La sfida al labirinto in «Passaggio a Trieste»
di Siriana Sgavicchia (in “Il Caffè Illustrato”, 66/67, 2012)
Nelle fughe di Bach sono compresenti adattamento e “fuga insensata”, ragione e follia, rispetto della convenzione e libertà da essa. Ma per confrontarsi con il prigioniero, il folle, l’etilista, il drogato, l’omosessuale, la donna, il dissidente politico, l’etnicamente diverso, il seguace di un’altra fede non sono bastate agli uomini né le opere di Benvenuto Cellini o di Genet, di Tasso o di Artaud, di Poe o di Sartre, di Baudelaire o di Ginsberg, di Wilde o di Proust, di Louise Labé o di Elsa Morante, di Dante o di Ignazio Silone, di Omar Khayyâm o di Senghor, di Lutero o di Rushdie, né le più oscure e tenaci opere di migliaia e migliaia di uomini senza fama. (La foto di Fabrizia Ramondino è di Massimo Pastore). Continua a leggere
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Stelvio Di Spigno e Carla Saracino
“Qualcosa di inabitato”, di Stelvio di Spigno e Carla Saracino, EDB Edizioni, 2013,
con disegni di Marco Dagnino.
Prefazione di Mary Barbara Tolusso
Pare che la maggiore caratteristica della nostra epoca consista nel giungere al nocciolo, all’essenza di un certo percorso, quasi a estremizzare il movimento della vita stessa. In fondo economisti e manager, quanto a metodo, non fanno poi qualcosa di molto diverso dai poeti: utilizzano risorse scarse per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi. La “scarsità” di cui si gode in poesia è quella della parola, all’autore sta la possibilità di evocarla (moltiplicarla, se vogliamo) in modo da soddisfare bisogni individuali e collettivi. Inventare, insomma, è il codice comune, fare una sorta di miracolo con quel poco che si ha a disposizione. Esagerando su questo versante, per condurre un ulteriore e azzardato confronto: se è vero che il mercato sa orientarci a qualcosa di indotto e illusorio, allo stesso modo la descrizione del poeta, del vero poeta – come diceva Solmi – ha sempre un carattere illusorio e fuggitivo. Continua a leggere
"Però qualcosa chiama"
Nota dell’autore, Valerio Grutt
“Ero un ragazzino di tredici o quattordici anni con la passione del calcio, del rap e delle bombolette spray, quando mi trovai per la prima volta in Cappella Sansevero. Da allora quel luogo non mi ha mai lasciato in pace, ne ero fortemente attratto senza capirne il motivo. Ci andavo spesso, c’era qualcosa, un mistero, un segreto che mi si accendeva dentro al quale non riuscivo a dare parola. Forse la storia del Principe Raimondo, il genio, l’alchimista, forse la bellezza dell’architettura e delle sculture, sapevo che prima o poi avrei dovuto dire, raccontare. Negli anni successivi, perso tra mille interessi e incontri, non ci ho più pensato ma l’universo mi metteva sempre davanti qualcuno o qualcosa per tornare a ragionarci, per ricordare. Continua a leggere
Ida Travi, Katrin
I Tolki: una poetica comunità di parlanti
“Katrin Saluti dalla casa di nessuno“, prosegue la poetica mitologia contemporanea avviata anni fa con TA’ poesia dello spiraglio e della neve: stesse figure che ritornano, stesso dire.
TÀ era un tempo e un luogo, e da lì, passando attraverso il casolare rosso di Il mio nome è Inna sono arrivata a questo nuovo libro. Sono dunque tre libri ma non si tratta d’una trilogia, non mi attraggono le trilogie: una trilogia è qualcosa che conclude e insieme si conclude in se stessa, mentre qui c’è un’oscurità che continua, cioè una poetica. Nessun approdo, nessun appiglio se non il ramo basso d’un ciliegio. Un pettinino, una staccionata…una scatola, un martello. Testi brevi, testi elementari, mattoni senza peso destinati a poggiare uno sull’altro, senza peso. Queste poesie sono il poco che resta a partire da TÀ , da quella prima spoliazione, da quel taglio. Continua a leggere
Marina Giovannelli, "Il libro della memoria e dell'oblio"
Dalla Prefazione di Antonella Sbuelz
Vita e morte, presenza e assenza, aspirazione alla pienezza ed esilio nella caducità. E su tutto, naturalmente, realtà e sogno della memoria e dell’oblio.
