IL PASSATO E’ UNA TERRA REMOTA
a Giulia
no, non tra rossi papaveri
e fiordalisi come l’antica
col velo dentro al quadro
ma alta sugli stivali
nel terrazzo fumi,
e non mi guardi,
poi sul gran verde stesa
quel tuo volto acceso,
e accesi gli occhi
così azzurri e persi,
sei la ninfa riversa
nell’attesa
e la tua bionda carne
m’invade e piega
passano innanzi agli occhi
le figure,
in altri tempi
e luoghi lontani
e persi, tu sotto la cascata
t’infradici i capelli
neri e sciolti
e mi sovrasti
chino sulla roccia
non conosci quei lampi,
non sai i tuoni,
dicono che i soldati
salgono su lenti
dalla marina,
lei siede alla ringhiera
contro i bei vetri,
tu non ricordi il volto,
non sai la veste,
solo quelle ginocchia luminose
che appena intravedi
fra le trine
quando la casa cambi
o la dimora,
salgono le memorie
fitte alla gola,
e se tendi la mano
quasi le tocchi,
ma il muro che le cinge
è d’aria o vetro,
nessuna forza
lo può oltrepassare
il passato è una terra remota
magari non esiste,
non sai dove
Dicembre 2015
ANTICO GIORNO DI PRIMAVER
e stride il coleottero
impazzito,
vola a cerchi
ormai stretti
e disperati,
nulla può la corazza
luminosa,
ha le zampe serrate
dentro il filo
è l’aria gonfia e azzurra,
aria di maggio,
di calendule arancioni
l’aiuola è colma,
l’uva spina è là
in fondo, i grandi
acini ramati
d’un verde profumo
intridono la rete
è un gioco,
un gioco di tarda primavera,
dello strazio che vortica
nell’aria, vede
solo quel giallo
che barbaglia
il mattino di maggio
s’inoltra e avvampa,
guarda i cieli il ragazzo,
guarda la nube
che felice s’impiglia
dentro un ramo,
e tiene stretto il filo,
è solo un gioco,
un gioco della tarda primavera,
la sorte di quell’altro
non lo tocca
Gennaio 2019
TERRA DI MEMORIE
terra di memorie
l’età che s’inoltra,
di volti che s’affollano
e vicende
dinnanzi agli occhi
e tremano nel sangue,
l’infanzia è la stagione
più tenace
e ogni altra
offusca
e quasi oscura
la biscia nella pozza
che poi s’acquatta
tra ciclamini pallidi,
d’ottobre,
la gioia che t’afferra
quando ascolti
i frulli d’ali
tra folti ceppi
e rami
e le stelle immense
alla Piantata,
formano quasi un carro
come quello
che l’Antico guida
al Fontanino
ma nel cielo non c’è
chi lo conduce,
la loro corsa immobile
e infinita
e degli umani conoscono
ogni strada,
fredde più della neve
nell’inverno
gelano le volpi
accovacciate,
d’estate fanno umido
il trifoglio
ah! questa infanzia
che negli anni s’inoltra
e ti pervade,
ossessiona i tuoi giorni
e un poco,
almeno un poco,
li consola
novembre 2019
L’ANTICA CASA
da tempo, madre,
vivo in terra straniera,
sì, un tempo c’è stato
di giochi e amori
nelle selve,
e prima, ancora prima,
la casa della madre
di tua madre
giù nel fosso,
dell’Antico che s’aggira
tra i noci lì davanti,
lì il tempo è eterno
come l’orizzonte,
sconfinato lo intravedi
dietro ai greppi
ora lo sai
lo stradino che risale
fino alla Torre,
lì non s’arresta,
in altre, infinite strade
s’addentra e dilegua,
in ignote contrade
t’abbandona
sì, c’è stata anche
la radura di narcisi
e fanciulle luminose,
una sosta breve,
sempre insidiata
ora, sei sotto
un nuovo tetto
e un nuovo cielo,
Jacopo delicato
figlio che non cresce
e gli stai accanto,
ma tu hai nostalgia
per la prima casa,
per chi ti accompagnava
nello stradino
luglio 2018
TRA SPINE E ROVI
come il capriolo che s’imbosca
dove la macchia è più folta
tra spini e rovi,
è passato il lupo
non distante
proprio dietro la quercia
grande, e l’odore
e l’urlo sono ancora
dentro l’aria
fatta nera e spessa,
anche se maggio,
il mese più gonfio e verde
nel caprifoglio splende
e del cisto riluce
sul largo fiore,
del bosco cerchi l’anfratto
più scuro e riparato
e spini e rovi
ti fanno scudo
contro chi vaga intorno
e ti minaccia
maggio 2019
Umberto Piersanti, da “Campi d’ostinato amore”, La Nave di Teseo, 2020
Umberto Piersanti è nato ad Urbino nel 1941 e nella Università della sua città ha insegnato Sociologia della letteratura. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, tra cui La breve stagione (1967), I luoghi persi (1994), L’albero delle nebbie (2008), ed è anche autore di romanzi e opere di critica. Ha realizzato un lungometraggio, L’età breve (1969-70), tre film-poemi e quattro “rappresentazioni visive” su altrettanti poeti per la televisione. Le sue poesie sono apparse sulle principali riviste italiane e straniere, tra cui “Nuovi Argomenti”, “Paragone”, “il Verri”, “Poesia”, “Poetry”. In Spagna, nel 1989, è uscita l’antologia poetica El tiempo diferente e negli Stati Uniti la raccolta Selected Poems 1967-1994 (2002). Tra i numerosi premi vinti, ricordiamo il San Pellegrino, il Frascati, il Mario Luzi, il Ceppo Pistoia, il Tirinnanzi, il Camaiore e il Penne. È il presidente del Centro mondiale della poesia e della cultura “Giacomo Leopardi” di Recanati. Nel 2021 gli è stata assegnata la prima edizione del Premio Saba Poesia per la raccolta “Campi d’ostinato amore”.