Nuovi poeti francesi

Nuovi poeti francesi  Pierre Alferi, Olivier Barbarant, Philippe Beck, Mathieu Bénézet, Olivier Cadiot, Benoît Conort, Antoine Emaz, Sylvie Fabre G., Jean-Marie Gleize, Emmanuel Hocquard, Jean-Michel Maulpoix, Gérard Noiret, Jean-Baptiste Para, Christian Prigent, Nathalie Quintane, Valérie Rouzeau, Martin Rueff, Ryoko Sekiguchi, Alain Veinstein, André Velter, Einaudi, 2011, Collezione di poesia (€ 16,00).
A cura di Fabio Scotto
Traduzione di Fabio Scotto
Traduzione di Fabio Pusterla

“Alla lettura di questi poeti emergono, fra i tratti comuni a molti di essi, il senso della lingua come spazio conflittuale ma abitabile e plurilinguistico (molti di loro sono traduttori); la possibilità odierna di sopravvivenza di una parola come musica e canto in versi e in prosa, per quanto provocatorio e dissonante; la presenza della vita in luoghi e spazi non solo astratti che possa dare ancora pieno senso allo scrivere come gesto a suo modo laicamente salvifico.”
Dall’introduzione di Fabio Scotto

Programma Milanesiana 2011

La Milanesiana 2011
a cura di Elisabetta Sgarbi

 

 

 

 

 

 

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Nasce a Firenze il Festival degli scrittori

A partire da quest’anno il Premio Gregor von Rezzori diventa un Festival letterario, il Festival degli scrittori. Il primo festival letterario internazionale della città di Firenze sarà infatti dedicato agli scrittori di tutto il mondo, nel solco di una tradizione che ha sempre visto Firenze come luogo amato e ambito dagli intellettuali stranieri. Il Festival, che promuove i talenti più originali della letteratura internazionale, si terrà a Firenze dal 15 al 17 giugno 2011. Continua a leggere

Adonis vince il prestigioso premio Goethe

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Il poeta siriano Adonis, (nel video qui sopra intervistato da Luigia Sorrentino nel 2009) considerato uno dei più grandi scrittori arabi viventi, è il vincitore dell’edizione 2011 del prestigioso Premio Goethe, assegnato ogni tre anni in Germania. Adonis riceverà il riconoscimento letterario il prossimo 28 agosto a Francoforte sul Meno, nel giorno del compleanno e nella città natale dello scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe. Durante la cerimonia, il poeta siriano riceverà un assegno di 50 mila euro e pronuncerà un discorso sulla democrazia nei paesi arabi. Il Premio Goethe corona dal 1927, anno di fondazione, l’insieme dell’opera di un autore e nell’albo d’oro figurano il filosofo Ernst Junger, gli scrittori Thomas Mann, Hermann Hesse e Amos Oz, la ballerina e coreografa Pina Bausch, il regista Ingmar Bergman, il sociologo Raymond Aron e lo storico dell’arte Ernst Gombrich. Continua a leggere

Nazim Hikmet, in memoria di te

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=mf7NvXblsT0&feature=fvst[/youtube]

a cura di Luigia Sorrentino

In memoria di te

Nazim Hikmet nacque a Salonicco nel 1902. Fu amico di Pablo Neruda e allievo di Vladimir Majakovskij. Oppositore al regime di Kemal Ataturk, fu condannato a 28 anni di carcere (1938) con l’accusa di incitamento alla ribellione. Per la sua liberazione, nel ’49 firmarono a Parigi, insieme a tanti altri, Sartre e Picasso. Morì esule in Russia, il 3 giugno del 1963.

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E’ morto il poeta Renzo Gherardini

Il poeta Renzo Gherardini, vincitore del Premio internazionale di poesia Carlo Betocchi nel 2009, è morto a Firenze all’età di 88 anni.

L’annuncio della scomparsa, ad esequie avvenute, è stato dato dalla famiglia.

Nato a Firenze il 28 giugno 1923, Gherardini ha insegnato lettere per quasi quarant’anni nelle scuole medie della sua città. E’ stato traduttore dal greco e dal latino; tra le sue tradizioni spiccano quelle delle “Georgiche” di Virgilio (1989) e del “Pervigilium Veneris” (2005). Continua a leggere

E’ morto il poeta Giovanni Giudici

Il poeta Giovanni Giudici è morto nella notte fra il 23 e il 24 maggio all’ospedale di La Spezia dove era ricoverato da qualche giorno. Era malato da tempo e avrebbe compiuto 87 anni il 24 giugno.

