Le poesie d’amore di Beatrice Zerbini

Domani è domani,
lo saprebbe tua madre,
lo sa ancora tuo padre.

Non si può nominare,
sfoltisce i calendari
di giorni in anni, tarda
a non essere più.

Qui si possono accendere
le candeline,

però tu non le spegni;
dappertutto è un incendio
tu sei tutta una cenere.

È un verso settenario
il ventinove maggio.

***

A volte sei solo una testa bionda,
un trench,
un cappotto di cammello,
spazzolato come non avessi
accarezzato i gatti;
a volte attraversi
e sei un baleno,
un’incrinatura dello spazio;
e spicchi nel grigio,
con i capelli,
fra i mortali.
E mentre trasalisco
e mi sporgo,
come un inciampo,
verso di te,
per chiamarti – e
devo fare presto,
prima tu sparisca,
dietro gli angoli,
come un vapore –,
mi ricordo
quel giorno
che ho bevuto Veuve Clicquot,
e l’ho sparso poi
sulla tua terra
ancora mossa e tenera.
Allora abbasso gli occhi
e la mano.

***

Ci si stacca piano da te,
abbottonandoti via
le mani dalle asole;
mi stacco piano da me
per la lentezza di vestirti
il tuo corpo svuotato.
Perdo tutte e due che non siamo
più chi siamo.
Non sai più a chi stai dando
la mano,
non sai più se accendendo la luce
ti risplenda il coraggio finalmente
o ti si mostrino
i mostri.
Non sai più le ciliegie, se siano vere
le perle;
l’orologio da che verso
ti stia lasciando indietro.
Non sai più le stagioni,
la tabellina dispari
del due;
le barche non galleggiano
per le tue crociere estive
e il mare non unisce
i lembi della terra,
non bagna, non consola.
Non ricordi che la notte
l’hanno fatta per dormire.
Non ricordi perché piangi,
non ricordi per chi vivi.
È nuova l’amarena
e sono nuova anch’io
e mentre vorrei, per un istante,
nel lampo degli occhi,
riapparirti e dirti
“sono qui ancora,
sempre io, che amavi”,
sono il guscio del tuo abbraccio
senza frutto
e il mio perderti sei tu
che perdi me.

***

Ogni giorno, perdo tutto
e tu con me
e te;
e si sfuocano
le colazioni,
si induriscono
i biscotti al burro;
perdo il quadro
che ride e vive,
la cornice delle tende,
le verità stupende
che non ho detto e
la stupidità
di avere paura.
Perdo tutto, ogni giorno;
la pelle nuova,
la ruga che ho sorriso,
la ruga che ho pianto,
la voce,
la mia e la tua,
il coro che sono,
l’assolo.

Perdo parole
che avremmo potuto dirci, non dirci,
dire meglio.

Perdo possibilità
e una possibilità,
il ritmo del respiro,
la pazienza,
le sementi di un’idea.

E perdo le facce degli altri
in strada,
la mia su una vetrina buia.

Ogni giorno perdo uno scorcio
carico di sole,
e la mia età
salda,
che mi ancora alla terra
come un macigno
o una nascita,
che mi seduce
e trascina,
che tracima;
perdo la speranza
che esonda sulla mia fretta,
sulla mia calma.

Perdo
il miracolo di un giorno,
l’elemosina del tempo,
lo scialacquio degli attimi,
con la risacca magra
di qualche
felicità.

Ogni giorno perdo tutto:
il significato,
la velleità del buio
e gli abbagli,
la vastità sul bivio
e l’ombra lunga
degli sbagli,
le rime,
le rime per te,
l’amore,
la bambina che crede,
la bambina in cui credi,
e un’ansia del petto
che può fremere
e domandare
e guardare
e regnare ogni giorno,
mentre perde.
E perde tutto.

Perdo giurisdizione
ed emozione;
si consuma,
si annebbia,
sbraita come un fumo
la mia vita,
che ogni giorno perde me,
mentre perdo tutto.

Perdo il timpano dolce
sotto le voci affettive
che sono un’ala,
a curarmi,
o macerie.

Ogni giorno,
poi,
mi sveglio –
se mi sveglio –
e tutto,
tranne te
e tu con me,
ritrovo.

da In comode rate, Poesie d’amore, Interno poesia, 2019 – 2020 – 2021

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Beatrice Zerbini è nata il 17 gennaio 1983 a Bologna, città che le ha permesso, già dal 1987, di dedicarsi allo studio del ritmo e della parola, grazie al celebre coro, diretto da Mariele Ventre, di cui ha fatto parte. All’età di otto anni, ha iniziato ad avvicinarsi alla lettura e alla scrittura di poesie. Nel 2006, ha aperto la pagina on line di racconti tragicomici, e di poesie “In comode rate”, ma solo nel 2019, incoraggiata dai riconoscimenti da parte di alcuni critici dell’ambiente, ha cercato e ottenuto la pubblicazione. In comode rate è la sua opera prima in versi. Dalla presentazione ufficiale, tenutasi a gennaio 2020, testi e recensioni della raccolta sono comparsi in importanti riviste poetiche (tra cui Poesia di Crocetti, Atelier Poesia, Centro Culturale Tina Modotti) e in trasmissioni radiofoniche e televisive (Tv7 – Rai Uno, il Sabbatico – Rai News 24, Fahrenheit – Rai Radio 3). A settembre 2020, è stata ospite del Festival della Poesia 2020, presentata dal Prof. Alberto Bertoni.

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