Mario Famularo, “Favēte linguis”

Mario Famularo

tredici anni, dico, e nemmeno una
parola. piuttosto parla il padre,
“è arrivata questa a casa”. la procura
della repubblica persegue una
bambina denunciata dalla madre.
maltrattamenti in famiglia, l’inizio
del reato corrisponde alla data
di nascita. voglio credere sia
una svista, certo, imperdonabile,
come l’espressione muta della piccola,
lontana da ogni cosa,
che appena muove il capo se le parlo.
del resto ogni parola sembra proprio
uno squilibrio, l’incanto del sistema
che costringe in uno scatto impersonale
di tagliola. io spero che qualcuno
le riservi una frattura da quest’ansa
di miseria. (al male non c’è cura)

*

un tempo era l’infanzia
profumi senza nome
confusa intonazione
di un addio

quell’espressione tenera
dal volto di bambina
la mente che ripara in una
sciocca fantasia

ma l’isola era verde
la brezza al tempo
amabile

perviene nel presente
col sapore di
tossine

fragore penetrante
che in un primo istante
soffoca

il dono del silenzio
chiamerai
dimenticanza

*

l’estate è occasione
del tremendo

la luce troppo forte
la resina dei fichi
all’apice della maturazione

un solo istante e già
si sparge guasta sul terreno
l’oscenità della
fermentazione

nessuna fantasia
bisogna solamente avere
fame (e fare presto)

detesto essere nato
proprio qui
ed ogni volta avverto in questi giorni

l’aculeo più feroce della
mia malinconia

sono i giorni peggiori
per chi non ha appetito

per chi nell’affollarsi
si perde nel contrasto
tra quel cielo troppo chiaro
e ciò che è deperito

l’affanno del crepuscolo
che sfiora indifferente

e quella sensazione
per cui ogni sospiro involontario
ci trascina

al vertice della
disperazione

Da: Mario Famularo, “Favēte linguis“, Giuliano Ladolfi Editore 2019

Mario Famularo (Napoli, 1983) esercita la professione di avvocato a Trieste. Suoi testi sono apparsi su antologie e riviste letterarie, tra cui “Poetarum Silva”, “YAWP”, “Argo”, “Inverso”, “ClanDestino”, “Menti Sommerse”, “Digressioni”, “Atelier” e tradotti in lingua spagnola dal Centro Cultural Tina Modotti.

È redattore della rivista trimestrale Atelier e delle webzine Laboratori Poesia e Niedern Gasse. Suoi contributi critici appaiono su Nazione Indiana e in prefazione a diverse pubblicazioni di poesia; collabora con il ciclo di incontri di poesia e letteratura Una scontrosa grazia. Ha pubblicato le raccolte di poesia L’incoscienza del letargo (Oèdipus, 2018, terzo posto al premio Conza 2019) e Favēte linguis (Ladolfi, 2019).

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