A cura di Anna Ruchat
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Mariella Mehr – coniugando Celan, Nelly Sachs e Artaud in una prospettiva di riscatto (Notizie dall’esilio), di laica redenzione (La costellazione del lupo) o di lucido delirio (San Colombano e attesa) – rimane strettamente legata, soprattutto nella produzione piú recente, al cortocircuito verbale, alla «Wortbildung» (la parola tedesca composta che diventa trampolino di lancio per l’invenzione) cui segue la concatenazione sghemba dei versi, sempre inaspettata, provocatoria, materica e mai astratta o fine a sé stessa. Mariella Mehr arreda il suo universo linguistico come fosse un parco selvatico. Cosí la sua ricerca poetica approda a volte a una magia crudele («Uno sguardo modesto | pieno di magia rumorosa, piú terribile di qualunque ira»), altre volte a un meticoloso esercizio speleologico tra le «caverne dove, | vivono gli uomini di ghiaccio», altre a un’esplosione che tutto scuote nei «crepacci del tempo», altre ancora in formule alchemiche rivolte alla carne e alle sue pause di gelo («nell’amore | togliamoci | esausti il gelo | dai capelli») il tutto avvolto e travolto da una notte che inghiotte, restituisce e sottrae: s’insinua ovunque.
Dalla prefazione di Anna Ruchat Continua a leggere
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Alberto Cellotto, Traviso
Alberto Cellotto è nato a Treviso nel 1978. Ha scritto i libri di poesia Vicine Scadenze (Editrice Zona, 2004), Grave (Editrice Zona, 2008) e Pertiche (La Vita Felice, 2012).
Ha tradotto dall’ inglese opere di Gore Vidal, Stewart O’Nan e Frank Norris. Cura il blog Librobreve. Altro su albertocellotto.it. Continua a leggere
Clery Celeste, "La traccia delle vene"
Quale oroscopo lasciamo scritto quando ce ne andiamo dall’ambulatorio e la grafia della nostra vita resta incisa disegno, traccia, ombra diun corpo, delle sue paure e dei suoi sogni, sui referti diagnostici? Quale diario del tempo registra il foglio traslucido, la foto non del corpo, ma degli organi, dove il corpo è quel dentro, quell’organismo siamo noi, ma dove? Clery Celeste è radiologa, e nella sua poesia si ripete la scena dell’interpretazione di quel disegno di ombre che è sempre la nostra presenza a noi stessi. La traccia delle vene è un titolo che mostra quanto l’evidenza della vita che noi crediamo di saper leggere sia scritta in una relazione non dominabile, dove tra l’io è il corpo si apre una dimensione tanto più oggettiva quanto più inafferrabile. Continua a leggere
Aldo Nove, "Addio mio Novecento"
Con questo nuovo volume di versi, Aldo Nove affronta la fine della memoria: dunque non la fine di un secolo, ma la fine del senso del passato, di una continuità rassicurante. E con la fine della memoria, con la progressiva scomparsa del passato, diventa sempre più flebile anche la nostalgia. Dunque, una riflessione sul tempo. Il tempo privato e storico da un lato, il tempo cosmico e geologico dall’altro.
Il residuo nostalgico in dissolvimento (“il fuoco del tramonto / non ha fine per chi lo abita”) e un’entità ritmica, puro movimento, con cui fare i conti. I due fuochi si lambiscono nel flusso alternato dei versi, divisi in due serie parallele che si rincorrono.
