la mancanza di forza morale mi irrita la gola
a volte la mia anima pende nel vuoto
penso che stia accadendo qualcosa
preferisco rimanere anonimo
ho difficoltà a respirare
***
jacot il grigio del gabon canta lontano
con la sua voce ferma e rauca
probabilmente mi sto facendo delle idee
la mia anima vola come distaccata da me
vado a trovare il grande architetto
dell’universo
la mia mente è tenuta insieme per opera dello spirito santo
devo passare l’aspirapolvere
non sono sicuro di poter finire la mia vita
in tempo
***
svelare i fili aggrovigliati del passato ancestrale
pieno di domande
ma si scopre che non c’è nessuno per rispondere
allora vado a fare un giro in città
arriva il momento in cui sono esausto finisco per addormentarmi
sono stupito quando appaiono i primi barlumi
del mattino
mi sento poco sicuro sulle gambe
ogni volta che sono convinto che una buca
mi si aprirà sotto i piedi
queste sono tante piccole parti della mia memoria
che andranno a smaltire nei rifiuti
***
attraverso le parole a costo di infinite precauzioni
le attraverso senza levare le scarpe
ciecamente butto via la mia vita
sono sospeso al suo filo
nulla di originale
più nulla è fisso più nulla è stabile
distinguo un’ombra che riconosco
è tempo di cominciare a provare gioia
un sacco di gioia
una nuova libertà
i suoi piedi nudi fanno scaturire la luce
il suo seno cominciò a fiorire
ho la gola secca di eccitazione
poco a poco il mio viso impallidisce
la mia mente è stata rimessa in libertà
la strada è pronta
la febbre sognante che mi aveva suscitato agitazione
vive in me una luce pallida dal basso
a forma di triangoli allungati
i miei occhi sorridono sotto le palpebre abbassate
in memoria di una felice intimità ormai passata
simile a uccelli esotici e multicolori
sto attraversando un passaggio attraverso il passato
finché non sarò al sicuro
una luce quasi troppo intensa
amo di un amore sonnolento
il mio respiro abbandona la melodia principale
il mio viso rugoso riflette la gioia che provo
a osservare tutto
curioso
cerco di vedere dentro
dalle fessure delle mie ferite
attraverso risate e battiti di mani
a cavalcionii sulle sue ginocchia
per qualche istante dalla porta socchiusa
capisco le lingue antiche
le storie dei tempi futuri
una rottura inspiegabile è in me
profondamente nascosta inaccessibile
incapace di manifestarsi
vado fuori dal negozio di generi alimentari carico di spese
mi avvicino all’amore fin al punto di sfiorarlo
mi voglio bene
a volte mi sento mingherlino
con queste cose invisibili che stanno attaccando
la vita quotidiana
ai miei sogni falliti su una costiera sconosciuta
non posso fare a meno di dormire
sono stanco
di vedere tutto sentire tutto guardare tutto
sono nato con un’anima grigia
che ha subito troppe metamorfosi
la mia ombra è curva
un sussurro si alza al di fuori
senza nessun motivo apparente
la tristezza sa troppe cose
allineo le offerte alla gioia felici e leggere
ero un bambino silenzioso e tranquillo
nella mia mente qualcosa di inerte di duro
di persistente
ho trapanato questo muro ho aperto grandi finestre
______
Vince Fasciani (nato nel 1950) è un poeta italiano e svizzero.
Autodidatta, ha iniziato nel 1977 la sua attività letteraria vera e propria, dedicandosi sopratutto alla poesia e intrecciando varie e importanti collaborazioni internazionali, in particolare a Parigi (poeti surrealisti e fonetici, fra cui soprattutto Ghérasim Luca) e a Praga (pittori e poeti surrealisti, tra i quali Jan Svankmajer, Vratislav Effenberger, Karol Baron, etc.). Autore in italiano e francese, nell’aprile 1983 pubblica a Ginevra il suo primo volume di poesie e varia dal titolo Saisons métisses (Olizane). A partire dal 1984 parteciperà a numerose letture pubbliche, in particolare in Svizzera, Italia, Francia, Colombia e Nicaragua. Ha fatto parte, dall’84 all’87, della cooperativa editrice Aelia Laelia e ha tradotto il Manuale di autodistruzione di Carlo Bordini (Manuel d’autodistruction, Metropolis,1995). Tra le ultime pubblicazioni poetiche si ricordano: in italiano Diario ordinario (Campanotto, 2007); in francese Trousse poétique de secours (l’Age d’Homme, 2013) e J’ai oublié mon âme au pressing (l’Age d’Homme, 2019). È incluso nell’antologia Cento anni di poesia nella svizzera italiana (a cura di P.V Mengaldo, R. Martinoni e G. Bonalumi, edizioni Armando Dadò, 1997) con una una nota critica di Pier Vincenzo Mengaldo. Nel 2014 Valerie Bierens de Haan gli ha dedicato Vince Fasciani: poète de sa vie, raccolta di interviste sul suo percorso biografico e letterario (l’Age d’Homme). Vive a Ginevra, dove lavora per l’associazione umanitaria Carrefour rue (https://www.carrefour-rue.ch/).
Opere
- Le stagioni di Métis , edizioni Olizane, Ginevra, 1983.
- Il colore dell’acqua morta , nell’opera collettiva L’Arc Lémanique , PM Favre/l’Hebdo, Losanna, 1988.
- Il Mondo di Profilo , edito da Casagrande, Bellinzona, (in italiano), 1989.
- L’Ange Mutilé , edizioni Métropolis, Ginevra, 1991.
- Diario di un angelo custode , edizioni Métropolis, 1994.
- Punto appoggio , Edizioni Casagrande, Bellinzona, 1995.
- L’odore umano della pietra , edizioni Casagrande, Bellinzona, 1999.
- Un ange passe , edizioni l’Age d’Homme, Losanna, 2002.
- Poèmes sans lead , edizioni l’Age d’Homme, Losanna, 2006.
- Un piccolo panico senza importanza, edito da l’Age d’Homme, Losanna, 2007.
- Diario ordinario , edizioni Campanotto, Pasian Di Prato (UD), 2007.
- Ho chiuso dolcemente la porta dietro di me , edito da l’Age d’Homme, Losanna, 2010.
- Kit poetico di emergenza , edizioni l’Age d’Homme, Losanna, 2013.
- La nascita dell’orizzonte , Sylvie Bleeckx (illustratrice), edizioni l’Age d’Homme, Losanna, 2016
- Ho dimenticato la mia anima alla tintoria, edizioni l’Age d’Homme, Losanna, 2019
- Semplicemente così com’è, Éditions des Sables, Perly-Genève, 2020
- Volo sopra la tristezza, Èditions des Sables, Perly-Genève, 2021
Più che una poesia sembra un puzzle.
Dove è il tema, la narrazione, l’ambientazione, il ritmo?
Come si fa a ricostruire il centrifugato di una lavatrice!
P. S.
Nelle mie parole non biasimo,
ma la mia difficoltà a recepire certe poesie.