizie dalla solitudine” (San Marco dei Giustiniani, 1986), “Fedi nuziali” (Scheiwiller, 1991), “Numi di un lessico figliale” (Marsilio, 1995), “Sguardo dalla finestra d’inverno” (Scheiwiller, 1998), nonché il “Canzoniere infimo ed altri versi”,  pubblicato postumo (2004) sempre per i tipi di San Marco dei Giustiniani.

 

La scelta dei testi qui pubblicati è di Emanuele Franceschetti

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