I due fuochi si toccano soprattutto nel gusto e nelle capacità (dove Nove è inarrivabile) di far collidere l’immensamente grande con il molto piccolo. In questo libro di Aldo Nove, non può non esserci autobiografia, luoghi e stupori d’infanzia. Ma sono ricordi come svaporati nell’universo, senza più un senso identitario, apparizioni fantasmatiche che si mescolano con concrezioni materiche di ere passate. Il rimpianto dell’io-ieri diventa evocazione del tutto-sempre. Continua a leggere
L'Italia a pezzi
Antologia di poeti in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila
“L’Italia a pezzi” è il primo risultato di una lunga ricerca iniziata nel 2008 dalla rivista Argo e proseguita per cinque anni con un folto gruppo di giovani critici, dalla quale è scaturita una mappatura della produzione poetica neodialettale e postdialettale dell’ultima fase del Novecento e dei primi anni del Duemila. L’antologia rappresenta un nuovo approdo e un punto di partenza per la poesia e per la letteratura contemporanea in Italia. Questo lavoro colma un vuoto creatosi negli ultimi quindici anni, durante i quali, dopo le approfondite esplorazioni compiute da Franco Brevini, si è registrata una quasi totale mancanza di accoglienza per le voci neodialettali da parte della grande editoria, a fronte di una produzione sempre più ricca e qualitativamente notevole. “L’Italia a pezzi” propone al lettore una campionatura di autori per i quali il ricorso alla scrittura dialettale non si configura come ripiegamento sul piccolo mondo antico, ma come un necessario incontro con la realtà/contemporaneità, che in molti poeti antologizzati produce scarti linguistici dalla norma. Continua a leggere
Patrick Modiano e Jean-Jacques Sempé
Non tutti sanno che Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014, ha scritto, insieme a Jean-Jacques Sempé, “Caterina Certezza”, il suo esordio nella letteratura per l’infanzia, scritto nel 1988, e appena pubblicato in Italia dall’editore Donzelli ( € 14,00)
Il libro racconta la storia di una bambina che proprio come il suo papà, che vive insieme a lei a Parigi, porta gli occhiali. E che come la sua mamma, che vive a New York, vorrebbe tanto diventare una ballerina. Costretta a levarsi gli occhiali per danzare, Caterina scopre a un tratto il vantaggio di poter vivere in due mondi diversi: quello reale, che vede quando porta le lenti, e l’altro, quello fatto di sfumature in cui vive quando non le porta. Di fronte alle stranezze e ai misteri degli adulti, sarà lei a decidere di volta in volta come sfruttare questo potere che hanno solo i bambini con gli occhiali: guardare in faccia la realtà così com’è… oppure no.
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E il fulmine si vanterà della sua opera
Nella poesia “Le vittime del fulmine” Bill Manhire raffigura il processo dell’ispirazione poetica come un evento repentino e inesorabile, cui la vittima, il poeta, è esposto senza riparo, cui anzi volutamente si espone quando si verificano le giuste condizioni perché il fulmine colpisca, quando la tempesta infuria, e tutto ciò che tende verso l’alto è a rischio di essere folgorato. La lingua poetica nasce quando la realtà ordinaria prende fuoco per un’improvvisa folgorazione, si sviluppa da una combustione, alimentandosi di fiamme e di calore. La creazione è consunzione che ri-genera. L’incendio della parola poetica fa tabula rasa della realtà per ricrearla, spezza il legame consueto esistente tra il mondo e l’idea che ne abbiamo, rovescia l’aderenza tra l’involucro della parola e il suo senso immediato, illuminando a giorno l’oscurità, in una inattesa e dolorosa alba interiore, che si riverbera in nuove scintille di significati. Continua a leggere
Claudia Iandolo, Sororità
Breve nota introduttiva
di Giampiero Neri
Le poesie che qui si raccolgono, di Claudia Iandolo, hanno la loro motivazione nella scomparsa di un’amica.
Ma queste poesie non hanno niente di luttuoso e sono invece vibranti di una vivida luce e forza.
Hanno una particolare intensità, che si trasmette al lettore ad apertura di pagina e che è il segno della poesia. Continua a leggere
Tommaso Di Dio, Tua e di tutti
“Tua e di tutti“, la nuova raccolta di versi di Tommaso Di Dio, inaugura la nuova collana di poesia voluta da pordenonelegge.it e LietoColle Editore per promuovere e diffondere l’opera di autori già conosciuti che da tempo seguono la vicenda attuale della poesia.
LietoColle cura la proposta del libro nella sua forma canonica, mentre pordenonelegge.it cura la versione elettronica con l’obiettivo di moltiplicare le occasioni di attenzione e di dialogo su quattro opere di poesia scelte, una volta l’anno, tra le esperienze di rilievo di nuovi e giovani autori.
Il primo di questi è Tommaso Di Dio. Continua a leggere
Franco Buffoni, Jucci
E’ nelle librerie, Jucci, di Franco Buffoni, Mondadori 2014. Una storia in versi.
