Sculpting the Girl with a Bee Dress *
One is not born, but rather becomes, a woman
–Simone de Beauvoir
Before her nipples blush
into stone buds,
he casts bees in wax
so her eyes are abuzz
with wings in flight,
her larval tongue
steaming pink and red.
Next, he hems her ovaries
into honeycombs,
graces her hands into
a hymn of flowers,
pins her forehead
inside a halo of sky.
He’d let her slumber
in honey and song
expecting no battle cry
in B sharp, nor the frenzy
of the swarm, the insect fury
that might kill him.
*Ispirato da Maggy Taylor, ‘Girl with a Bee Dress’
Pubblicato per la prima volta in ‘Bracken Magazine’
https://www.brackenmagazine.com/issue-vii/zammit-sculpting-the-girl-with-a-bee-dress
Scolpire la ragazza col vestito di api
Donna non si nasce, si diventa
Simone de Beauvoir
Prima che i capezzoli avvampino
in fioriture di pietra,
lui getta le api nella cera,
così gli occhi di lei sono
un pullulare di ali in volo,
la sua lingua di larva
un’effusione di rosa e di rossi.
Ripartisce
le ovaie in favi,
raffina le mani
in un inno di fiori,
appunta la fronte a
un alone di cielo.
La lascerebbe assopire
in miele e canto,
non si aspetta grida di guerra
in Si diesis, o la frenesia
dello sciame, la furia dell’insetto
che lo potrebbe uccidere.
Her Future Husband Appears to Her in the Shape of a Hawk
after Victoria Brookland
She never knows by which door
he enters, but suddenly
he is inside her. Her red underdress
of hoops and holes stands stiff
as a lightning pole.
In her ribs, the flutter of
dying swifts, drift of whale bone.
All she knows is his claws –
a memory of grazed neck,
bruised lips, her bodice
rupturing into the pink
of skinned hare. No blood
this time. Each month
wet feathers line her uterus.
Pubblicato per la prima volta in ‘Ink, Sweat and Tears’
http://www.inksweatandtears.co.uk/pages/?p=22003
Il futuro marito le appare sotto forma di falco
alla maniera di Victoria Brookland
Non sa mai da che porta
entri, ma d’un tratto
è dentro di lei. La sottoveste rossa
di cerchi e vuoti rigida
come un parafulmine.
Nelle costole, il battito
di rondoni morenti, il moto
di osso di balena.
Conosce solo i suoi artigli, lei –
il ricordo di un collo sbucciato,
labbra contuse, il corpetto
che si lacera nel rosa
di una lepre scuoiata. Niente
sangue questa volta. Ogni mese
piume bagnate a foderarle l’utero.
Looking at an Afghan Woman with Red Burka
The market stalls luscious
with pears, pomegranates.
I seek cages with sparrows,
canaries, the plumes of goldfinches.
He makes me sing to him all day.
Every breath, a balancing act.
I wear my body on my face,
red as a screaming sunset.
It isn’t cotton that vexes me,
but my burdened heart.
An open cage door isn’t a bird flitting away,
but a bird stunned into gold leaf.
My heart shakes the leaf,
pumping fear in feather breaths.
***
Defiant, the way she stands in a Parisian subway
amongst jeans and pencil skirts,
how she swathes herself in red,
eyes trapped in chicken wire.
Who am I to think, inside her head
she screams like this.
Or is it the scream that finds me
on this goldfinch of an afternoon,
the scream, slinking its way
along folded alleys and garbage bags,
dredging me into its girth of fire?
Maybe, it isn’t the veil that irks me.
Vincitore di ‘Tools for Solidarity Poetry Competition’. https://sarahtait01.files.wordpress.com/2017/06/tools-for-solidarity-poetry-competition-2017.pdf
Guardando una donna afghana in burqa rosso
Bancarelle del mercato scintillanti
di pere, melagrane.
Cerco gabbie di passeri,
canarini, piume di cardellini.
Mi costringe a cantare per lui ogni giorno.
Ogni alito, un gioco di equilibrio.
Il mio corpo lo porto sulla faccia,
rosso come un tramonto squillante.
Non è il cotone che mi irrita,
ma l’oppressione del cuore.
Uno sportello aperto non è un uccello che scappa,
ma un uccello stordito fino a foglia dorata.
Il mio cuore scuote la foglia,
e soffia paura nel respiro delle piume.
***
Con aria di sfida, sta in un metro parigino
tra jeans e tubini,
fasciata di rosso,
gli occhi rinchiusi in rete metallica.
Chi sono io per pensare, grida
la sua mente.
O è il grido che mi trova
in questo pomeriggio da cardellino,
il grido, che scivola furtivo
per vicoli contorti e sacchi d’immondizia,
e mi trascina nel suo cerchio di fuoco?
Forse, non è il velo che mi irrita.
Traduzioni di Giorgia Sensi, inedite in Italia
Breve bio di Abigail Ardelle Zammit
Abigail Ardelle Zammit vive nell’isola di Malta. È senior lecturer di Lingua e letteratura inglese, e ha un PhD in Creative Writing dall’Università di Lancaster. Ha pubblicato la sua poesia su diverse riviste inglesi e americane. Ha inoltre pubblicato due raccolte Voices from the Land of Trees (Smokestack, 2007), e Portrait of a Woman with Sea Urchin (SPM, 2015), quest’ultima ha vinto il secondo premio in Sentinel Poetry Book Competition. Al momento sta lavorando su una raccolta che esplora la connessione tra luogo, testo, corpo, e esperienza femminile.
Breve bio di Giorgia Sensi
Giorgia Sensi è traduttrice freelance dall’inglese di fiction, non-fiction e soprattutto poesia. Vive a Ferrara. Ha tradotto raccolte di Carol Ann Duffy, Jackie Kay, Gillian Clarke, Margaret Atwood, Eavan Boland, Kate Clanchy, Patrick McGuinness, Kathleen Jamie, John Barnie, Philip Morre, e altri ancora, e curato diverse antologie.
Fa parte della redazione di «Interno Poesia», blog e casa editrice, per la promozione della poesia.
È collaboratrice del Blog Rai, Poesia di Luigia Sorrentino.
Le sue pubblicazioni più recenti, nel 2018: La compagnia più bella, (The Bonniest Companie) Kathleen Jamie, Medusa Editore; Scrutare gli orizzonti, (Sightlines) Kathleen Jamie, narrativa di viaggio, Luciana Tufani Editrice; una raccolta di poemetti di Natale di Carol Ann Duffy,Un Natale inglese, con Andrea Sirotti, Le Lettere.
Nel 2019: Déjà-vu, poesie scelte di Patrick McGuinness, IP Editore, Falco e ombra, (Hawk and Shadow) antologia di poesie e prose di Kathleen Jamie, IP Editore; La testa di Shakila, poesie e prose di Kate Clanchy, Lietocolle-gialla oro; 8 poesie di Jenny Mitchell per la rivista Versodove, n. 21; Istantanea di ippopotamo con banane e altre poesie, (Snapshot of Hippo with Bananas and other poems) Philip Morre, IP.
Con La casa sull’albero, poesie scelte di Kathleen Jamie, Ladolfi Editore, 2016, ha vinto il Premio Marazza 2017 per la traduzione poetica. Ha inoltre ricevuto il ‘Premio Nazionale per la Traduzione’ 2019, conferito da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.