Tenere tra le braccia
la voce del mondo
ospitare i suoni ammucchiati
senza chiedere senso
cullare lingue e pelli
ossa di diverse misure
parole fredde e calde
urli e bisbigli
una fioritura spinosa
e corrodere le frontiere
e fare uno strepito sorridente:
sì vieni, ben arrivato
nel mio sbando
c’è sempre posto per te.
*
Un dolore antico senso
frontiere con la gioia
nato prima di me
mi fessura scrive sulla pelle
i nomi privati di ogni animale
le costellazioni i mari
i vegetali. Mi chiamo
e sono essere tra gli esseri
cipresso medusa corteccia
sasso e ogni spavento
di squame e penne ogni urlo
che abbraccia il vuoto
e fa spazio.
*
Senti che silenzio ti regalo
perché tu abbia vuoto
e frescura e scavo lento
per le tue millenarie graffiature
per il tuo non registrare con la mente
ma tenere in appoggio funambolo sul cuore
la fatica della pressione altrui,
dei multipli imperativi
che sfrecciano e chiedono
e pretendono. Senti come sto
quieta e senza sonoro
appoggiata al bel niente
e dopo, quando torni contento
e già pronta la saltabeccante energia
la zampata che t’invita
alla tua radice d’infanzia.
Chandra Livia Candiani è nata a Milano nel 1952. Ha pubblicato: “Io con vestito leggero” (Campanotto 2005), “La nave di nebbia. Ninnenanne per il mondo” (Vivarium 2005), “La porta” (Vivarium 2006), “Bevendo il tè con i morti” (Viennepierre 2007, Interlinea 2015), “La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore” (Einaudi 2014, Premio Camaiore), “Fatti vivo” (Einaudi 2017), “Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione” (Einaudi 2018), “Vista dalla luna” (Salani 2019), “La domanda della sete” (Einaudi 2020). Insieme ad Andrea Cirolla ha curato “Ma dove sono le parole? Le poesie scritte dai bambini delle periferie multietniche di Milano” (Effigie 2015).