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Jucci è il nome di una donna la cui memoria, attraverso il tempo, attraverso i decenni, è rimasta intatta nella mente del poeta, che a lei ritorna in queste pagine, nei versi di un libro tanto unitario da potersi considerare, più che un canzoniere, un vero e proprio delicatissimo romanzo in versi. E un romanzo che, insieme, potrebbe essere definito romanzo di formazione, romanzo romantico, romanzo del rimpianto. Franco Buffoni, in versi spesso commossi, ma sempre fermissimi nel tono e quanto mai lucidi nello sguardo sul proprio passato, ci racconta di un amore giovanile, dell’incontro con una donna sensibilissima e sapiente, con la quale aveva trascorso indimenticabili momenti di un sentimento tanto forte e autentico da andare oltre i confini stessi del sesso. L’amore per una donna nel mentre si manifestavano e chiedevano ascolto impulsi e stimoli di una condizione omosessuale vissuta con tormento dentro un tempo e una cultura che la condannavano. Continua a leggere
Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!
Indirizzi, Risoluzioni, Discorsi e Documenti.
Edizione del centocinquantennale, a cura di Marcello Musto
Centocinquant’anni fa, il 28 settembre 1864, alla St. Martin’s Hall di Londra, si teneva la sessione inaugurale dell’Associazione internazionale dei lavoratori: l’atto fondativo della prima organizzazione internazionale del movimento operaio. Ciò che oggi colpisce è il carattere profondamente radicale e libertario di quella esperienza. Le discussioni, anche accese, che la animarono spaziavano dal diritto al lavoro alla critica delle ingiustizie sociali, dalla contestazione del modo di produzione capitalistico alla denuncia delle sue contraddizioni, dalla difesa della salute, dell’istruzione, del welfare all’aspra contestazione delle diseguaglianze di genere, dalla polemica contro i nazionalismi e le discriminazioni razziali al progetto di una nuova dimensione internazionale per le classi lavoratrici, in vista della loro emancipazione. Continua a leggere
Anila Hanxhari, Brindisi degli angeli
Dalla prefazione di Maurizio Cucchi
Di Anila Hanxhari mi ha sempre sorpreso, colpito positivamente, l’intensità dell’emozione dentro il verso, la forza espressiva che rende il suo testo un oggetto molto materico, felicemente carico e denso. […]
La sorpresa di questo suo nuovo libro nasce in modo evidente dal coesistere della sua tipica e quasi inconfondibile energia espressiva con una tensione del tutto nuova verso una maggiore, netta necessità di comunicazione.” Continua a leggere
Johannes Bobrowski, Poesie
di Nadia Agustoni
Poeta intenso, da fare male, e di pochi luminosi libri Johannes Bobrowski, è qui tradotto in modo impeccabile da Davide Racca. “Poesie” raccoglie una serie di testi usciti nei volumi 1 e 2 dell’opera completa edita dalla Deutsche Verlagsanstalt in sei tomi, come dice una nota finale di questo smilzo libretto, il cui peso però si fa sentire.
Bobrowski ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale nell’esercito tedesco sul fronte orientale e i paesi da lui allora attraversati rivivono nella sua poesia, che con un lirismo rinnovato si propone di rendere una sorta di giustizia della parola ai torti reali inflitti con la guerra ai popoli a est della Germania: “Il vecchio pallido/ nel caftano consunto./ I ricci alle tempie come un tempo. Aronne,/ allora conobbi la tua casa./ Portavi via la cenere nella scarpa.”
