ANTEPRIMA EDITORIALE
Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo qui una scelta di poesie tratte dall’ultimo libro di Nanni Cagnone: “Mestizia dopo gli ultimi racconti”, La Finestra Editrice, 2019.
I
Tutto prese avvío da una parola. Ma non si resiste a lun- go entro una parola. Attendi nel mondo esterno il segno d’una corrispondenza, attendi completarti in un atto.
Le parole sono bisognose. La parola ‘bacio’, ha bisogno di materia, le serve un’altra lingua, ha bisogno d’un bacio. Compiango chi s’impiglia nel contrario.
Tentare in chiusa voce
e non all’aperto,
ne l’universo mondo,
equivale a mancare.
Prestigiatori di sillabe,
sospesi, controluce,
ci sono brezze anche per voi.
II
Per il fervore
degli antichi dèi
e le stridule pretese
dei conseguenti,
premuti ancora
su divini aculei.
Anelito
a lasciar in via
gli antenati
dei nostri dolori.
D’ore senza scopo
il balsamo paziente.
III
Cielo, pensato culmine,
concavità a cui s’imposero
leggende, mi volgo indietro
per vederti alto nel tempo
santificar colline,
fermo sui tumulti
con tua volubile eternità.
Altorivolgersi, credersi
accolti, poi ruzzolare,
all’orlo ultimo scoprire
che i libri servono soltanto
a ricordare le parole.
IV
Símia, cognitivo specchio,
trascurata opaca somiglianza,
manca a tua cultura
una teologia, e non c’è zoo
che possa indurti a devozione—
in verità, per umano scempio,
non posso sostenere
il tuo sguardo.
V
Ci sono popoli
che tengono con sé
i loro antenati,
orecchio e soffio,
ed altri, smemorati
pur de l’ultima onda.
Ci sono popoli per cui
sacro ed ebbro il suolo
come il tamburo—
non sapremo raggiungerli.
VI
Impara a pazientare,
sarai sempre tu
ma lentamente.
No, t’affretti
al pulsar de la notte,
alla ventura—
frutti acerbi
e ditirambi nel buio
contro la disparità
il torto del giorno.
Svolando addietro,
ora lo sai—
hai svuotato per anni
un vuoto canestro.
VII
Dovrai subir ancora
la furibonda gioventú,
gli sprechi i nobili assalti
e quel che non ricordi
o meglio non comprendi,
poiché ad ogni età
si cambia continente
e non ci sono
imbarcazioni sicure
e senz’accoglimento
sei sparso ogni volta
qual lacerato intero,
e non c’è pace alcuna,
ultimamente.
VEDI QUI LA VIDEOINTERVISTA A NANNI CAGNONE
Nanni Cagnone. Nato nel 1939 a Carcare, in provincia di Savona, Cagnone da sedici anni vive a Bomarzo, vicino Viterbo con la compagna Sandra Holt. “Dites-moi, Monsieur Bovary” e “Ingenuitas” sono alcune delle sue due ultime pubblicazioni. Ad esse hanno fatto seguito: “Parmenide Remastered” (2019) e “La genitrice terra (2019). Autore prolifico, Nanni Cagnone ha scritto numerosi libri di poesia, saggi, testi per il teatro e racconti. Poeta solitario e appartato, è stato definito da Antonio Gnoli “uomo dalla consistenza volatile… quasi un fantasma”.
Un grande!
Il dolore di migliorare, gradualmente vedere quant’è facile quello che sembrava ambizione proibita: per il funambolo la corda è più sicura di una pianura e l’acrobata fa del salto mortale la sua seconda natura, la raggiunta perfezione demotiva il pioniere e l’apripista, gli strumenti che sembravano fatti per scalare le nubi o scolpire il diamante, ora giacciono umiliati dal facile uso, il comodo accesso li equipara ad attrezzi d’un bricolage quotidiano eseguito soprappensiero, una mistica automatica. E’ la sorte d’ogni metro d’argento vivere isolato sotto una teca di vetro, cristallizzato nelle stigmate eterne della sua vittoria. Grazie di esistere ed insistere, mirabile Cagnone dalla voce più che umana!