Quinto appuntamento della dodicesima edizione de La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, promossa dalla Provincia di Milano, con il sostegno del Comune di Milano, in collaborazione con la Regione
Lombardia e organizzata da I Pomeriggi Musicali/Teatro dal Verme con la collaborazione della Fondazione Corriere della Sera.
(Nella foto Roberto Herlitzka)
Giovedì 30 Giugno, il titolo della giornata è “Tra verità e menzogne – i 150 anni dell’Unità d’Italia”.
Si comincia alle ore 15.00 presso lo Spazio Oberdan in viale Vittorio Veneto 2 con la proiezione di “Noi credevamo” di Mario Martone – presente in sala – introdotto da Maurizio Porro.
Si continua alle ore 21.00 presso la Sala Buzzati in via Balzan 3 con il prologo letterario di Antonio Scurati e Fausta Garavini e un prologo critico di enrico ghezzi e Maurizio Porro.
A seguire Mario Martone metterà in scena una lettura in forma di teatro, allestita appositamente per La Milanesiana, con Anna Bonaiuto, Roberto Herlitzka, Maurizio Donadoni, Giuseppe Battiston e Roberto
Accornero. Gli attori daranno corpo e voce a Cristina di Belgiojoso, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Camillo Cavour e Luigi Melegari, recitando per la prima volta le scene mai girate tratte dalla sceneggiatura di “Noi credevamo”.
La serata termina con il concerto “La donna irriverente” tratto da Cento Anni di Giuseppe Rovani, con adattamento testi di Giacomo Bottino con musiche a cura di Antonio Ballista e voce recitante di Pūjādevī.
Nel foyer della Sala Buzzati è allestita fino al 9 luglio la mostra “Nascita di una nazione”, un viaggio per parole e immagini nella realizzazione di “Noi credevamo”: tra i materiali esposti, le fotografie del backstage, due abiti di scena di Cristina di Belgiojoso, gli studi preparatori del regista e la proiezione per la prima volta in pubblico del prologo del film nella versione estesa presentata alla 67a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
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Giovedì 30 Giugno 2011
Spazio Oberdan, ore 15.00
viale Vittorio Veneto 2
Proiezione
Noi credevamo (2010, 204′)
di Mario Martone
David di Donatello 2011
Introduce
Maurizio Porro
In sala
Mario Martone
Sala Buzzati, ore 21.00
videoriprese in Sala Montanelli
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Prologo letterario 1
Antonio Scurati
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Prologo letterario 2
Fausta Garavini
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Prologo critico
enrico ghezzi
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Maurizio Porro
Lettura teatrale
di tre scene non girate
da Noi credevamo
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Regia
Mario Martone
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Voci recitanti
Anna Bonaiuto
Roberto Herlitzka
Giuseppe Battiston
Maurizio Donadoni
Roberto Accornero
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Concerto
La donna irriverente
tratto da Cento Anni
di Giuseppe Rovani
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adattamento testi
di Giacomo Bottino
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Introduzione
di Giacomo Bottino
musiche a cura di
Antonio Ballista
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voce recitante
Pūjādevī
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Introduce
Ranieri Polese
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MARIO MARTONE
Napoli, 20/11/1959, regista di cinema e teatro. Ha iniziato col teatro d’avanguardia nel 1977 fondando il gruppo Falso Movimento, dieci anni dopo ha dato vita alla compagnia Teatri Uniti. Ha messo in scena sia tragici greci che autori contemporanei, e curato la regia di opere liriche nei maggiori teatri del mondo. Nel 1992 ha girato da indipendente il suo primo film,”Morte di un matematico napoletano” (Gran Premio Speciale della Giuria a Venezia). Sono seguiti “Rasoi”,”L’amore molesto”,”Teatro di guerra”, tutti film ambientati a Napoli. Del 2004 è “L’odore del sangue” dall’omonimo romanzo di Goffredo Parise e del 2010 “Noi credevamo”, presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Numerosi sono i suoi lavori in altri formati: cortometraggi, documentari, film di montaggio. Ha diretto il Teatro di Roma nel biennio ‘99/2000 e attualmente è direttore del Teatro Stabile di Torino. Tra le sue pubblicazioni Teatro di guerra. Un diario (1998), Chiaroscuri. Scritti tra cinema e teatro (2004) e Noi credevamo (2010).