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Nicola D'Ugo, Poesie nizzarde
Nicola D’Ugo è nato a Firenze nel 1966. Ha studiato recitazione e letteratura mondiale allo Union County College di Cranford, New Jersey, è laureato con lode in Lingue e letterature straniere moderne ed è dottore di ricerca in Letterature di lingua inglese all’Università la Sapienza di Roma. Ha fondato e cura il blog Sulla letteratura (On literature), scrive per Notizie in… Controluce e il blog Poesia, di Luigia Sorrentino sul sito di Rai News 24. È stato tra i redattori fondatori di Praz!, redattore di Notizie in… Controluce e membro del «gruppo di frascati», di ricerca in robotica dell’Enea. I suoi scritti sono usciti su Avvenimenti, Englishes, MondoDonna, Amnesia Vivace, Samurai, Rai News, Mondadori.com e Poets Against the War. Ha pubblicato sei racconti, più di 100 poesie e di 150 articoli sulle letterature, le culture e le politiche estere, a parte un cospicuo numero di saggi accademici. Ha tradotto poesie e racconti di Vicente Huidobro, T. S. Eliot, W. H. Auden, Dylan Thomas, Anne Sexton, Frank O’Hara, Iosif Brodskij, Vijay Seshadri, Tess Gallagher, Amy Bloom, Caroline Leavitt e altri. Continua a leggere
Gianmario Villalta, Satyricon 2.0
È nelle librerie italiane il nuovo romanzo di Gianmario Villalta, Satyricon 2.0 edito da Mondadori, Scrittori Italiani e Stranieri 2014, Narrativa moderna e contemporanea (€ 19,00)
In vendita dal 9 settembre 2014
Per conoscere Gianmario Villata, poeta e scrittore, potete riascoltare la mia intervista Qui sul sito di Rainews nella cetegory “Notti d’autore”, il programma da me ideato realizzato per Radio Uno nel 2013. Continua a leggere
Giovanni Raboni, Tutte le poesie
Con il Porta comincia, nella poesia italiana, quella linea lombarda, potentemente realistico-narrativa e, per cosí dire, antipetrarchesca, che si ritrova anche all’interno della poesia del Novecento e che è l’unica della quale io aspiri a far parte, nonostante i molti debiti che so di avere nei confronti di altri poeti, da Baudelaire (che considero il piú grande poeta moderno) a Pound (che considero il piú grande inventore di possibilità poetiche del nostro secolo), – e poi, per venire a nomi piú vicini o addirittura vicinissimi, quasi fraterni, a Rebora, a Montale, a Saba, a Sereni.
Da: Giovanni Raboni, Autoritratto 1977
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Marco Sonzogni , Tagli
LETTURE
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Marco Sonzogni, “Tagli”, Poesie 2009-2014, Edizioni La Vita Felice 2014
“Interista come si conviene, sulla scia di una tradizione nobilissima della nostra poesia che da Sereni discende per li rami fino almeno a Cucchi, Benedetti, D’Elia, Scotto e Febbraro, Sonzogni percorre in questi suoi Tagli, originali e perfettamente montati dentro un insieme in cui tutte le parti si armonizzano e si tengono, alcune strade infine convergenti: su un pano antropologico, infatti, la sua poesia si apre volentieri al sostrato di una cultura radicatamente popolare, come attestano le formule tratte dal discorso liturgico e le espressioni proverbiali declinate ancora in latino, fino a un gusto sentenzioso che spicca soprattutto nei primi due capitoli del libro.” […]
(dalla prefazione di Alberto Bertoni)
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Sud, vent'anni di solitudine
Si può uscire da vent’anni di solitudine? Il Sud può essere utile anche al Nord? A queste domande cerca di rispondere il presente libro, a partire da una serrata ricostruzione dei vent’anni successivi alla conclusione dell’intervento pubblico straordinario. Il Mezzogiorno è oggi una realtà fragile, in ritardo di sviluppo, bisognosa di superare la spirale dell’assistenzialismo, e contemporaneamente ricca di energie positive nel territorio e nella società civile. L’intervento pubblico straordinario verso il Sud è stato, nel passato, gelosamente tutelato come il mezzo per risvegliare l’economia, ma le premesse su cui si basava si sono dimostrate, con il tempo, fallaci. Da più parti si ritiene ancora che il Mezzogiorno-Prometeo, accompagnato per mano dallo Stato, possa finalmente liberarsi dalle catene opprimenti che lo costringono a condizioni di debolezza strutturale. Continua a leggere
Seamus Heaney, Morte di un naturalista
Nell’anniversario della scomparsa di Seamus Heaney, (30 agosto 2013) MONDADORI ha pubblicato per la prima volta in Italia la sua raccolta d’esordio: “Morte di una naturalista“, (1966) traduzione di Marco Sonzogni. (In tutte le librerie dal 26 agosto 2014).
Un libro essenziale per capire il pensiero poetico di uno dei più grandi poeti del Novecento, esordio che ha segnato l’inizio di una straordinaria avventura poetica. Fin dalla sua prima raccolta di versi, Heaney ha imposto una personalità d’autore matura e originalissima, la cui voce si è poi confermata negli anni, inconfondibile e centrale nel panorama della poesia degli ultimi cinquant’anni. Continua a leggere
Alberto Casadei, "Letteratura e controvalori"
«Abbiamo ormai introiettato una lunga serie di analisi allarmate o catastrofiche sullo stato attuale e sui destini di quel settore della cultura umana che da circa cinque secoli siamo abituati a chiamare letteratura. Va ribadito invece che proprio in questa fase la letteratura, se tornerà a essere la più potente forma di condensazione di immaginari cognitivi e linguistici, potrà diventare un nuovo laboratorio di ipotesi, utopie, mondi possibili».
