Addio a Anne Stevenson

Anne Stevenson

Solo qualche giorno fa avevamo pubblicato alcune poesie della poetessa Anne Stevenson senza sapere che ci stava per lasciare. Nata nel 1933 si è spenta il 14 settembre 2020, a 87 anni.

Anne Stevenson nata a Cambridge, in Gran Bretagna, aveva sei mesi quando i genitori, americani, ritornarono negli Stati Uniti. Crebbe e studiò prima nel New England, dove il padre insegnava filosofia a Harvard e Yale, poi a Ann Arbor, nel Michigan. In America studiò musica, pianoforte e violoncello, e letteratura europea. Sembrava avviata a una carriera concertistica ma, ancora molto giovane, iniziò ad avere seri problemi all’udito. Si dedicò allora completamente alla poesia. Dopo una serie di spostamenti tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (ha risieduto in Inghilterra, Scozia e Galles), si è infine stabilita definitivamente in Inghilterra, a Durham, assieme al marito Peter Lucas.

È autrice di più di venti raccolte di poesia, le più recenti sono “Poems 1955-2005” (2005), “Stone Milk” (2007) e “Astonishment” (2012), tutte pubblicate da Bloodaxe, e di libri di saggi e critica letteraria che includono una biografia della poetessa Americana sua coetanea Sylvia Plath, Bitter Fame: “A Life of Sylvia Plath” (1989), un notevole studio critico dell’opera di Elizabeth Bishop, Five Looks at Elizabeth Bishop (Bloodaxe Books, 2006) e “About Poems and how poems are not about” (2017), basato su una serie di conferenze da lei tenute alla Newcastle University.

Ha vinto numerosi premi, in America e in Inghilterra, tra i quali nel 2002 il Northern Rock Foundation Writer’s Award e nel 2007 il Lannan Lifetime Achievement Award for Poetry e il Poetry Foundation’s Neglected Masters Award. Nel 2008, la Library of America ha pubblicato Anne Stevenson: Selected Poems, a cura di Andrew Motion, l’allora Poeta Laureato del Regno Unito, nell’ambito di una serie dedicata alle maggiori figure della poesia americana.

Una selezione di sue poesie, tradotte in italiano e curate da Carla Buranello, è stata pubblicata nel 2018, in edizione bilingue, da Interno Poesia Editore, con il titolo Le vie delle parole.

Il suo ultimo libro, “Completing the Circle”, è appena uscito in Inghilterra.

È una raccolta di commoventi elegie e celebrazioni scritte già ottantenne, durante la prima decade di quello che nella prefazione definisce “un secolo di trasformazioni appena iniziate ma già spaventose”. La poesia che dà il titolo alla raccolta, titolo ripreso da Rilke, esprime il lungamente meditato convincimento che “la morte è il giusto e naturale completamento del cerchio che accettiamo e riconosciamo essere la vita”.

Anne Stevenson, from Correspondences, OUP, 1974

A Daughter’s Difficulties as a Wife:
Mrs Reuben Chandler to her mother in New Orleans

September 3, 1840 Cincinnati, Ohio

Now that I’ve been married for almost four weeks, Mama,
I’d better drop you and Papa dear a line.
I guess I’m fine.

Ruby has promised to take me to the Lexington
buggy races Tuesday, if the weather cools.
So far we’ve not been out much.

Just stayed here stifling in hot Cincinnati.
Clothes almost melt me, Mama, so I’ve not got out
my lovely red velvet and silk pelisse yet,

or that sweet little lambskin coat with the fur hood.
The sheets look elegant!
I adore the pink monogram on the turnover

with exactly the same pattern on the pillowcases!
Darlings!
How I wish you could breeze in and admire them!

And the table linen,
and the bone china,
and the grand silver candlesticks,

and especially those
long stemmed Venetian wine glasses
with the silver rims.

My, didn’t your little daughter
play the queen the other day
serving dinner to a whole bevy of bachelors!

To tell the truth, Mama,
Reuben was a silly to ask them,
just imagine me, tiny wee me,

hostess to fourteen dragons
and famished monsters,
doing battle with fuming pipes and flying plugs.

Poor Rube!
He doesn’t chew and hardly ever smokes.
He must have felt out of place.

I was frantic, naturally,
for fear of wine stains and
tobacco juice on the table cloth,

so I set Agatha to dart in and dab with a towel,
and told Sue in the kitchen, to brew up some coffee
quick, before they began speechmaking.