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MAURIZIO PORRO
Nato a Milano il 10/7/1942, è laureato in Lettere e Filosofia e ha lavorato con diverse funzioni al Piccolo Teatro dal ’64 al ’70, alla Ferrania 3M, dal ‘69 al ‘70, iniziando poi a collaborare col “Corriere della Sera” dove entra nel 1974 dopo due anni al “Giorno”. Professore di Storia della Critica dello Spettacolo alla Università Statale di Milano dal 2002, ha pubblicato tra gli altri un Quaderno del Piccolo Teatro, 1967; Il cinema vuol dire, 1979; Alberto Sordi, 1980; Joseph Losey; La cineteca di Babele, 1981; Alida Valli, 1996;
Dizionario dello spettacolo del 900, 1998; Fine del primo tempo, 1999, seconda edizione, 2005;”Prefazione” a Il cinema di René Clair, 2007 e Il Melò, 2008; è stato curatore dei fascicoli della collana dei dvd Garinei e Giovannini e ha collaborato con la Fabbri per la collana grandi Sceneggiati.
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enrico ghezzi
Ha (?) quasi sedici anni nel maggio del 1968. Ama Eddy Merckx come Jean Vigo come Max Stirner come gli 8 metri e 90 centimetri di Bob Beamon come… Si occupa di cinema e di televisione (o meglio, e peggio!, ne è
occupato). Dal 1979 lavora e gioca come ‘riautore di immagini’ a RaiTre per la quale ha curato o inventato cicli di film, le 40 ore non-stop di “La Magnifica Ossessione” (1985), e i programmi “Fuori Orario”, “Schegge”, “Blob” (e “Publimania” e “Fine senza Fine”). Dal 1987 al 1994 ha diretto il palinsesto della RaiTre di Angelo Guglielmi. Gli piace troppo scrivere per non lasciarsi annegare (quasi) nelle immagini. Ha diretto il Festival del Cinema di Taormina dal 1991 al 1998 e dal 2001 al 2009 “Il Vento Del Cinema” a Procida; cura la collana dvd “Eccentriche Visioni”. Da regista, ha realizzato il cortometraggio “Gelosi e tranquilli” (1988) e dei videoclip (tra cui “Strani giorni” di Franco Battiato). Tra i libri pubblicati: Paura e desiderio, Discorso su due piedi (il calcio) con Carmelo Bene e, nel 1994, il numero della rivista “Panta” dedicato al cinema. Sta (non) finendo una cosa che (non) assomiglia a un romanzo, Oro solubile.
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ANTONIO SCURATI
È nato a Napoli nel 1969, è ricercatore alla IULM di Milano e coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Editorialista della “Stampa”, ha scritto i saggi Guerra. Narrazioni e culture nella tradizione occidentale (2003, finalista al Premio Viareggio), Televisioni di guerra (2003), La letteratura dell’inesperienza (2006) e Gli anni che non stiamo vivendo (2010). Ha inoltre scritto i romanzi Il rumore sordo della battaglia (2002 e nuova edizione nel 2006), Il sopravvissuto (2005), con cui ha vinto la XLIII edizione del Premio Campiello, Una storia romantica (2007, Premio Super Mondello) e Il Bambino che sognava la fine del mondo, finalista al Premio Strega 2009. Di recente è stato pubblicato anche un documentario che ha realizzato insieme al fratello Lorenzo,”Le stagioni dell’amore” (2010).
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FAUSTA GARAVINI
Studiosa di letteratura francese e occitanica, traduttrice e scrittrice, ha insegnato alla Facoltà di Lettere di Firenze. È autrice della traduzione integrale dei Saggi di Montaigne (1966) e di numerosi lavori critici.
Redattrice di “Paragone-Letteratura” dal 1972, ha pubblicato diversi racconti in rivista. Fra i suoi romanzi, Gli occhi dei pavoni (1979), Diletta Costanza (1996), Uffizio delle tenebre (1998), In nome dell’Imperatore (2008) e il recente Diario delle solitudini..
