Donne, poesie e storie di emigrazione

Da Poesie di Vera Lùcia de Oliveira

Ho messo dentro la terra un lettino
era autunno lasciavo le foglie
ammucchiarsi soffici sul suolo
facevo come un lenzuolo dorato
che si stendeva avvolgeva le orecchie
dentro la culla non so chi avevo
messo a dormire qualcuno c’era
piangeva a dirotto mai che avessi
potuto vedere il suo volto

*

Da Poesie di Adriana Langtry

Sette

Alcuni, a quei tempi
abitavano tutta la vita nella stessa casa.
Ville coloniali con madreselva sui balconi
E figli che crescevano all’ombra di grandi fichi e di messali
e adulti che invecchiavano nella memoria di razza e tradizioni
sotto il ritratto di un avo militare.
Molti, a quei tempi
abitavano tutta la vita nello stesso rione.
Suburbio di ringhiere, cortili a cannocchiale
e misture di accenti nella penombra degli androni
tra giochi censurati e il lamento di un tango
scosso dai primi accordi di Love mi do.
Alcuni, abitavano tutta la vita nella stessa casa.
Noi, a quei tempi,
nella scalata sociale verso il centro,
di case ne abbiamo cambiato giusto sette.
Una per ogni dittatura.

*


Da Poesie di Eliza Macadan

Qualcuno molto ironico
mi ha dato un’altra lingua invece della mia
poi mi ha lasciata cercare
vai da questa parte – potresti trovare un silenzio
che se ne frega della lingua
dall’altra vivresti senza nemmeno accorgerti
sto al bivio e prego per un altro po’ di tempo
per poter ascoltare tutti i silenzi
e parlare in lingue
prima o poi
non ho più patria
l’ho lasciata alle spalle
senza che se ne accorgesse
i fili sono impigliati
nel palco dell’infanzia
le parche tessono
di giorno una tela
che le notti districano

*


Da Poesie di Lidia Amalia Palazzolo

Madre
madrona
dei miei
rimpianti
Voce
che non riscalda
le ceneri
Matriarca
di un
regno
vuoto
Madrecita
dimentica
di carezze
Distratta
e perduta
nel perfido
tempo
della follia
Irriconoscibile
reproba
della morte
e l’esilio.

Da “Confine donna – Poesie e storie di emigrazione”, a cura di Silvia Rosa, con illustrazioni di Valeria Bianchi Mian, Vita Activa Nuova 2022.

Silvia Rosa nasce a Torino, dove vive e insegna. Laureata in Scienze dell’Educazione, con una specializzazione in educazione e formazione degli adulti e un master in didattica dell’italiano L2, ha frequentato il corso di storytelling della scuola Holden. Tra le sue molte pubblicazioni: Tutta la terra che ci resta (Vydia Editore 2022) e Tempo di riserva (Giuliano Ladolfi 2018).

Silvia Rosa e Valeria Bianchi Mian hanno ideato e curano insieme il progetto Medicamenta: lingua di donna e altre scritture, che ormai da anni propone letture ed eventi intorno al tema delle scritture femminili e una serie di laboratori rivolti a donne di ogni età, italiane e straniere, lavorando in una prospettiva psicopedagogica e di genere con le loro narrazioni e le loro storie di vita.

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