But it was no use.
They would put me up on a chair after the ices,
and one of them Big Tom they call him

(runs a sizable drygoods business here)
well, this Tom pulled off my shoe,
tried to drink wine out of it while

I was dying of laughter,
and Tom was laughing too, when suddenly
I slipped, and fell on the Flemish decanter!

It broke.
Such a terrible pity.
And so funny at the same time.

I must admit the boys were bricks,
carrying the tablecloth out to the kitchen,
holding it out while I

poured hot water from a height,
just as you always said to.
Everything would have been all right.

The party could have gone on.
Then Reuben had to nose in and spoil things,
sending me to bed!

So the boys went off, kind of sheepish.

Later Reuben said I had disgraced us
and where was I brought up anyway,
to behave like a bar maid!

But it wasn’t my fault, Mama.
They were his friends. He invited them.
I like to give men a good time!

I’m writing this in bed because
my head thumps and drums every time I move
and I’m so dog tired!

The only time I sleep is in the morning
when Rcuben has left for the office.
Which brings up a delicate subject, Mama.

I’ve been thinking and thinking,
wondering whether I’ll ever succeed in being
the tender, devoted little wife you wanted me to be.

Because … oh, Mama,
why didn’t you tell me or warn me before I was married
that a wife is expected to do it every night!

But how could we have guessed?
Ruby came courting so cool and fine and polite,
while beneath that gentlemanly, educated exterior …

well! I don’t like to worry you, Mama.
You know what men are like!
I remember you said once the dears couldn’t help it.

I try to be brave.
But if you did have a chance to speak to Papa,
mightn’t you ash him to slip a word,

sort of man to man to Reuben …
about how delicate I am
and how sick I am every month,

not one of those cows
who can be used and used?
Someone’s at the door.

I forgot,
I asked Fanny Daniels to come up this morning
to help fix a trim for my hat.

I’ll have to hustle!
Give all my love to dear Spooky and Cookie.
How I miss them, the doggy darlings!

Oceans of hugs and kisses for you, too,
and for precious Papa,

From your suffering and loving daughter,

Marianne

Una figlia e i suoi problemi di moglie:
La Signora Reuben Chandler a sua madre a New Orleans

3 Settembre, 1840 Cincinnati, Ohio

Ora che sono sposata da quasi quattro settimane, mamma,
sarà meglio che mandi due righe a te e papà.
Posso dire di star bene.

Ruby ha promesso di portarmi a Lexington
alle corse dei calessi martedì, se farà più fresco.
Finora non siamo usciti molto.

Siamo rimasti qui a soffocare nella torrida Cincinnati.
Mi sento quasi liquefare dentro i vestiti, mamma, così non ho ancora tirato fuori
il mio bel mantello di seta e velluto rosso orlato di pelliccia,

né quella giacca di montone così carina col cappuccio di pelo.
Le lenzuola sono così eleganti!
Adoro il monogramma rosa sul risvolto

che riprende lo stesso ricamo delle federe!
Un amore!
Come vorrei che tu potessi fare una scappata ad ammirarli!

E le tovaglie,
e la porcellana,
e gli splendidi candelabri d’argento,

e specialmente quei
bicchieri da vino veneziani dallo stelo lungo
e il bordo d’argento.

Perdinci, se la tua bambina
non sembrava una regina l’altro giorno
quando ha servito il pranzo a un’intera squadra di scapoli!

A dir la verità, mamma,
Reuben è stato sciocco a invitarli,
figurati io, così minuta,

padrona di casa di quattordici draghi
e mostri famelici,
alle prese con pipe fumose e tappi volanti.

Povero Rube!
Lui non mastica e non fuma quasi mai.
Deve essersi sentito fuori posto.
Io ero agitatissima, naturalmente,
per paura di macchie di vino e
tabacco sulla tovaglia,

così ad Agata avevo detto di precipitarsi con salvietta assorbente,
e a Sue in cucina di fare subito del caffè,
prima che cominciassero i discorsi.

Tutto inutile.
Dopo il gelato hanno voluto mettermi in piedi su una sedia,
e uno di loro – lo chiamano il Grosso Tom –

(dirige un’importante ditta di tendaggi e tessuti qui)
ebbene, questo Tom ha cercato di bere il vino
dalla scarpa che mi aveva tolto mentre

io morivo dal ridere,
e anche Tom rideva, quando all’improvviso
sono scivolata, e caduta sulla caraffa fiamminga!