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ANNA BONAIUTO
Nata a Latisana, in Friuli, da padre napoletano. Si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dove studia con Mario Missiroli e con Luca Ronconi, con il quale esordirà in teatro. In teatro è stata diretta, tra gli altri, da Otomar Kreicha, Carlo Cecchi, Mario Martone, Giorgio Pressburger, Toni Servillo, frequentando da protagonista un repertorio che spazia dai classici greci a Molière e Marivaux, da Cechov e Ibsen fino a Harold Pinter, Thomas Bernard, Eduardo De Filippo. Al cinema è apparsa fra l’altro in “Storia di ragazze e di ragazzi” e “Fratelli e sorelle” di Pupi Avati, “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani, “Morte di un matematico napoletano”, “L’amore molesto”, “Teatro di guerra” e “Noi credevamo”di Mario Martone, “Il postino”di Michael Radford, “Il Divo” di Paolo Sorrentino, “Il Caimano” di Nanni Moretti, “La ragazza del lago” di Andrea Molaioli, “Io, loro e Lara” di Carlo Verdone, ricevendo numerosi premi in Italia e all’estero fra i quali la Coppa Volpi, la Grolla d’oro, il David di Donatello, il Nastro d’argento, il Globo d’oro.
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ROBERTO HERLITZKA
Torinese, inizia la sua carriera teatrale negli anni sessanta, diretto da registi come Calenda, Lavia, Squarzina e Pagliaro. Il debutto cinematografico arriva nel 1973, con Lina Wertmüller. È con il suo “Lasciami andare madre”, che Herlitzka ottiene il Premio Gassman come miglior attore. Successivamente,
nel 2003, ha vinto il Premio Flaiano per gli spettacoli teatrali “Danza macabra” e “Lighea”. Al cinema i suoi colleghi vanno da Mastroianni a Sordi, da Noiret alla Sandrelli e tra i tanti registi che l’hanno diretto
ricordiamo Montaldo, Faenza, Cappuccio, Del Monte, Magni, Michalcov, Andò. È con Marco Bellocchio che ottiene il David di Donatello e il Nastrod’Argento come miglior attore protagonista per “Buongiorno, notte”
(2003), dove interpreta il ruolo di Aldo Moro. La sua più recente partecipazione (maggio 2011) è nel film “L’ultimo terrestre” diretto da Gianni Pacinotti detto GIPI.
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GIUSEPPE BATTISTON
Dopo essersi diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, vince il premio Ubu nel 1986 come miglior attore non protagonista per la rappresentazione teatrale “Petito Strenge” e nel 2010
come miglior attore per “Orson Welles’ Roast”. A teatro viene notato da Silvio Soldini che lo inserirà in molte delle sue pellicole, fra cui “Pane e tulipani” (2000), per il quale vince il David di Donatello. Vince un secondo
David di Donatello per “Non pensarci”di Gianni Zanasi (2006) e ha tre candidature per il Nastro d’Argento, per lo stesso “Non pensarci”, “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati (2007) e “La bestia nel cuore” di
Cristina Comencini (2005). Un altro David di Donatello nel 2011 per “La passione” di Carlo Mazzacurati. Fra le partecipazioni televisive, si ricorda quella in “Lo smemorato di Collegno” e “Le ragazze dello swing” per la regia di Maurizio Zaccaro.
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MAURIZIO DONADONI
Attore e autore, premio speciale IDI 1986 per l’interpretazione in “Bestia da Stile” di P. P. Pasolini, consegue nello stesso anno il premio Ubu come miglior giovane attore. In teatro è stato diretto, tra gli altri, da Gabriele Lavia, Luca Ronconi, Massimo Castri, Carlo Cecchi, Cristina Pezzoli, Piero Maccarinelli, Valerio Binasco, Krizstof Zanussi, Marco Bernardi; al cinema da Marco Ferreri, Carlo Lizzani, Franco Rossi, Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, Saverio Costanzo. È stato protagonista di sceneggiati televisivi tra cui “Un bambino di nome Gesù”, “L’ispettore anticrimine”, “La piovra 9”, “Pinocchio”. Tra i testi finora scritti ha rappresentato con successo “Fegatelli”, “Checkpoint K”, “Canto della Rosa Bianca” e “Precarie età” prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano.