Queste le anime del nuovo testo poetico di Marina Giovannelli, che, pur nel dualismo di fondo della sua composizione strutturale, trova genesi e motivi ispiratori in un un’unica tensione espressiva e in nuclei tematici fortemente coerenti. Benché infatti il libro sia scandito in due tempi – la raccolta poetica iniziale, a sua volta suddivisa in tre sezioni, e il poemetto Ishtar – i quesiti, le inquietudini e le suggestioni che hanno generato il testo si declinano in un comune percorso di esplorazione del senso – e dei sensi – di fronte all’inesplorabilità del vuoto. […] Continua a leggere
Massimiliano Mandorlo, "Luce evento"
Nota di Massimiliano Mandorlo
“Credo che la poesia, come ho avuto modo di imparare da alcuni grandi maestri come Ungaretti, Luzi, o un poeta così ‘terrestre’ e ‘metafisico’ come Zanzotto, sia “un’ondata che ti scavalca” (cito Zanzotto da una mia intervista poi pubblicata su “Clandestino”). Al di fuori di ogni possibile discorso intellettualistico o teoria sulla poesia, credo che la poesia risieda in questa sproporzione cantata attraverso la lingua, in un’epica del quotidiano e una capacità di ‘visione’ che possa corrispondere ad una piena intelligenza della realtà (intus-legere). Sono attratto da quei poeti in cui questa sfida diventa tensione anche a livello linguistico, e la parola si fa crocevia per questo ‘appassionato inseguimento del Reale’, come afferma Milosz in La testimonianza della poesia. Tra i nomi che ho incontrato su questa strada, citerei Dante, Michelangelo, Rimbaud, Ungaretti, Luzi, Caproni, Zanzotto, il polacco Herbert e, per quanto riguarda la poesia contemporanea, Rondoni, De Angelis, Lauretano, Benedetti, e l’esperienza straordinaria di un poeta come Franco Loi.” Continua a leggere
Lucrezia Lerro, "Il corollario della felicità"
Recensione di Guido Monti
Nella nuova raccolta poetica di Lucrezia Lerro “Il corollario delle felicità”, edito da Stampa 2009, ciò che colpisce è la compattezza della cifra esistenziale sottesa alla pagina. Nei personaggi parla il tempo della distanza inteso come memoria addolorata per qualcosa che in un altro luogo poteva essere e invece non è mai stata.
C’è come un velo di maia che viene dal passato e adombra il presente di ogni figura, nelle sue determinazioni psicologiche ma anche nelle micro vittorie quotidiane: “Meglio star qui o vivere al paese?/…/Resto a Torino quest’inverno,/…/Io mi nascondo, mi rovino le mani/ma cerco di salvarmi/”. Tutte le voci del libro hanno un fondo toccante perché sofferente e come non associare Giuseppe migrante per necessità, ai grandi personaggi del neorealismo di narrazione ma anche cinematografico della metà del secolo scorso, coi loro transiti disperati: “Solo per le strade di Torino/cerco un po’ di allegria,/…./rigiro tra le mani un bottone/del cappotto ereditato dal macellaio. “uomini fragili come lo zio Icio, che lontano dalla sua terra, da un letto d’ospizio ci parla con tono disperato dentro però certa allegria di naufragi: “…./Non abbiamo né radice,/né sconti, né buoni da spendere,/né lacrime da trattenere.//…”. Continua a leggere
Patrick Williamson, "Nel santuario"
La realtà, sorpresa continua
Anne Talvaz
È una cosa di cui mi sono accorta solo quest’anno: quando vado in Inghilterra, comincio a interessarmi ai particolari minimi della natura; abitudine, questa, tutta britannica. Dalla poesia alla porcellana, le espressioni della cultura inglese attraverso i secoli ci ricordano di continuo quanto la consapevolezza dei dettagli naturali abbia radici profonde nella mentalità collettiva, anche per coloro che ormai da parecchie generazioni vivono in città.
L’aspetto che più colpisce nell’ultima raccolta di Patrick Williamson è come egli sia un poeta della natura, e un poeta squisitamente inglese. Alle base di questa serie di meditazioni c’è la cura pregnante del dettaglio, catalizzatore e tramite di una varietà di emozioni: fra tutte, un senso costante di nostalgia e di rimpianto. Continua a leggere
Moira Egan, "Botanica/ Strange Botanic"
Arbutus unedo
(miele di corbezzolo)
“Amaro”
vuol dire
“bitter”, vero? gli chiedo
mentre intinge il cucchiaio
nel vasetto di miele
marrone scuro
scuro,
e risponde: Sì,
ed è diverso da ogni
cosa tu abbia mai assaggiato
prima d’ora.
E sì,
ha ragione,
probabilmente è
la più arcana sinestesia
che sia mai passata
dalle mie labbra.