Si è rotta.
Un vero peccato.
Ma anche così buffo.

Devo dire che i ragazzi sono stati formidabili,
hanno portato la tovaglia in cucina,
e l’hanno tenuta tirata mentre io

versavo acqua calda dall’alto,
proprio come tu mi hai sempre detto.
Tutto sarebbe andato liscio.

La serata avrebbe potuto continuare.
Ma Reuben ha dovuto ficcare il naso e fare il guastafeste,
mandandomi a letto!

Così i ragazzi se ne sono andati, mogi mogi.

Più tardi Reuben ha detto che avevo rovinato la nostra reputazione
e dove mai ero cresciuta,
per comportarmi come una servetta!

Ma non è stata colpa mia, mamma.
Erano amici suoi. Li aveva invitati lui.
A me piace far divertire gli uomini!

Ti scrivo dal letto perché
la testa mi pulsa e mi martella ogni volta che mi muovo
e sono esausta!

L’unico momento in cui riesco a dormire è la mattina
dopo che Reuben è andato in ufficio.
E qui devo toccare un tasto delicato, mamma.

Ci ho pensato e ripensato,
chiedendomi se riuscirò mai ad essere
quell’affettuosa, devota mogliettina che tu volevi io fossi.

Perché … oh, mamma,
perché non me l’hai detto prima che mi sposassi
che una moglie lo deve fare tutte le sere!

Ma come potevamo immaginarlo?
Quando Ruby mi corteggiava era così fine e composto e beneducato,
mentre sotto quell’apparenza signorile, raffinata …

via! Non voglio preoccuparti, mamma.
Sai bene come sono gli uomini!
Una volta ti sentii dire che i poveri cari non possono farne a meno.

Io cerco di farmi coraggio.
Ma se tu avessi occasione di parlare a papà,
non potresti chiedergli di accennare

a Reuben, da uomo a uomo per così dire …
quanto io sia delicata
e come stia male ogni mese,

non una di quelle vacche
che si possono usare a ripetizione?
C’è qualcuno alla porta.

Dimenticavo,
avevo chiesto a Fanny Daniels di venire qui stamattina
a darmi una mano con il nastro del mio cappello.

Devo sbrigarmi!
Abbraccia i miei cari Spooky and Cookie.
Come mi mancano, i miei adorati cagnolini!

Un mare di baci e abbracci anche a te
e al carissimo papà,

Dalla tua figliola affezionata, in pena

Marianne

Trad. di Giorgia Sensi

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Giorgia Sensi è traduttrice freelance dall’inglese di fiction, non-fiction e soprattutto poesia. Vive a Ferrara.
Ha tradotto raccolte di Carol Ann Duffy, Jackie Kay, Gillian Clarke, Margaret Atwood, Eavan Boland, Kate Clanchy, Patrick McGuinness, Kathleen Jamie, John Barnie, Philip Morre, Raymond Antrobus e altri ancora,e curato diverse antologie.
Fa parte della redazione di Interno Poesia, blog e casa editrice, per la promozione della poesia.
È collaboratrice del Blog Rai, Poesia di Luigia Sorrentino.
Le sue pubblicazioni più recenti: nel 2019: Déjà-vu, poesie scelte di Patrick McGuinness, Iinterno Poesia Editore, Falco e ombra, (Hawk and Shadow) antologia di poesie e prose di Kathleen Jamie, Interno Poesia Editore; La testa di Shakila, poesie e prose di Kate Clanchy, LietoColle-gialla oro; Istantanea di ippopotamo con banane e altre poesie, (Snapshot of Hippo with Bananas and other poems) Philip Morre, Interno Poesia Editore.
Nel 2020: Le colombe di Damasco, poesie da una scuola inglese, antologia cura di Kate Clanchy, sua traduzione, LietoColle Editore. The Perseverance di Raymond Antrobus, sua cura e traduzione, prefazione di Kate Clanchy, postfazione di Anna Maria Farabbi, LietoColle Editore.
Con La casa sull’albero, poesie scelte di Kathleen Jamie, Ladolfi Editore, 2016, ha vinto il Premio Marazza 2017 per la traduzione poetica. Ha inoltre ricevuto il ‘Premio Nazionale per la Traduzione’ 2019, conferito da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

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