Al bastione del Miradore
è ancora cielo sul falso pepe,
parla un fermo d’aria
che smarca la notte da dentro.
Come in una nassa
a bocca aperta,
fra le maglie delle cose
mi anniento.
Con le parole tratto di una resa.
*
Vivo nel garrito del desiderio,
vento che raschia i caruggi.
La mancanza è un esercizio
per corpi in attrazione,
recalcitranti ma già vinti
al giogo del dissesto.
*
C’è un tracciato che non dirocca
e rimanda a questi portici di calata
smangiati dalla spuma, alle lampare
in ronda, al tocco scardinante.
Ci siamo amati anzitempo
per ridare un nome alle cose,
la gola alla sete, un’espressione
d’assoluto al gesto della mano
che ora s’incurva e rassicura
nel seme di un chiarore primitivo.
*
Restano le conchiglie
come altari ai caduti
di tutte le derive.
L’eco dei muti splende
e tace oltre il male
marchiandoci.
da Manufatti del dissesto, Minerva Edizioni, 2021
Gabriele Borgna (Savona, 1982) vive a Porto Maurizio (Imperia). Del 2017 è la silloge d’esordio Artigianato Sentimentale (Puntoacapo Editrice, prefazione di Giuseppe Conte), presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino e al Festival Internazionale di Poesia di Genova. È curatore del Concorso Internazionale di Poesia “Parasio – Città di Imperia”, e membro del comitato scientifico del Festival della Cultura Mediterranea. Fa parte della redazione del lit-blog “Poeti Oggi”. Numerosi i riconoscimenti attribuiti al suo scrivere nell’ambito dei maggiori concorsi letterari nazionali. Suoi testi sono presenti in antologie, riviste e siti letterari italiani ed esteri.
Bravissimo Gabriele!
Grazie di cuore Angela
Ringrazio Luigia Sorrentino per aver dato peso al mio lavoro; insieme a lei Giovanni Ibello per il loro quotidiano impegno in nome della parola poetica.
grazie a te Gabriele, a te…
Bellissime tutte, ma questi versi, splendidi:
Restano le conchiglie
come altari ai caduti
di tutte le derive.
L’eco dei muti splende
e tace oltre il male
marchiandoci.
Rita, ringrazio il tuo sguardo generoso su di me.