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ROBERTO ACCORNERO
Comincia molto presto a far teatro. Dal 1981 inizia un’intensa attività nella prosa radiofonica. Dopo aver interpretato il ruolo di Pieretto in “Il diavolo sulle colline” di Vittorio Cottafavi (Festival di Cannes, 1985) inizia a credere che il cinema, oltre che bello, sia facile. Va avanti e lavora con Fellini (“Ginger e Fred”), Soldini (“L’aria serena dell’Ovest”), Giannarelli, Calopresti, Ferrario, Argento, Verdone, Faenza, Saura, Martone… In teatro lavora con Carlo Cecchi, Ronconi, Missiroli e molti altri. In televisione è spesso in sceneggiati nazionalpopolari, diretto da Gregoretti, Perelli, Di Carlo, Questi, Capitani, Giordana, Zaccaro,
Dayan, Cavani, Frazzi e molti altri. Nel 2010 è premiato in tre festival come miglior attore per il corto di Cribari “Diario di un disagiato”.
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RANIERI POLESE
È nato nel 1946 a Pisa; ha studiato Filosofia e, dalla fine degli anni settanta, è membro del Sindacato Critici Cinematografici. Ha scritto per le pagine culturali di diversi giornali (“La Nazione”,”L’Europeo”). Attualmente
collabora al “Corriere della Sera”. Dal 2006 cura l'”Almanacco Guanda”.
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ANTONIO BALLISTA
È pianista e direttore d’orchestra. È stato diretto da Abbado, Boulez, Chailly, Maderna, Muti, e ha suonato con le più famose orchestre del mondo, collaborando con Cage, Ligeti, Dalla Piccola, Stockhausen, Berio.
Dal 1953 suona in un duo pianistico con Bruno Canino. Come direttore d’orchestra ha debuttato al Teatro dell’Opera di Roma con “Gilgamesh” di Franco Battiato. È direttore e fondatore dell’ensemble “Novecento e
oltre”, e nel 2003 ha costituito, con Alessandro Lucchetti e Federico Mondelci, il trio “Fata Morgana” per l’esecuzione della musica cross-over.
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PŪJĀDEVĪ
Regista e formatrice teatrale, si è diplomata nel 1993 alla Civica Scuola d’Arte drammatica “Paolo Grassi”. Dopo numerose esperienze in ambito teatrale, cinematografico e televisivo, nel 2005 ha iniziato a lavorare come regista. Tra le performance allestite ricordiamo “Samadhi Performance”, “Vom Herbst. Vom Odem”,”Gregor Samsa’s crazy dance in the little room”, “Body Work”. Dal 2006 ha l’onore di studiare Siddha Siddhanta yoga con Svamiji Yogananda Giri.
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La Milanesiana, è sostenuta da:
Main Sponsor Fondazione Corriere della Sera, Gioco del Lotto – Lottomatica, ENI, Milano Serravalle – Milano Tangenziali, Grafica Veneta.
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Partner Banca Popolare di Milano, Università IULM, Commissione Europea, Biblioteca di Via Senato, Fondazione Cineteca Italiana, Il Circolo dei lettori di Torino, Cartiere Vannucci.
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Altri sponsor GFK, Seven Stars Galleria, UNA Hotels, Giacomo Bistrot, Montblanc, Fondazione CRT, Vodafone.
Grazie inoltre a MITO, Foglie, fiori e fantasia, Fondazione Fernanda Pivano, Betty Wrong, Studio Volpatti Associati, At Video, Galleria Ceribelli Bergamo, La bella estate di Milano, Immaginario Festival, Primafila, Magoni, Grafiche Mariano, Cargo&HighTech, GF arredamenti, Coalca, Audio- visual Advanced Art.
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Informazioni al pubblico