Alberto Casadei, “Letteratura e controvalori” Critica e scritture nell’era del web, Donzelli Editore, Collana Saggine, 2014, € 19,50.
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Fausto Nicolini, "Linguanìa"
Dalla prefazione di Vincenzo Mascolo
“Il poeta, ci ha insegnato Fernando Pessoa, nasconde, svela, trasforma, vela di nuovo, in un intreccio di verità e finzione nel quale, poco a poco, finisce per smarrirsi completamente. L’essenza di Linguanìa è in questa trama poetica di finzione e verità nella quale anche Fausto Nicolini pare smarrirsi, fino a non distinguere più il confine tra l’amore e il pensiero dell’assenza. Finge così il dolore che sente veramente, come direbbe Pessoa, e tenta di scioglierlo in un discorso amoroso che lo attraversa da parte a parte.
[…] La poesia diventa allora per Nicolini sostanza dell’amore: solo la parola, suggeriscono i suoi versi, può ricomporre i frammenti di un amore disgregato dal tempo e dal silenzio, può trasformarlo di nuovo in materia, farlo ritornare reale.” Continua a leggere
Daniele Campanari, "In guerra non ci sono mai stato"
In guerra non ci sono mai stato”, è il secondo lavoro editoriale (il primo è “Giocatore di whisky Bevitore di poker”; 2013 – Lettere Animate) del giovane poeta di Latina Daniele Campanari, in uscita in tutte le librerie.
Le parole discorsive, invece, che introducono le poesie sono dello scrittore romano Paolo Di Paolo che insieme a Nicola Bultrini cura l’introduzione al volume.
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Dalla Prefazione di Paolo di Paolo
Ha immagini così forti, questo libro, da lasciare quasi storditi. Ti fermi lì, resti incantato per qualche minuto. Non sono mai convenzionali, mai “poetiche” nel senso più prevedibile e stucchevole del termine, sono sempre inconsuete, personali: sono nuove. L’autunno racconta alle foglie come cadere con eleganza. Le persone sono attimi. Continua a leggere
Alberto Bertoni, "Traversate"
Dalla Prefazione di Paolo Valesio
In questo libro è giunto a completa fioritura un elemento già presente nella poesia bertoniana: l’elemento della “pietas”. Ciò che è veramente distintivo peraltro è che Alberto sa evitare il sentimentalismo edificante che spesso (per ragioni umanamente comprensibili) si accompagna alle poesie che mettono a tema il rapporto con i defunti. Alberto taglia netto: il suo è in un certo senso un libro spietato – attributo che uso con valenza nettamente positiva, e che in ultima analisi non è un ossimoro. Parlando di spietatezza, infatti, il riferimento è alla rigorosa lucidità della rappresentazione; la quale non indebolisce – tutt’al contrario – l’esplorazione di tenebra e di ricordo. […] Continua a leggere
"La raccolta del sale"
Alessandro Brusa, “La raccolta del sale” (Giulio Perrone Editore 2013)
“Una scrittura rigorosa che però non si fa mancare scatti d’ira e lampi di forza, a sancire una personalità poetica sicuramente sfaccettata che nemmeno intende cercare la perfezione, ma preferisce – quando necessario – sporcarsi, divenire cosa quotidiana, parlare alle persone, raccontare finanche attraversando la sfera privata, quella degli affetti.”
(dalla Prefazione di Matteo Fantuzzi) Continua a leggere
Vilma De Gasperin , "Lezioni di lingua"
Nota di Vivian Lamarque
Non amo generalmente i libri con la fotografia dell’autore, ma nel caso di Vilma De Gasperin e soprattutto pensando al titolo della sua opera prima, “Lezioni di lingua”, ci sarebbe stata proprio bene la foto dell’autrice il giorno della “Matriculation Ceremony” al St Cross College di Oxford. Sembra uscita da un film inglese, lei è la protagonista,la più eterea del college, la più biondazzurra, poi si apre il libro e il rasoio affilato dei versi riporta subito il lettore a terra, tanto più bruscamente quanto più in alto l’angelo della foto l’aveva involato.
