La Finestra Editrice pubblica a luglio 2020 un nuovo libro di Nanni Cagnone, “Ex animo”. Il canto d’amore è il dettato poetico di un’opera scritta da un poeta che non smette di stupirci.
«Amo il non dipendere dalle circostanze. Dai cosiddetti fatti. Mi interessa ciò che la storia non può offrire. Il vero è solo un’ iperbole; il falso è disgustoso. Pensare con sincerità questo è il solo lusso che mi sono permesso».
(Nanni Cagnone)
v
Da pigra sorgente
accanita conclusione.
Ogni volta,
la naturalezza
d’un termine,
premurosa offesa
d’un capolinea—
scendi nei difetti
d’una periferia,
ove cose rivali
si presentano.
Interesse ultimo
la fine, opera
ch’altra ne toglie
o figurata salvezza.
La malizia di quel che
giunge a conclusione
dice intatto
soltanto lo sconforto-
ma non ingiurioso
l’epilogo, visitatore
austero, se oltre
riconosci
il sorriso essenziale
entro l’assalto
del vivere.
*VI
Non ha piaghe
quel vento,
non reca notizie:
preme da solo,
loda il maltempo
– allora cupe tinture –
o si fa brezza
per una donna calma
avanti al mare.
Dunque, il pungolo
d’un giorno d’inverno,
cosa che stringe
in una spelonca
o doglie di primavera.
Tra l’uno e l’altra,
una sola affermazione—
mai non volle rasoio
la tua mente,
transitar soltanto.
*
VII
Tu brace quasi cenere,
ingloriosi ultimi sussulti—
non sono interi i sogni.
Chi vorrebbe ereditare
la tua scomodità,
le attorte viscere
i non voluti balsami
e il lumeggiar
orti e giardini?
Dopo la sordida
adunanza, vigilar
la notte—riposa
sul dorso della mano
non temere, muovono
terra ancora, le radici.
Permalosi i tuoi debiti,
ma ripiega con cura
la tovaglia, mentre
un cane dietro di te
preferisce assopirsi
e c’è ovunque un invito,
la presentazione
d’un fiore, un servitore
dell’aria bella d’aprile.
*
VIII
Da gratitudine
incoronati
quanti morti,
d’ammirazione
che non giunge
a loro oscurità—
qualcosa di piccolo
due lacrime
al Père-Lachaise.
Grama imitazione
corteggiare un sepolcro
su cui perdutamente,
per anacronistici minuti,
quasi a commuoverne
il vuoto. Non sapendo
imaginare, han bisogno
di vestigia, pellegrini
nel fango dei secoli,
in loro inchiostro
adolescente.
Normalmente sono ignari,
ma convinti che la morte
sopravviva.
*
X
Questi mormorii
che me pretendono
tra felci carrubi
notturnità ripida
sul mare—
esili cose senza scopo.
Non puoi calmare
i conviventi ricordi,
però far patto
con le presenti nuvole
l’infermità delle stagioni
e pensieri insinuanti
piú dei veleni
del tardo Impero.
Morte miseria malattia,
parole che sfuggono
all’inerzia del lessico.
Lasciatele a noi,
vulnerabili noi—
timor non ci bisogna.
*
XII
L’odierna stupidità
ti stanca come farebbe
se mai potesse
un’escursione—vai
per sentieri, incontri
degl’idioti, sorridi
con pauca convinzione,
speri che democrazia
non li voglia in Parlamento.
Sí, correctness,
ultimo estro, ma chiedi
che costoro stian lontani,
disfacitori d’opere.
In ’erets infima si giace.
Meglio sia ingiusto,
il fortunato minimo
universo, e la tua
scarsa specie s’estingua—
che non stenti il respiro
per gravar d’empi, d’idioti.
Da Ex Animo, di Nanni Cagnone, La Finestra Editrice, 2020
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