Il miele
di solito
è dorato, dolce
e leggero, no? Ma questo
fluido viscoso è denso,
profondo, sa di
fumo,
quasi,
come un single malt
scozzese o un altro gusto forte
con cui vorresti familiarizzare. E ancora
più strano, pare bruciarmi
la bocca
come la libidine,
come qualcosa che ho
sempre avuto paura di dire,
deliziosamente amaro.
Provalo,
dice,
con il
pecorino:
“È la morte sua”.
Cosa vuol dire? domando, anche
se mi sa che lo so
già. Continua a leggere
Nguyen Chi Trung, "Venti"
Anteprima editoriale
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Venerdì 27 giugno 2014, alle ore 19.00, presso il Caffè Letterario di Pordenone, presentazione del libro di poesie “Venti” di Nguyen Chi Trung.
Un libro importante nel panorama letterario mondiale scritto nel 1992 dal maggior poeta vietnamita vivente, ed appena edito dalla Samuele Editore in esclusiva per l’Italia con prefazione di Zingonia Zingone e postfazione e traduzione di Anna Lombardo.
La presentazione, alla quale interverrà eccezionalmente l’Autore Nguyen Chi Trung, sarà bilingue (italiano/inglese) a cura di Rachel Slade con accompagnamento musicale di Federico Rossignoli.
Dopo la presentazione ceneremo insieme e leggeremo alcuni versi dei poeti che si sono prenotati alla Cena Poetica con l’Autore. Continua a leggere
Andrea Nicolaevic Ruffolo
E’ in libreria “Se questo è un padre“, memorie di un padre incompreso, di Andrea Nikolaevic Ruffolo, Effigi Editore 2014. Riportiamo, di seguito, la prefazione di Maria Rita Parsi e l’introduzione di Stefano Adami, oltre alla premessa dell’autore.
PREFAZIONE
Maria Rita Parsi
Un racconto rivoluzionario se per rivoluzionario si intende il ruolo che generalmente attribuiamo a padri e madri nella cura e nell’assiduità con i figli. Una conseguenza dei grandi cambiamenti che hanno interessato la società post-industriale e l’ingresso della donna nel mondo del lavoro e nella ripartizione dei diritti-doveri non solo nella società, ma anche nella famiglia dove all’impegno lavorativo della donna-madre ha corrisposto una maggiore presenza intramoenia casalinghe dell’uomo-padre.
Una storia che può interessare non solo molti padri, ma anche molti addetti ai lavori o semplicemente chi voglia capire le passioni che si possono generare in situazioni estreme.
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Nicola Bultrini, "La specie dominante"
Dalla prefazione di Franco Loi
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Due sono gli aspetti di fondo di questo nuovo libro di Nicola Bultrini: da una parte la memoria delle persone e dei luoghi amati, dall’altra il calarsi nell’esperienza del nostro tempo, che egli esprime con un verso, “la notte ha sapore d’acqua amara”; un aspetto, quest’ultimo, molto significativo se ci rendiamo conto di vivere nel buio della mente; strano, ma non sorprendente, che proprio l’impiego onnivoro della mente nella pretesa di conoscere la nostra vita e il mondo in cui viviamo sia stato chiamato “il secolo dei lumi”. È proprio la presunzione di aver ridotto il destino dell’uomo e del mondo a un sistema logico, detto ideologia, a far sparire la luce della speranza dalla nostra vita. Nicola Bultrini esprime molto efficacemente con le sue parole il senso personale del nostro precipitare nel buio: “Guarda quant’è grande / il mio corpo / quanta carne e sangue / è un peccato tenerlo tutto insieme / occupare lo spazio / vorrei farlo a pezzi / e regalarlo”.
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Roberto Deidier, "Solstizio"
Dal 17 giugno 014 è in libreria il nuovo libro di poesie di Roberto Deidier “Solstizio“, pubblicato nella collana Lo Specchio Mondadori.
“Con Roberto Deidier invece torneremo ad assaporare la dimensione del vivere quotidiano, attraversato da qualche rivolo di smarrimento e di anelito passionale, ma articolato in modo sobrio e intenso.” (Renato Minore)
“Solstizio” segna la piena maturità di Roberto Deidier che dopo 12 anni torna con una raccolta poetica. Questo libro rappresenta probabilmente il punto più alto della sua ricerca, un’opera al tempo stesso coerente e composita, che passa da brevi testi lirici ad altri di più ampia articolazione poematica, che attraversa i tempi dell’amore e del dolore, che osserva con sguardo acuto la realtà circostante, i luoghi e le città, leggendo il senso della vita come nelle declinazioni opposte del ‘solstizio’, e dunque nell’aprirsi dello splendore estivo e poi nel ritorno dell’oscurità invernale. Continua a leggere
Mariastella Eisenberg, "Madri vestite di sole"
Prefazione di Giampiero Neri
Le poesie che compongono la presente raccolta di Mariastella Eisenberg hanno il titolo piuttosto sconcertante di Madri vestite di sole.
