Nadia Campana (1954 – 1985)

Nadia Campana

Guardiamo dalla cima del monte
il filo di calma che è nato
del mio petto tu conti ogni grano
e ogni cuore si prende di colpo
il suo tempo: un amore
è tornato e si è accorto
il suo disco ci copre.
Adesso tu devi guardarmi
per quella collana di sì
nella mia pelle che apre
la piana la strada
e i fondi della notte
i centesimi della sete.

*

Noi, la lunga pianura immaginaria
ci inghiotte come sacramenti della notte
Sei stato una quantità esatta
nella pioggia che afferra i visi
Ma adesso in ogni angolo della stanza
aspetteremo fuori dall’esplosione
un legno che io, qui,
ho costruito (lasciami fare)
prodigi scelti dal caso, pioppeti da percorrere!
Il tenero è nel mezzo e nell’interno
umiltà di una porta
ascoltando treni, a un passo, come
una febbre nel ricordo esattamente
Guarda il campo
è così calmo, smisurato, stamattina.

*

il coltello segava segava
datemi un pane datemi un pane
ma questo no, sa di piume
e in bocca si fa masticare
come terra o sabbia dei morti
verso il centro conchiglie
e per questo accelero…
se l’incertezza non mi guarisce
trovo un’eco più potente
posso farlo, è la fine
anche se dietro non sono le orme
il filo dell’alba ha quest’ordine.

Nadia Campana, da “Verso la mente”, Raffaelli, 2014. Volume curato da M. De Angelis, E. Rabuffetti, G. Turci.

Nadia Campana (Cesena, 1954 – Milano, 1985), è stata poetessa e traduttrice. Autrice di una cinquantina di poesie, i testi sono stati raccolti dapprima in saggi e poi, inseriti nella raccolta postuma Verso la mente, curata da Milo de Angelis e Giovanni Turci. Nadia Campana è morta suicida a Milano nel 1985.

La selezione dei testi qui pubblicati di Nadia Campana e di Giovanni Ibello

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