Paul Celan, poesia, esistenza e verità

Paul Celan

COMMENTO E TRADUZIONE DI ALESSANDRO BELLASIO

Tesa, lampeggiante, cesellata fino all´estremo e di volta in volta incandescente o raggelata, ipnotica o allarmante, quella di Paul Celan (1920 – 1970) è una poesia che accade in uno spazio mitico, turbato da uno spettro di luce siderale, dove tutto appare come attraverso la propria filigrana ontologica, in forma di emblema e di cifra.
Della vasta produzione di uno dei più grandi lirici del novecento, proponiamo alcuni brevi, folgoranti testi attinti da raccolte diverse, ma nei quali comune e decisiva è la ricerca sul senso della parola e sull’indissolubile intreccio tra poesia, esistenza e verità.

(Traduzioni di Alessandro Bellasio)

Mit wechselndem Schlüssel
schließt du das Haus auf, darin
der Schnee der Verschwiegenen treibt.
Je nach dem Blut, das dir quillt
aus Aug oder Mund oder Ohr,
wechselt dein Schlüssel.

Wechselt dein Schlüssel, wechselt das Wort,
das treiben darf mit den Flocken.
Je nach dem Wind, der dich fortstößt,
ballt um das Wort sich der Schnee.

Con alterna chiave
tu apri la casa dove
vortica la neve delle cose taciute.
A seconda che il sangue ti sgorghi
da occhio o da bocca o da orecchio,
cambia la tua chiave.

Cambia la tua chiave, cambia la parola,
cui è concesso vorticare tra i fiocchi.
A seconda del vento che via ti sospinge
intorno alla parola si fa più fitta la neve.

(da Von Schwelle zu Schwelle, Di soglia in soglia, 1955)

*

Dein
Hinübersein heute Nacht.
Mit Worten holt ich dich wieder, da bist du,
alles ist wahr und ein Warten
auf Wahres.

Es klettert die Bohne vor
unserm Fenster: denk
wer neben uns aufwächst und
ihr zusieht.

Gott, das lasen wir, ist
ein Teil und ein zweiter, zerstreuter:
im Tod
all der Gemähten
wächst er sich zu.

Dorthin
führt uns der Blick,
mit dieser
Hälfte
haben wir Umgang.

Il tuo
essere dall’altra parte questa notte.

Con parole ti riportai di qua, ed eccoti,
tutto è vero e un’attesa
di cose vere.

Sale il rampicante
alla nostra finestra: tu considera
chi cresce accanto a noi e
lo osserva.

Dio – così leggemmo – è
una parte e una seconda, più dissolta:
nella morte
di tutti i falcidiati
egli si rimargina.


ci conduce lo sguardo,
con quella
metà
noi abbiamo a che fare.

(da Die Niemandsrose, La rosa di nessuno, 1963)

*

Weggebeizt vom
Strahlenwind deiner Sprache
das bunte Gerede des An-
erlebten – das hundert-
züngige Mein-
gedicht, das Genicht.

Aus-
gewirbelt,
frei
der Weg durch den menschen-
gestaltigen Schnee,
den Büßerschnee, zu
den gastlichen
Gletscherstuben und -tischen.

Tief
in der Zeitenschrunde,
beim
Wabeneis
wartet, ein Atemkristall,
dein unumstößliches
Zeugnis.

Stinta e consumata
dal vento radiante della tua lingua
la chiacchiera variopinta
dei fatti vissuti – la linguacciuta
miapoesia, la nullità.

Via dal
turbine,
aperto il
passaggio attraverso le nevi
dalle fattezze umane,
nevi di penitenti, fino
alle stanze e alle tavole approntate
dei ghiacciai.

In fondo
al dirupo del tempo,
presso
il favo di ghiaccio
attende – un cristallo di respiro –
la tua inconfutabile
testimonianza.

(da Atemwende, Svolta del respiro, 1967)

*

Die zweite
Nesselnachricht
an den
tuckernden
Schädel:

Weggesackt
der lebendige
Himmel. Unter
der jaulende
Düse,
mitten im ewigen
Blinkspiel,
beiß dich als Wort in den wissenden,
sternlosen
Halm.

Il secondo
messaggio urticante
allo
sfrigolante
cranio:

precipitato
il vivo
cielo. Sotto
il rombo del
reattore,
al centro dell’eterno
scintillio,
morditi come parola nel cosciente
stelo
senza stelle.

(da Fadensonnen, Filamenti di sole, 1968)

*

Klopf die
Lichtkeile weg:

das schwimmende Wort
hat der Dämmer.

Scuoti via
i cunei di luce:

la fluttuante parola
è del crepuscolo.

(da Lichtzwang, Luce coatta, 1970)

*

Mit den Sackgassen sprechen
vom Gegenüber,
von seiner
expatriierten
Bedeutung -:

dieses
Brot kauen, mit
Schreibzähnen.

Parlare con i vicoli ciechi
della Frontalità,
del suo
espatriato
senso -:

questo
pane masticare, con
denti di scrittura.

(da Schneepart, Parte di neve, 1971)

*

Eingeschossen
in die Smaragdbahn,

Larvenschlupf, Sternschlupf, mit allen
Kielen
such ich dich,
Ungrund.

Sparato
nella rotta di smeraldo,

rifugio di larve, rifugio di stelle, con tutte
le chiglie
io ti cerco,
sottratto abisso.

(da Zeitgehöft, Dimora del tempo, 1976)

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Nato nel 1986 a Milano dove vive, Alessandro Bellasio ha pubblicato la raccolta di poesie Nel tempo e nell’urto (LietoColle-Pordenonelegge, 2017), segnalata al premio Ponte di Legno Poesia e vincitrice del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como e del Premio Poesia Città di Fiumicino, sezione “Opera prima”. Sue poesie inedite sono state premiate in occasione del festival Europa in Versi 2018.
Suoi articoli e recensioni sono apparsi su riviste e blog letterari, tra cui Nuovi Argomenti, Poetarum Silva, Rai News Poesia.
Ha tradotto dal tedesco e ha curato, con Milo De Angelis, le rassegne di letture Poeti dell’Espressionismo Tedesco – andata in scena alla Casa della Poesia di Milano e nel corso dell’edizione 2018 di Pordenonelegge – e Polonia e Poesia, sempre per la Casa della Poesia di Milano.

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