UNA MODESTA PROPOSTA
DI VALERIO MAGRELLI
Era del 1969 l’articolo di Gregory Bateson Patologie dell’epistemologia. Lo si trova nel volume intitolato Verso un’ecologia della mente (Adelphi, 1991). Solo per dire che, oltre mezzo secolo fa, lo studioso aveva già perfettamente analizzato la situazione in cui ci troviamo in questi mesi. Il mio intervento si riduce a un semplice, sentitissimo invito: proporre l’adozione del suo testo nelle scuole dell’obbligo. Nient’altro. E passo adesso a riassumerne brevemente qualche pagina.
L’intervento denuncia gli errori epistemologici commessi dalla civiltà occidentale, a cominciare dai danni del Positivismo. In armonia con il clima di pensiero che predominava verso la metà dell’Ottocento in Inghilterra, Darwin formulò una teoria della selezione naturale e dell’evoluzione in cui l’unità di sopravvivenza era la famiglia, la specie, la sottospecie o qualcosa di simile. Oggi, però, sappiamo che l’unità di sopravvivenza nel mondo biologico reale non è questa: l’unità di sopravvivenza è piuttosto L’ORGANISMO PIÙ L’AMBIENTE.
Stiamo imparando sulla nostra pelle che, distruggendo il suo ambiente, l’organismo distrugge se stesso. Con la pandemia, aggiungo io, stiamo vedendo cosa accade quando si commette l’errore epistemologico di scegliere l’unità sbagliata.
Nella loro forma più virulenta, le idee che dominano oggi la nostra civiltà risalgono alla rivoluzione industriale, e si possono riassumere così: noi contro l’ambiente; noi contro altri uomini; l’unica cosa importante è il singolo (o la singola compagnia o la singola nazione); possiamo avere un controllo unilaterale sull’ambiente e dobbiamo sforzarci di raggiungerlo; viviamo all’interno di una frontiera che si espande all’infinito; il determinismo economico è cosa ovvia e sensata; la tecnica ci permetterà di attuarlo.
Ora, alla luce delle grandi ma in definitiva distruttive conquiste della nostra tecnica negli ultimi 150 anni, tutte queste idee, spiega Bateson, si sono dimostrate false. La moderna storia ecologica (e l’attuale contagio da virus, torno a sottolineare io) dimostrano che, violando il proprio ambiente, la creatura distrugge stessa. Possiamo dire anzi (continuo a parafrasare un saggio di cinquant’anni fa…) che tutte le attuali minacce alla sopravvivenza dell’uomo sono riconducibili a tre cause originali: 1) progresso tecnico; 2) aumento della popolazione; 3) errore nel pensiero e negli atteggiamenti della cultura occidentale. Insomma, i nostri valori sono sbagliati perché la maggioranza degli uomini è ancora guidata da un’epistemologia errata. La nostra insensata volontà di concentrarci sulla vita dei singoli individui, ha creato, nell’immediato futuro, la possibilità di una catastrofe mondiale.
Ma facciamo un passo indietro, verso l’idea di trascendenza divina. Ebbene, Se mettete Dio all’esterno e lo ponete di fronte la sua creazione con l’idea di essere stati creati a sua immagine, vi vedrete naturalmente come FUORI e CONTRO le cose che vi circondano. Così, nel momento in cui vi arrogherete ogni diritto e potere, tutto il mondo circostante vi apparirà senza alcun diritto (un’idea già presente nella poesia di Friedrich Schiller, Gli dei della Grecia). L’ambiente vi sembrerà un semplice deposito di materiale, da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi, la vostra gente o gli individui della vostra specie, IN ANTITESI con un ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze, dagli animali e dalle piante. Ma le materie prime del mondo sono limitate. Dunque, SE avete questa opinione del vostro rapporto con la natura e SE possedete una tecnica progredita, la vostra probabilità di sopravvivenza “sarà quella di una palla di neve all’inferno”. Da qui, la conclusione di Bateson: “Non si tratta di uno scherzo e non so quanto tempo abbiamo ancora prima della fine”.
Nuova Teoria del caos: poesia con spiegazione allegata
di Valerio Magrelli
A Marco Perilli
In matematica e in fisica, il cosiddetto “effetto farfalla”, causato dal semplice battito d’ali dell’insetto, esprime l’idea che minime variazioni nelle condizioni iniziali producano massime variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.
1 signore si mangia 1 farfalla in Cina
e non possiamo più andarcene al cinema,
andare a correre
e a lavorare,
andare a discorrere
oppure a ballare,
andare in pizzeria,
magari in bici,
starsene in compagnia,
abbracciare gli amici.
Spiegazione: l’asse di questa poesia è costituito dal contagio tra rime e azioni quotidiane, in una trasmissione poetica del suono che vuole mimare quella patologica del virus.
Grazie Valerio. Questo tuo intervento è interessante e ben si collega alle argomentazioni del professor Nancy. (Leggere anche i commenti al post che precede il tuo). La distruzione della civiltà è iniziata da secoli. E, probabilmente, ci vorrà molto tempo ancora per arrivare alla fine. Tutto ora sembra essere nelle mani della Scienza e della Tecnologia. Sono loro i nostri veri sovrani. Dobbiamo capire, se mai ne avremo la possibilità – perché poeti e filosofi non parlano con la Scienza da qualche secolo, né tanto meno con la Tecnologia, semplicemente si ignorano – se questo processo di distruzione della civiltà e dell’ordine del mondo, saranno capaci di arrestarlo. Dubito molto. Siamo già nella catastrofe mondiale.
Questo intervento di Magrelli è molto lucido ed elegante come nel suo stile. In realtà già dagli anni 50 e 60 illustri intellettuali di destra e di sinistra com’è Bertrand Russell, I filosofi della scuola di Francoforte e diversi dei massimi fisici teorici del tempo, avevano preconizzato questa situazione. Ma Bateson ha avuto il merito di azzeccare la metafora illuminante di una ecologia della mente. Quindi condivido in pieno anche la messa a fuoco sulla sua figura in questo intervento.
Magrelli dice molto bene cose che condivido e che fanno parte di una linea di pensiero di cui senz’altro Bateson è esponente di rilievo. La critica alla idea dominante di un “tempo unilineare e unidirezionale” che postula il dominio dell’uomo sulla Natura è patrimonio prezioso. E Magrelli lo riporta naturalmente alla Genesi. L’intera storia dell’Occidente è contrassegnata da quella nozione di tempo. E , come amo dire e scrivere è “colpa del mare” che ad Ulisse (quello dantesco) indica la via della conoscenza priva dei “limiti” delle “coste” delle “baie”. Agli antichi greci il mare non stava granché simpatico. E forse non avevano torto. Chissà che un giorno, non noi ovviamente ma il genere umano- poiché la partita è aperta proprio su questo ed è tutta da giocare – non ci tocchi ringraziare il cinesino che ha mangiato la farfalla.
Io mi vanto del fatto che Valerio Magrelli ha seguito una mia lezione a Roma tre. E’ una persona di una umanità straordinaria.
Al suo discorso mi viene da aggiungere che tutte le specie che sono comparse sulla terra si sono estinte per una ragione o per l’altra.
E per fortuna questo capiterà anche al genere umano 🙂