Nota di Francesco Deotto
L’Hospital de Rilhafoles, inaugurato nel 1848 e ribattezzato Hospital Miguel Bombarda nel 1911, è stato il primo, e per diversi decenni l’unico, ospedale psichiatrico del Portogallo. Situato nel pieno centro di Lisbona, in una struttura precedentemente adibita a collegio militare, e ancor prima a convento, è stato definitivamente dismesso nel 2011. Attualmente sembra che l’area che ancora occupa sarà principalmente destinata a delle abitazioni a prezzo calmierato, ma a lungo non è stato chiaro quale sarebbe stato il suo avvenire, alimentando diverse altre ipotesi, più o meno speculative.
Interrogandosi sulla storia e sul futuro di questo ospedale, o meglio di quello che ne resta, Avventure e disavventure di una casa gialla, L’Arcolaio, 2023, (scritto tra l’ottobre del 2019 e il febbraio del 2022) è la prima parte di un progetto che cerca di riflettere sul nostro rapporto coi luoghi che attraversiamo e abitiamo, e che ci abitano e attraversano.
Una precedente versione dei testi della sezione Inventario sommario dei blocchi maggiori è apparsa in gammm.org.
ESTRATTO
«Nella mia terra chiamavano casa gialla la casa dove tenevano i prigionieri. A volte, quando giocavamo per strada, noi bambini lanciavamo sguardi furtivi alle sbarre scure e silenziose delle sue finestre alte e, con il cuore stretto, balbettavamo: Poveretti!…»
(da Ricordi della casa gialla, di João César Monteiro)
Inventario sommario dei blocchi maggiori
Cinque grandi blocchi
accompagnati da delle discrete
(quanto confuse) formazioni
di piccoli blocchi.
Cinque grandi blocchi
disomogenei praticamente
sotto ogni punto di vista.
Per forma, età, disposizione,
stato di conservazione,
aspettative di sopravvivenza
(e di rilancio), ambizioni,
appetibilità, eccetera.
***
Il blocco più a sud,
il primo visibile dall’ingresso principale
(dall’incrocio tra rua Amaral,
rua Aparício, rua Cruz da Carreira),
detto anche blocco sud,
o blocco principale,
è anche il blocco più antico.
Sembra sia stato concepito
e completato solo qualche anno
prima del grande terremoto
(almeno nel suo nucleo essenziale),
ma come lo abbia attraversato,
con quali e quante tracce,
(e quanti e quali traumi),
in tutto e per tutto,
non lo abbiamo ancora capito.
Dopotutto (e malgrado tutto),
non sembra così malmesso.
***
Quanto al blocco laterale,
quello più vicino al blocco principale,
in realtà, non è del tutto certo
che si tratti realmente
d’un blocco davvero grande.
Probabilmente, andrebbe piuttosto
considerato come un blocco medio,
o come un blocco intermedio.
Più degli altri, fra tutti
(fra tutti i blocchi più o meno grandi),
si distingue principalmente
(anche rispetto al fisco e al catasto)
per la discrezione
e per un certo anonimato.
È il blocco col più basso
valore di mercato.
Soprattutto, è il blocco più semplice
da abbattere, quello di cui, in teoria,
ci si potrebbe liberare anche in assenza
di grandi mezzi,
forse già con un unico caterpillar,
tuttalpiù coadiuvato
da uno o più bulldozer.
Comunque non è del tutto da disprezzare.
***
Poco a nord dal blocco principale
(e dal cosiddetto blocco medio o
intermedio) il terzo grande blocco,
accompagnato da una serie di piccoli blocchi,
occupa di fatto il centro dello spazio.
Più grande del blocco intermedio,
non sembra però neanche enorme,
né particolarmente imponente o antico.
Quasi privo di segni distintivi,
sembra, quantomeno, nel suo insieme,
versare in uno stato complessivamente
decoroso, piuttosto decente.
Stando ai rilievi aerei
si direbbe dotato di una forma
non priva d’originalità:
come una specie di pi greco,
un enorme pi greco minuscolo,
stilizzato e semirovesciato.
Non vi sono ragioni di dubitare
che si tratti di una forma puramente casuale.
***
Ancora più a nord,
più a nord-est, più precisamente,
il blocco più celebre e più discusso,
quello che più di tutti,
si ritrova, da sempre, al centro
dei maggiori pettegolezzi.
Il blocco panottico,
che è poi anche quello
con più vincoli e controlli,
fino ad essere, di fatto, intoccabile,
stando alle perizie degli esperti,
ai tecnici del ministero,
alle leggi dello stato, eccetera.
Tutto sommato,
se lo si osserva con distacco,
non è così diverso
da un’enorme ciambella.
***
Infine, a ovest,
il quinto grande blocco.
Questa volta un blocco davvero grande,
quasi quanto il blocco principale.
In parte, può ricordare una lisca,
ma squadrata e sproporzionata,
oppure un’acca maiuscola a tre gambe,
come tre parallelepipedi allungati,
paralleli l’uno sull’altro, uniti,
al centro, da un quarto corpo,
più piccolo e ancora più modesto.
Senza dubbio è il blocco più brutto.
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Francesco Deotto (1982) è filosofo, traduttore, poeta ed artista visivo. Vive tra l’Italia e la Svizzera, dove è docente a contratto di letterature comparate. A Ginevra ha discusso una tesi di dottorato intitolata «Dans la clarté de l’utopie». Abensour, Lévinas, Celan, Derrida, entre utopie, poésie et déconstruction de la souveraineté. È l’autore di diversi saggi che indagano il rapporto tra scrittura, poesia, retorica e filosofia. Ha tradotto dei testi di J.-L. Nancy, J.-P. Courtois, J.-C. Bailly, M. Deguy. È l’autore della plaquette Nella prefazione d’una battaglia (Italic 2018). Alcune sue poesie sono apparse in L’Ulisse, gammm, Formavera, Utsanga, The Florence Review. Alcune sue foto sono state esposte al PAB (Punto Arte Benandante) di Portogruaro e al Tirana Art Center.