Impara l’uso delle forbiciate chi nel suo passato prossimo o meglio ancora remoto le ha ricevute e non rese,la restituzione avviene ora sotto forma di crudeli lezioni grammaticali, per mezzo di interrogative dirette e indirette, di dimostrativi e possessivi, di apparentemente innocenti modi e tempi verbali. Continua a leggere
"Avverso il nome"
Anteprima Editoriale
LietoColle con Avverso il nome – Antologia di poesia anonima (nelle librerie italiane da settembre 2014) lancia una provocazione: rompere “lo schema di autoreferenzialità autoriale – (così si legge nell’introduzione al libro) – che caratterizza questo tempo”. La sfida, dunque, è quella di pubblicare un’antologia che – “nell’anonimato della presenza – voglia e sappia dare testimonianza della supremazia della parola rispetto alla vanità dell’autorappresentazione.”
Rigorosamente anonimi sono, infatti, tutti gli autori, compreso i curatori della raccolta. Ma l’identità di ognuno, a un certo punto, sarà svelata dalla pazienza di chi vorrà leggerla fino in fondo, provando a snocciolare “i nomi” che la poesia cela, un rosario di nomi, restituiti, alla fine, soltanto dalla lingua della poesia.
(n.d.r)
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Alberto Arbasino, "Ritratti italiani"
Dal Risvolto di copertina
«Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti, Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi – da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e Manganelli e Berio –, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi, Tessa, Puccini, D’Annunzio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia letteraria».
Alberto Arbasino
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Alberto Arbasino “Ritratti italiani”, Adelphi 2014
Gerard Manley Hopkins
Selected Poems | Poesie Scelte, cura e traduzione di Maurizio Clementi, testo inglese a fronte, Collana Stampa 2009, 2014 (euro 15,00)
Questo libro presenta, in una traduzione nuova, una scelta di versi del grandissimo Gerard Manley Hopkins, che si impose come un nuovo punto di partenza per molta parte della lirica di lingua inglese del Novecento. La sua importanza, sempre in crescita anche ben oltre i confini della letteratura inglese, nasce da alcuni elementi che ne caratterizzano l’opera e che da subito si evidenziano. La sua tensione innovativa, sul piano della forma, si manifesta nella ricerca di un ritmo e di un metro che, partendo dalla tradizione, la alimenta e arricchisce di impulsi originali, in qualche modo aprendo la strada alla modernità del verso libero nelle sue forme più consapevoli. La tensione che agisce direttamente sul corpo vivo del testo è soprattutto la tensione interiore, morale e metafisica, che ne arrovella l’animo e lo spinge in una verticalità vertiginosa, coinvolgendo l’idea del divino e del Cristo, nell’ascendere di una grande potenza visionaria che si realizza in continui vortici di immagini. Maurizio Clementi ha curato questa scelta di opere e ce la propone in una nuova traduzione, mettendo al servizio di un autore amato il proprio studio e la propria sensibilità di poeta. Continua a leggere
"Nuova corrente", poesia italiana in Europa
Visti da fuori. La poesia italiana oggi in Europa
Nuova corrente n. 153, a cura di Damiano Sinfonico e Stefano Verdino, Interlinea 2014 (euro 25)
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Nelle pagine della rivista “Nuova corrente” il lettore si confronta con punto di vista sulla poesia che è originale e intrigante: quello della partita di import-export, per rispondere a una domanda che è ancora aperta: qual è l’immagine che ha la poesia contemporanea italiana all’estero, fuori dei suoi confini culturali e linguistici?
È un argomento interessante quanto inesplorato, soprattutto in un quadro comparativo, che “Nuova corrente” affronta presentando per campionatura una serie di prospettive dalle principali altre aree culturali e linguistiche occidentali: francese, inglese, spagnola, portoghese, tedesca. Nell’insieme di questa foto di gruppo si possono istituire affinità e differenze nei vari tragitti, che qui vengono esperiti da italianisti d’Oltralpe, principalmente non italiani, che operano da anni a Parigi, a Madrid, a Lisbona, a Berlino, in Inghilterra.
PREMESSA DI STEFANO VERDINO
Per nuova corrente fare periodicamente il punto sulla poesia contemporanea italiana è una costante. Per lo meno trentennale: dai fascicoli sulla poesia del 1982 che accanto a saggi critici proponevano un’antologia di giovani poeti (si trattava di Nanni Cagnone, Cesare Greppi, Milo De Angelis, Cesare Viviani, allora trentenni e quarantenni già editi e degli inediti Marco Ercolani e Giuseppe Marcenaro), “scremati”, così per dire, dalla consueta folla di voci e regesti in campo.