Perché vestite di sole?
Perché, potremmo dire anche noi, la verità è nuda e il dolore è nudo.
Nel prologo breve ma intenso, l’autrice ce ne dà presto una ragione. Il tema ricorrente di queste poesie, il filo rosso che le tiene insieme sarà la perdita di una figlia, una sua “creatura”, come dice lei stessa, e il solo modo di parlarne sarà la verità, giusto il titolo di Baudelaire, Mon coeur mis à nus, che sembra richiamare il titolo di Mariastella Eisenberg Madri vestite di sole.
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Renato Gorgoni, "Al ritmo di putipù"
Poesie trasversali
Prefazione di Emilio Isgrò
Ne sono trascorsi di anni dal mio primo incontro con Renato Gorgoni. Passavo per la Via Umberto I della mia città, Barcellona di Sicilia, quando vidi all’angolo con Corso Garibaldi uno di quei furgoncini carichi di libri che Einaudi mandava in giro per la provincia italiana nel tentativo di conquistare un pubblico a quell’epoca veramente pigro e sparuto.
Era l’inverno del 1954 e la mia città, dove io frequentavo il primo anno del liceo classico “Luigi Valli”, era piena di una polvere sabbiosa che un po’ saliva con il vento dal mare, un po’ scendeva dalle montagne argillose che si sfaldavano all’aria. Continua a leggere
Vera Lúcia de Oliveira, "La carne quando è sola"
“La carne quando è sola” (Società Editrice Fiorentina, 2011) è un libro potente e intenso scritto da una poetessa brasiliana che insegna in Italia (un raro caso di bilinguismo poetico perfetto) e che sapientemente mescola due tradizioni culturali opposte: quella della poesia del corpo e del suo scontro-incontro con la vita, e quella animata dalla sempre affiorante idea di un oltre-vita, percepito come contraddittorio e sfuggente.
Vera Lúcia de Oliveira lascia parlare diverse personae (una terza persona alternata a un io ora maschile, ora femminile) che mai si impastano davvero con i fatti minuti della realtà riuscendo invece a distaccarsene per giungere a considerazioni generali spesso gnomiche e filosofiche (sulla transitorietà del nostro passaggio terreno, sul desiderio che lo anima e sulla sempre presente percezione di una mancanza) compensate da un inesausto bisogno di ricerca di senso (di cos’altro deve in fondo parlare un poeta?) che si materializza in urli rochi e lamenti sottili, piccole particelle di consapevolezza che ostacolano e contengono la disillusione o il grado zero della speranza (forse la cifra della raccolta) mediante il riconoscimento del valore epigrafico delle parole poetiche, guizzi semivivi del linguaggio divenuto il segno di una evidenza ormai accettata.
Alessandro Polcri Continua a leggere
"Ifigenia siamo noi"
“Non è stata semplice né serena la scelta di realizzare una raccolta antologica di sole autrici donne. Generalmente, l’idea di compartimentare, di suddividere e di raggruppare la poesia, di catalogarla e di racchiuderla in funzione e in riferimento del fine proposto, del sesso degli autori, delle loro convinzioni, credi e quant’altro possa servire a differenziare l’attività poetica, non è una cosa del tutto convincente, e credo che ciò sia condivisibile dalla maggior parte degli “addetti ai lavori”, e forse anche da parte dei lettori che amano seguire questa affascinante espressione artistica. E’ certo, dunque, e ne siamo tutti convinti, che la poesia, e parlo qui di quella autentica, quella veramente impegnata, non è prerogativa esclusiva dell’uomo o della donna, non è appannaggio di questo o di quello, di un gruppo, di un consesso, di un’area: può certamente avere origine in quei contesti, ma poi, una volta che si è “liberata” e “librata”, la poesia vive di forza propria, in completa e giusta autonomia; diventa patrimonio di tutti. Continua a leggere
Giovanni Giudici, "Tutte le poesie"
Da oggi, martedì 3 giugno 2014 è in tutte le librerie, l’Oscar Mondadori con tutte le poesie di Giovanni Giudici, da La vita in versi (1965) a Eresia della sera (1999), il percorso poetico di un maestro dalla sensibilissima attenzione al reale e dall’impareggiabile freschezza inventiva, nello stile e nella forma.
L’opera comprende nuovi apparati critici curati da Maurizio Cucchi: cronologia, bibliografia aggiornata e un importante saggio introduttivo che rendono questo volume la porta d’accesso ideale al mondo poetico di un grande del Novecento. Continua a leggere
Daniele Bollea, "L'anima ricorda"
Juan Carlos Reche, "La corsa del frutto"
La corsa del frutto, di Juan Carlos Reche, LietoColle 2013. Questa terza edizione, ha una seconda parte intitolata E l’altro in aria, con dieci poesie inedite.
