Destinazione d’Uso è il titolo di una mostra collettiva che si è tenuta a Roma, al Pigneto, (zona Via Roberto Malatesta), in un’unica esibizione. La particolarità dell’evento è che l’esibizione è avvenuta all’interno di una grotta dove, per brevissimi istanti, hanno preso forma, immagini, gesti e visioni che hanno reso possibile l’unione tra il mondo in superficie e il mondo sotterraneo.
Gli artisti intervenuti sono: Alessia Armeni, John Cascone, Cink-e-Cink, Linda Cuglia e Jessica Iapino che non si sono limitati a presentare il proprio lavoro nel sottosuolo, ma lo hanno rivisto e adattato al luogo entro il quale l’esibizione avveniva. Ha curato la mostra, Daniela Voso che è anche la voce narrante nel video (qui sotto).
“Non capita a tutti di ritrovarsi con una grotta sotto casa. Non capita a tutti di farci una mostra. E dunque siamo qui. Nel tempo dei non-luoghi, ci riappropriamo di uno spazio dalla forte identità, ma di cui non si conosce l’origine, né la destinazione, ad immaginare di reinventarlo per una sera.
Da qui l’idea di fare una mostra sotterranea, che esprima i diversi piani di esistenza, talmente temporanea da durare lo spazio di un istante.
Un momento da condividere. Un happening di visioni che appaiono il tempo di uno sguardo.
Qui lo scambio è reciproco: l’arte si arricchisce del luogo, gli cede una parte di sé e crea un legame tra ambienti in superficie e sotterranei.”
(Alessia Armeni, John Cascone, Cink-e-Cink, Linda Cuglia e Jessica Iapino)
—————
John Cascone ha collegato con un intervento specifico – ‘My unknOwn Pleasure’ – la memoria personale al luogo, estraendo frammenti dalle sue esplorazioni intime e personali. Il duo Cink-e-Cink (Raffella Bordini e Luigi Forte) si è collocato al limite tra interno ed esterno con ‘Vip Area’, con un doppio intervento: installativo e performativo. Con la serie pittorica ‘Spaces-Trial of Light’ Alessia Armeni ha unito diversi piani di riproduzione del reale: luce, colore, spazio, con codici disposti liberamente, creando visioni inconsuete. Linda Cuglia con ricercata ingenuità di linguaggio ha invece dato vita a un luogo dell’immaginazione: ‘Allotropia di carbonio’ : una composizione scultorea in cui recupera l’analogia tra elementi distinti e distanti tra loro, come sono il diamante, la grafite e il carbone. A conclusione del percorso Jessica Iapino con ‘Il Quarto Ordine’, frammento da mediometraggio, ha filmato la metafora della condizione di un essere che sceglie una pausa dal mondo e, isolato, lo osserva dall’esterno senza agire.
Tra queste opere nessuna verità posticcia, ma ricordi, emozioni e immagini che vivono – hanno vissuto – nell’alternanza di piani interni ed esterni, dove i livelli di lettura si moltiplicano e dove diventa tangibile la labilità della linea di confine tra ciò che è emerso e ciò che non lo è.
——
| ELENCO OPERE
ALESSIA ARMENI | Spaces – Trial of light(I e II), olio su tela, 100 x 150 cm 2011
JOHN CASCONE | My UnknOwn Pleasure, tecnica mista 2011
CINK-E-CINK | Vip Area installazione e performance 2011
LINDA CUGLIA | Allotropia di Carbonio, tecnica mista 2010-2011
JESSICA IAPINO | Il Quarto Ordine, video, estratto da Film 2′,24″ 2011
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=C3Y4axyHESw[/youtube]
… da un luogo così lontano come mexico-city, dove ora mi trovo, queste parole assumo valore e significato speciale…