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Storia sociale dei tatuaggi
C’è stato un tempo in cui il tatuaggio non era diffuso né ammesso come una forma di modifica del proprio corpo. Secondo la Genesi, il primo tatuato della storia, più precisamente segnato, è Caino, la cui discendenza sarà maledetta. Tra i caratteri distintivi del tatuaggio c’è proprio quello di essere un marchio deprecabile, spesso associato a prostitute e reietti. Incisione sulla carne poco praticata in Occidente, il tatuaggio compare per la prima volta nel nostro mondo nei diari di James Cook, che usa il termine «tattoo» di ritorno dal suo primo viaggio neimari del Sud. È a partire dai mirabili resoconti dei viaggiatori del Settecento che si sedimenta una rappresentazione esotica di remote etnie, in cui i tatuaggi svolgono un ruolo fondamentale nel definire l’alterità di popoli sconosciuti. Continua a leggere
La generazione dei nati negli anni '80
Marco Bini, Conoscenza del vento, introduzione di Emilio Rentocchini, Borgomanero, Ladolfi, 2011; Francesco Iannone, Poesie della fame e della sete, introduzione di Gabriella Sica, ivi, 2011; Matteo Fantuzzi (a cura di), La generazione entrante. Poeti nati negli anni Ottanta, ivi, 2011.
di Matteo Mario Vecchio
Ciò che accomuna i tre volumi – agili, editorialmente spartani (e per questo soprattutto, per la non esibita cura editoriale, positivamente degni di nota), ben curati – di Marco Bini, di Francesco Iannone e di Matteo Fantuzzi (i primi due, florilegi poetici; il terzo, antologia di poeti italiani nati negli anni Ottanta) è, oltre a quanto già accennato, il fatto che siano stati pubblicati da un editore, Giuliano Ladolfi, di tenace e ampia esperienza nel campo dell’educazione e della formazione dei giovani, e, parallelamente, in circolarità di istanze pedagogiche, critico e poeta egli stesso. Continua a leggere
Marina Pizzi, "Cantico di stasi"
Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, nel 1955.
Ha pubblicato i libri di versi: “Il giornale dell’esule” (Crocetti 1986), “Gli angioli patrioti” (ivi 1988), “Acquerugiole” (ivi 1990), “Darsene il respiro” (Fondazione Corrente 1993), “La devozione di stare” (Anterem 1994), “Le arsure” (LietoColle 2004), “L’acciuga della sera i fuochi della tara” (Luca Pensa 2006), “Dallo stesso altrove” (La camera verde, 2008, selezione), “L’inchino del predone (Blu di Prussia, 2009), “Il solicello del basto” (Fermenti, 2010), “Ricette del sottopiatto”(Besa, 2011) “Un gerundio di venia” (Oèdipus, 2012), “La giostra della lingua il suolo d’algebra” (Edizioni Smasher, 2012). Continua a leggere
Nicola Riva, "Il destino dei mesi"
Prefazione di Davide Rondoni
“Troppo vecchio per lo stupore”, dice di sé il poeta, e perciò forse semisepolto in dubitosità su tutto, e dunque pure su Dio, in ripetizioni del tempo, in riflessioni sulla natura e sull’amore di un crepuscolarismo medio e in grigioscuro. Un poeta completamente del nostro tempo, dunque. Immerso, forse sepolto. Nel senso che in una poesia esatta, coraggiosa nel nitore delle tessiture, spesso incidente nelle clausole, Riva ci dà un autoritratto di uomo contemporaneo che ha un passato con qualche luce, qualche felicità indimenticabile – qualche stupore – ma guardata da una costa irraggiungibile. Continua a leggere
Pat Boran, "The Next Life"
Anteprima editoriale
Pat Boran, poeta irlandese, sarà in libreria ad agosto 2014 nell’edizione bilingue per le edizioni Kolibris nella traduzione di Chiara De Luca. “La prossima vita”, è il titolo italiano, che esce nella collana di Poesia irlandese contemporanea.
Titolo originale del libro: Pat Boran, “The Next Life”, Dedalus Press, Dublino 2012, pp. 102; €11.50
http://www.dedaluspress.com/p/the_next_life
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Anna Ruotolo, "Secondi luce"
“Secondi Luce“, di Anna Ruotolo, (LietoColle, Faloppio, 2009 – seconda edizione 2011. Nuova ristampa 2014)
Nota dell’autrice
Il secondo luce è un’unità di misura della lunghezza che impiega il tempo. Ma spazio e tempo, in generale, danno forma alle vicende umane, sentimentali, esperienziali, interiori. “Secondi luce” ha nel suo dna il tentativo di inventare un suo tempo e un suo spazio, nel “luogo più giusto” che è, appunto, la poesia.