Dalla prefazione di Maurizio Cucchi
“Quello che da subito si nota, e colpisce favorevolmente, è la sottigliezza di segno della poesia di Juan Carlos Reche. Una sottigliezza che corrisponde, si può ben dire, a un’acutezza dell’intelligenza, e a una capacità di cogliere, negli innumerevoli risvolti del reale, il senso nascosto e i suoi enigmi; dove questi ultimi, in fin dei conti, prevalgono e non offrono mail soluzioni davvero plausibili. Continua a leggere
Fernando Pessoa, "Messaggio"
Dall’Introduzione di Giulia Lanciani
Mensagem, Messaggio, è l’unica raccolta poetica pubblicata da Fernando Pessoa durante la sua vita. L’atto della pubblicazione segna, agli occhi del poeta portoghese, la rinuncia alle infinite potenzialità di metamorfosi di un testo. È per questo che, nonostante la concezione precoce (almeno dal 1913), Messaggio è stato edito solo nel 1934, un anno prima della morte dell’autore.
In questo libro araldico, che vuol essere monumento, in questa “cattedrale testuale” dalla struttura profondamente unitaria e insieme composita, mista di epica, lirica e dramma, Pessoa racchiude quarantaquattro componimenti. Continua a leggere
Glenn Greenwald, Premio Pulitzer 2014
“Sotto controllo”, (No place to hide) “Edward Snowden e la sorveglianza di massa”, Rizzoli, 2014.
Edward Snowden ha svelato al mondo una verità inconfessabile: siamo tutti schedati. Glenn Greenwald, giornalista d’inchiesta tra i più brillanti della sua generazione e testimone d’eccezione, racconta per la prima volta in questo libro le polemiche e i retroscena del caso più scottante degli ultimi anni.
Il primo dicembre 2012 Glenn Greenwald, giornalista americano in prima fila nella difesa delle libertà civili, riceve un’email firmata “Cincinnatus”: il suo interlocutore vuole “che le persone possano comunicare in piena sicurezza” e gli propone di dotarsi di un sistema di cifratura senza il quale “chiunque si metta in contatto con lei corre gravi rischi”. Solo così “Cincinnatus” potrà fornirgli informazioni di sicuro interesse. Qualche mese più tardi quelle informazioni inonderanno la stampa e internet, sconvolgeranno la politica americana, chiameranno in causa Google, Facebook, Yahoo, Microsoft, Apple e scuoteranno le relazioni tra gli Stati Uniti e i principali alleati. Continua a leggere
Antonia Pozzi, "Lieve offerta"
Antonia Pozzi è il caso letterario femminile più sconcertante della letteratura italiana del primo Novecento.
La sua produzione poetica è stata interamente pubblicata postuma.
Nella prefazione alla silloge del 1948, dieci anni dopo il suicidio, Eugenio Montale parlò del suo canzoniere come di un diario in versi. E in realtà si trattava di una delle testimonianze più cospicue e coerenti della poesia “lirica” del secolo.
La poesia della Pozzi è caratterizzata da una levità dell’immagine che non ha eguali ma il valore della sua opera è stato riconosciuto soltanto negli anni Ottanta, quando si è finalmente ricostruita l’integrità di molti dei suoi testi che erano stati sottoposti ad assurde censure dal padre della poetessa.
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Mark Strand, "Quasi invisibile"
Anticipazione Editoriale
Dal 20 maggio 2014 sarà in libreria “Quasi invisibile“, di Mark Strand, (Mondadori, 2014), traduzione di Damiano Abeni.
Si tratta di acute e pregnanti prose poetiche che rappresentano un’ulteriore tappa nel percorso creativo di Mark Strand. Coniate come purissimi pezzi di prosa, altre, come “impuri” versi, le parole di Strand risplendono sempre per chiarezza e semplicità, pur nella loro formulazione di enigmi, la cui risposta appare in un primo tempo a portata di mano, per svanire, come le Pleiadi, non appena ci si figga più addentro lo sguardo e si tenti di metterla a fuoco. Esattamente come l’ineffabile mistero dell’esistenza.
Lo Specchio Mondadori – 112 pagine – 16 euro
Mark Strand, in assoluto una delle voci più rilevanti della poesia contemporanea ha pubblicato in Italia, nel 2011, per gli Oscar Mondadori, una importante raccolta di tutte le poesie: L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Oscar Mondadori, (euro 15,00).
