Maria Stella Maris
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la
serva del Signore, avvenga di me quello
che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
(Lc 1, 38)
poi d’improvviso fu di nuovo mattino
il sole ti aprì gli occhi e ti strinse le mani
il corpo per la prima volta lo sentisti intero
nel timore che si sciolse nel fuoco del grembo
poco importa che la voce fosse di angelo o di uomo
*
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio,
seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava.
(Lc 2, 46)
non sapevi del mondo che comincia di là
dal tempio del figlio smarrito nelle stanze
di una voce di ragazzo che zittisce i maestri
e forse fu allora che imparasti che il silenzio
è sempre la parola più potente dell’amore
*
Venuto a mancare il vino, la madre di
Gesù gli disse: “Non hanno più vino”.
(Gv 2, 3)
da sotto il velo li osservavi da lontano
la donna e il suo sposo intrecciati alla vite
le labbra di lei frutti dolci di melograno
ma a sentirne l’angoscia tu fosti la prima
e nell’acqua rossa di Cana iniziasti a vedere
un figlio che volle spostare il percorso al dolore
*
Donna, ecco tuo figlio!
(Gv 19, 26)
mai ti voltasti per paura potesse sparire
quella strana quiete dentro i suoi occhi
la serbasti per anni nel tumulto del cuore
e quando alzasti in alto la testa per gridare
– pensasti –
a come sa risplendere il sangue sotto la luce
*
Pertanto il Signore stesso vi darà un
segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà
un figlio che chiamerà Emanuele
(Isaia 7, 14)
si dirà di te alla discendenza che precede
e ai figli che germineranno nelle lacrime
i profeti useranno ancora le loro voci
per consegnarti ogni stirpe nelle mani
e si udrà di nuovo dalla riva del lago
la parola di quel figlio
che ha riempito in una notte
tutto il vuoto di un sepolcro
*
Il nome del bel fior ch’io sempre invoco
(Paradiso XXIII)
è questo il tuo modo di stare fra gli uomini
nel silenzio garbato e greve degli occhi
in un tondo perfetto di luna di marzo
come il passo affannato di una vergine
che solleva la terra sull’arco del piede
Laura Corraducci, Il passo dell’obbedienza, postfazione di Marco Vitale, Moretti&Vitali
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Laura Corraducci è nata a Pesaro, dove risiede, nel 1974. Insegna inglese nella sua città, dove dal 2012, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, organizza ogni anno la rassegna poetica “Vaghe stelle dell’Orsa”. Ha esordito nel 2007 con Lux Renova (Edizione del Leone), cui ha fatto seguito nel 2015 Il Canto di Cecilia e altre poesie (Raffaelli).