Questi versi raccontano storie vicine e lontane, dialogano con persone di passaggio – lampi nei giorni sempre uguali – o persone che, con la loro storia minima e insieme grande nel mondo, hanno aggiunto senso alla mia storia minima. Tutte queste facce sono ricomprese nel nome “Guido” (a cui è dedicato il libro, oltre che a tre giovani donne, le mie sorelle, Nicoletta, Chiara e Manuela) che vuol dire “colui che viene da lontano” e che talvolta ritorna o riparte in una notte d’inverno con la forza e la tenacia di chi sa rompere un patto di luce. È un viaggio nel tempo e nello spazio, fino alla rivelazione che solo la parola può fare “meno oscure le città”.
Continua a leggere
Francesco Benozzo, "Onirico"
Nato a Modena nel febbraio del ‘69 e attualmente residente in una piccola frazione dell’Appennino modenese, Francesco Benozzo è poeta, linguista e filologo specializzato in Lingue romanze e lingue celtiche, cantautore e arpista celtico di grande levatura.
Come poeta è noto soprattutto per la composizione orale di lunghi poemi incentrati sulla risonanza spirituale e sciamanica tra il corpo umano e il paesaggio, nei quali cioè “Benozzo, come una specie di sciamano contemporaneo, si pone, a volte per lunghi giorni, in un ascolto reale e fisico dei paesaggi e diventa, tramite la parola poetica, un intermediario tra le vite segrete e a volte invisibili dei luoghi e quelle dei suoi ascoltatori o lettori” (D. Bisutti). Continua a leggere
Marco Amendolara, "Il corpo e l'orto"
Marco Amendolara è nato a Salerno nel 1968. Poeta, critico letterario e d’arte, traduttore di poesia latina. Laureato in Filosofia e in Lettere moderne, ha svolto un’intensa attività pubblicistica collaborando a vari periodici e quotidiani, fra i quali “Il giornale d’Italia”, “Il Mattino”, “Caffé Michelangiolo”, “L’area di Broca”, “Frontiera immaginifica”.
Nel 1984 pubblica il saggio sulla teoria della poesia “La musa meccanica”, (Ripostes, Salerno-Roma), con lo pseudonimo di Omar Dalmjró, testo riedito nel 1994 con minime varianti, aggiunte, omissioni, con Pellicanolibri, Roma.
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Alessandro Catà, "Continenti persi"
Dalla nota introduttiva di Alessandro Catà
Lo stupore della parola in me nasce da lontano.
Con un compagno di scuola, ai tempi delle elementari, componevamo versi su temi indicati dalla maestra o immaginati da noi n lunghi pomeriggi, seduti sui gradini di una chiesa, davanti a una fontana.
Le frasi erano per lo più altisonanti, ma le parole, indipendentemente dal loro contenuto, coincidevano in me con la luce di quei pomeriggi che andavano verso l’estate; coi bagni che presto avremmo fatto in mare; con le strette strisce che correvano sotto l’acqua bassa della riva: lunghe linee di sabbia che immaginavo come fili di uno strano telegrafo subacque; coincidevano con le montagne dell’alta Sabina, dove viveva mia nonna, somigliavano alla forma delle nuvole e dell’eternità del tempo che goca con la mente di un bambino. […]
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Annamaria Ferramosca, "Ciclica"
E’ in libreria “Ciclica” la nuova raccolta di versi di Annamaria Ferramosca, (La Vita Felice, 2014).
“C’era bisogno di una lingua nuova, esposta alla babele dei ‘mille alfabeti’, predisposta alle bridazioni, all’ospitalità senza preclusioni di sorta. Una lingua contaminata e meticcia, esposta ai venti di novità, al ‘soffio multilingue‘, tra geologia e biologia, tra techne e angelezza: c’era urgenza di una lingua che si facesse carico del vento di novità ipertecnologico e virtuale, scientifico e sensibile, fisico e corporeo, e che nondimeno registrasse sopravvivenza e insorgenza dei realia, di ‘tutto il rumore del mondo’.”
Manuel Cohen (dalla 2^ di copertina) Continua a leggere