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Guido Mattia Gallerani, "falsa partenza"
Nota di Guido Mattia Gallerani
Nel gergo dei corridori, “falsa partenza” indica l’infrazione dell’atleta al prescritto codice di gara. Parte prima degli altri, incorre nella squalifica. Anche se s’era allenato a lungo e aveva rinunciato a tanto, per l’errore d’un attimo vanifica il proprio futuro. Forse è stato tradito dall’ansia, dal peso delle aspettative: un successo di speranze prefigurato solo dieci metri più avanti, dietro la curva, appena oltre l’ultimo ostacolo. Intimamente, il concorrente di oggi ha ormai ceduto a un’altra voce rispetto al racconto che finora s’è fatto di lui sugli spalti dello stadio. Più che divenire l’espressione di un sabotaggio interiore, sublimato liricamente quanto inutilmente, la poesia ci mostra lucidamente senza sconti, come in quest’allegoria, la nostra stupidità: nodi irrisolti, amori sfortunati e disperazioni, ancorché in continuo camuffamento. Ma sono tutte cose che noi escludiamo quotidianamente dal compimento del dovere, dall’esercizio dei nostri obblighi. Continua a leggere
Franca Alaimo, "Sempre di te amorosa"
Nota dell’autrice
“Questo libro è dedicato a mia madre, Johanna Becker, che morì quando io non avevo ancora quattro anni.
Ho raccontato tutto quello che so e ricordo di lei alla scrittrice Stefanie Golisch, la quale ne ha ricavato un racconto in lingua tedesca “Tortorici”, (tradotto da Mimma Albini) aggiungendo, ovviamente, particolari da lei immaginati, ma straordinariamente verosimili.
Ho pensato che questo bellissimo racconto, che è stato presentato e letto a Berlino il 24 novembre del 2011, nel salone della scrittrice Erna Fizner, potesse essere una necessaria cornice alla comprensione del lettore e alle mie stesse poesie.”
Franca Alaimo Continua a leggere
Francesco Maria Tipaldi, "Traum"
Dalla Prefazione di Maurizio Cucchi
“Ancora molto giovane, Francesco Maria Tipaldi rivela una personalità decisamente forte e originale, un’energia netta e sorprendente che si manifesta in una visione delle cose e del mondo (e delle immagini che riesce a produrre) in cui domina qualcosa di elementare e arcaico, di letteralmente formidabile, di enorme e selvatico. Il suo è un immaginario che parte da una realtà bassa, minimale, da una condizione rasoterra, ma che la deforma e
trascende. La sua scrittura, molto nitida e scandita, asciuttissima, e quindi priva di astuzie e abbellimenti, presenta sprazzi di racconto, frammenti di storie, fotogrammi, che si impongono nella mente del lettore, molto spesso, per l’insolita potenza della loro non ricercata sgradevolezza.” […]
Continua a leggere
Salvatore Ritrovato, "L'angolo ospitale"
Letture
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Il titolo del nuovo libro di Salvatore Ritrovato, “L’angolo ospitale” (La Vita Felice, 2013), che ha al suo attivo molte pubblicazioni, a prima vista pare alludere a una condizione di serenità, ma via via che ci si addentra tra le pagine ci si rende conto che non si dà voce a una condizione di benessere ospitale, ma a un senso di perdita e di esilio, vissuti come status permanente dell’esistere, con la conseguente percezione della fragilità della felicità e, talvolta, persino della sua impossibilità. Allora si capisce che ciò che vibra nella raccolta (e la rende coinvolgente) è proprio ciò che manca, poiché in tralice ai versi emerge sempre l’umanissima speranza di trovare un luogo o anche solo un angolo dove si possa – heideggerianamente – sentire di “abitare il mondo”, e sentire questa terra “ospitale”.
(Dalla presentazione di Gabriela Fantato)
Il libro contiene testi molto intensi, come quelli che seguono.
Continua a leggere
Giovanni Agnoloni, "Partita di anime"
Nota di Marino Magliani
Non sapevo cosa significasse spin-off – tanto bene non l’ho capito ancora adesso -, ma durante una presentazione di Partita di anime (Galaad, 2014) [LINK: http://www.galaadedizioni.com/partita-di-anime/], alla libreria Bonardi di Amsterdam mi hanno insegnato che spin-off significa “costola di“… E, nel nostro caso, Partita di anime lo è di Sentieri di notte (Galaad, 2012) (LINK: http://www.galaadedizioni.com/sentieri-di-notte/].
Il libro è composto da due racconti, ambientati in due luoghi diversi, ma le cui atmosfere sembrano nascere dalla stessa sorgente. Una specie di introduzione fa da cerniera e lega le due storie. Un’altra cosa, che avverrà in un futuro neanche troppo lontano, lega a sua volta i racconti: la fine del sistema, ossia la fine dell’era internet. Continua a leggere
Roberto Mussapi, "Le poesie"
E’ in libreria l’intera opera poetica di Roberto Mussapi, la prima raccolta in un unico volume dalla casa editrice Ponte alle Grazie, curata da Francesco Napoli. Prefazione di Wole Soyinka e saggio introduttivo di Yves Bonnefoy.
A te, lontano da lei, manca una donna,
a me, se lei non c’è, manca me stesso.
IL LIBRO
Nella prefazione al volume, il Premio Nobel Wole Soyinka rammenta con sapienza che “Mussapi non vizia il suo lettore – o, per dirla in modo più accurato, il suo complice, il suo compagno di viaggio – con uno spiegamento di metafore mentre evoca le figure storiche o gli archetipi. Persino le emozioni – concesse raramente, e quasi a malincuore – si trasformano in immagini archetipiche del viaggio umano”. E così il tratto distintivo della poesia mussapiana può essere colto nella sempre elegante compostezza di intonazione e nella naturale ampiezza di respiro dove estro e sensibilità poetica sanno spaziare in un’articolata e progressiva architettura della parola dalla nitida forza comunicativa pienamente ravvisabile nel percorso fin qui tracciato da Mussapi. Continua a leggere
Mario Santagostini, "Felicità senza soggetto"
E’ in libreria l’ultimo libro di poesie di Mario Santagostini, “Felicità senza soggetto“, pubblicato da Mondadori nel 2014 nella collana dello Specchio, I Poeti del nostro Tempo.
Dal risvolto di copertina
Vivendo il presente come coinvolto in una sorta di sinistra mutazione antropologica, il poeta fa i conti con il passato: con quello vissuto in prima persona e con l’ampio territorio d’un Novecento quanto mai remoto, dal quale affiorano le residuali tracce mnestiche di una realtà perduta, immersa nell’ideologia, nell’utopia di certezze ormai irreversibilmente dissolte. Mario Santagostini ripercorre, liberamente e per frammenti, il tempo della sua formazione, rispetto alla quale continua insistente ad agire la misteriosa forza della materia che lo attrae, il suo amore inquieto per la vita e per gli stessi forse squallidi dettagli di una periferia urbana, milanese, rappresentata come in un sogno di Sironi. Una periferia rivissuta, metaforicamente, sempre «oltre il capolinea», tra odori d’acqua oleosa di benzina, o girovagando tra fossi, cortili, sottopassi. Continua a leggere
Alberto Pellegatta, "L'ombra della salute"
“Un mistero sconcio, meraviglioso”. Sette poesie di Alberto Pellegatta da L’ombra della salute (Mondadori 2011)
di Chiara De Luca
La poesia di Alberto Pellegatta è dura, scabra, lavorata all’essenziale, sgrezzata e affilata come la lama di un coltello che taglia e scrive “non per riscatto / ma per vendetta”, che incide parole senza lamento, grida da ferite asciutte che non sanguinano più ma bruciano ancora dentro, come la nascita, e come la rinascita da una morte vissuta giorno per giorno. Il poeta si aggira senza paura tra lo sporco, il rumore, la marcescenza, il contagio del male che si propaga strisciando ai nostri piedi e ci corrompe. Per vederlo e difendersene, il poeta abbassa gli occhi, insinua lo sguardo nelle pieghe del terreno, tra le infiltrazioni, negli interstizi, setacciando l’oscurità. Il suo sguardo si radica perciò nel terreno del presente che calpestiamo, lo penetra fino al centro, fino al cuore pulsante, senza attendere un oltre o un altrove, senza speranza se non quella di esistere, ora, su questo sordido suolo, in virtù del mistero “sconcio” e meraviglioso” che ci tiene. Continua a leggere
Simone di Biasio, "Assenti ingiustificati"
Estratto della prefazione di Claudio Damiani
“Assenti ingiustificati” sono tutti, “siamo” tutti. Anche un giovane appena venuto, anche lui è assente ingiustificato. E ecco, allora, non c’è solo “la condizione giovanile oggi” in questo libro, o meglio c’è, ma c’è anche altro, c’è uno sguardo vero sul mondo, sull’uomo, su tutto, uno sguardo per giovani e meno giovani, per vecchi e per bambini.
“Si dovrebbe chiedere alle cose / Di cosa hanno bisogno per nominarsi meglio”. Simone comincia da un luogo inatteso, che spiazza: la lingua. Perché tutti hanno ricette per raddrizzare il mondo: si dovrebbe far questo, quest’altro, toglier questo, metter quest’altro…, tutti si riempiono la bocca… ma nessuno pensa alla lingua. Continua a leggere
Francesca Serragnoli
Letture
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Francesca Serragnoli è nata a Bologna nel 1972, dove si è laureata in Lettere Moderne. Ha lavorato presso il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, e attualmente fa parte del direttivo. Suoi testi di poesia sono apparsi nelle antologie “I cercatori d’oro”, a cura di D. Rondoni (Forlì, La Nuova Agape, 2000); “Nuovissima poesia italiana”, a cura di M. Cucchi e A. Riccardi (Mondadori, 2004); “Mosse per la guerra dei talenti”, a cura di Marco Merlin (Fara Editore, 2007); “La stella polare”, a cura di D. Brullo (Città Nuova, 2008); “Jardines secretos, Joven Poesìa Italiana, a cura di E. Coco (Sial, Madrid, 2008) e su varie riviste. Continua a leggere
Paolo Pistoletti, "Legni"
Letture
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Dalla prefazione di Marco Beck
“Costituisce senza dubbio una sorpresa di segno positivo l’incontro con una ricerca poetica che proprio oggi, in una stagione non certo prospera per il modello di famiglia – se così lo si può ancora definire – “regolare”, “tradizionale”, in sostanza cristiano, pone al centro della sua vitalità e del suo dinamismo la tematica domestico-familiare. Una stravaganza anacronistica? Eppure, non altro che questo è il principale obiettivo perseguito da un poeta semi-esordiente ma non inesperto quale mi risulta essere Paolo Pistoletti: rappresentare, declinandole in versi e ambientandole per la maggior parte nel “teatro” di un appartamento, alcune “scene da un matrimonio”. Il richiamo al titolo del celebre film di Ingmar Bergman non è incidentale. Attenzione, però: riferita alle poesie di Legni, questa locuzione presuppone qualche decisiva precisazione, qualche fondamentale distinzione. Continua a leggere
Biancamaria Frabotta, per lei…
Appuntamento
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La Società italiana delle letterate invita al pomeriggio in onore di Biancamaria Frabotta.
Interventi di: Maria Clelia Cardona, Marco Corsi, Laura Fortini, Maria Ida Gaeta, Giuliana Misserville, Gabriella Musetti, Giulia Napoleone, Laura Pugno.
Sarà presente l’autrice.
Roma, venerdì 11 aprile 2014
ore 16.30
Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio, 3
Roma
Wallace Stevens, "Aurore d'autunno"
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Wallace Stevens
Aurore d’autunno
A cura di Nadia Fusini
Risvolto
Senz'arma che dia carne all'imperium
Letture
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La morte di Leopoldo María Panero il 6 marzo 2014, a 65 anni, a Las Palmas, in Spagna, in una clinica psichiatrica, mi ha lasciato molta amarezza. Se dovessi spiegare perché, potrei dirvi che avrei voluto incontrarlo, parlargli, dirgli qualcosa, prima che se ne andasse. Il poeta spagnolo era profondamente segnato dall’esperienza di una malattia che lascia segni indelebili nella vita di una persona. Eppure, ha scritto versi assoluti, che testimoniano l’assoluta solitudine dell’uomo, il disperato desiderio di consegnare una parola unificata, ai molti che erano in lui, per riappacificarsi con l’uno dalle molte persone. Continua a leggere
Sebastiano Aglieco, "Compitu re vivi"
Letture
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Compitu re vivi, di Sebastiano Aglieco, Il ponte del sale 2013
Nota di Nadia Agustoni
Un libro di smarrimenti e di perdite, una ricerca incessante di un nuovo senso ed un entrare nella lingua dalle radici per una trascrizione dei sentimenti che è segno di presenza e di cura dell’altro. Con “Compitu re vivi” Sebastiano Aglieco dà voce a una terra, la Sicilia, con il dialetto che porta nei suoni i ritmi di un mondo. Continua a leggere
Carlangelo Mauro, "LIberi di dire"
‘Liberi di dire’. Saggi su poeti contemporanei: Fontanella, Volponi, Piersanti, Neri, Cucchi, De Angelis (Edizioni Sinestesie, 2013)
Dall’Avvertenza dell’autore premessa al volume:
Il volume contiene cinque studi centrati su poeti contemporanei viventi, eccetto Paolo Volponi, che hanno avuto una rilevante fortuna critica. Essi appartengono ad una generazione compresa tra il 1941 (Piersanti) e il 1951 (De Angelis); l’eccezione di Neri (nato nel 1927) permette di intrecciare lo schema della generazione, strettamente anagrafico, con quello della prima pubblicazione in volume, L’aspetto occidentale del vestito, che esce nel 1976, lo stesso anno in cui vedono la luce, fra gli altri, ed è una coincidenza significativa, il Disperso di Cucchi e Somiglianze di De Angelis. Continua a leggere