I funerali si svolgeranno domani alle 17.00 a Le Grazie, frazione di Porto Venere, in provincia di La Spezia, dove era nato nel 1924. Fra i suoi libri piu’ noti ‘L’intelligenza col nemico’, ‘La vita in versi’ e ‘Il male dei creditori’. Continua a leggere

Addio a Birgitta Trotzig, la signora del Nobel

E’ morta Birgitta Trotzig  figura centrale della letteratura svedese contemporanea, autrice tra le più originali e profonde della poesia europea di questi decenni. La poeta che sceglieva i premi Nobel. In Italia i suoi versi sono stati pubblicati da Mondadori nel 2008. E’ morta sabato sera a Stoccolma all’età di 81 anni dopo una lunga malattia. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’Accademia Reale di Svezia, di cui Trotzig faceva parte dal 1993 occupando la poltrona numero sei. In questa veste, Trotzig era considerata ‘la signora del Nobel’, facendo parte come accademica svedese della ristretta cerchia che ogni anno decide i vincitori del Premio Nobel della Letteratura. Convertitasi dal luteranesimo al cattolicesimo nei primi anni Cinquanta, l’opera narrativa e poetica di Trotzig e’ segnata da ‘una religiosità esistenziale’. Continua a leggere

Nels Anderson, senza dimora

Nels Anderson Il vagabondo, Sociologia dell’uomo senza dimora, a cura di Raffaele Rauty, Donzelli Editore, 2011, (€ 18,00) Traduzione di Caterina Dominijanni.

Torna in libreria un grande classico della sociologia, un libro indimenticabile, come hanno scritto molti studiosi. Il vagabondo di Nels Anderson è il primo studio sugli uomini senza fissa dimora, la prima articolata descrizione di problemi e cambiamenti delle vite nelle grandi città.
Hobo è, nel gergo americano, il termine che indica i vagabondi, i lavoratori senza fissa dimora. Nels Anderson, allievo atipico della Scuola di Chicago e hobo lui stesso in passato, compie una ricerca tra i vagabondi, giovani e meno giovani, che popolano Hobohemia, nelle aree tra West Madison e Jefferson Park, della Chicago degli anni venti. Gli hobos, lavoratori migranti posseduti dalla smania del viaggio, erano espressione contraddittoria della mobilità interna alla frontiera americana e del processo di industrializzazione in atto, di un contesto in cui si mescolano modernità e preindustrialismo. Continua a leggere

La Palestina ‘special guest’ al Salone di Torino

La Palestina è special guest al Salone del Libro di Torino che si inaugura il 12 maggio con la sua letteratura “come resistenza”. Così la definisce l’arabista Isabella Camera d’Afflitto, autrice dell’antologia ‘Cento anni di cultura palestinese’ (Carocci) che dal 2006 ha avuto diverse ristampe.

A Torino arrivano due tra i poeti palestinesi più significativi della vecchia e nuova generazione: il giovane Mourid Barghouti pubblicato in Italia da Ilisso Edizioni, e il più anziano Samih al-Qasim di cui da noi è uscito ‘Versi in Galilea’ (2006, Edizioni Q).

C’è anche la grande Suad Amiry che ha raccontato la vita sotto l’occupazione in Murad Murad (Feltrinelli) oltre a storici e sociologi come Ilan Pappe e Jamil Hilal e il segretario dell’Associazione scrittori Mohammad Ali Taha. Continua a leggere

Jill Jonnes, la Tour Effeil compie 120 anni

Jill Jonnes Storia della Tour Eiffel  Donzelli, 2011(€ 26,00), Traduzione di Cristina Spinoglio.

Icona di Parigi, famosa persino più del Louvre e di Notre-Dame, la Tour Eiffel, che compie oggi 120 anni, ha alle spalle una storia a dir poco controversa. La fin de siècle era alle porte e la Francia era fermamente determinata a fare dell’Esposizione universale del 1889 l’occasione per una grande celebrazione della Repubblica e del centenario della Rivoluzione. Occorreva un monumento senza precedenti, ed ecco che si decise di commissionare all’ingegnere Gustave Eiffel, da tempo impegnato nella costruzione di ponti e reti ferroviarie, la realizzazione di una torre in ferro alta trecento metri. Continua a leggere

Alexandra Petrova

Alexandra Petrova: “Scrivo perché non posso non scrivere.
Perché lo DEVO fare.
Perché sono felice quando lo faccio e infelice quando non lo faccio.
Perché riesco a capire meglio (tutto).
Dal caos di ogni giorno poter costruire qualcosa che ha anche senso, una direzione. Una gerarchia. Un altro tipo di caos, ma che io capisco meglio. Così do di nuovo i nomi a tutti gli oggetti e dopo questo inizio a vederli. Altrimenti sto al semi buio.
Scrivo per superare il mio mutismo”.

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Video, Derek Walcott legge ‘Nomi’

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/04/walcott-2.flv[/flv]

                                                   a cura di Luigia Sorrentino

Nel video Derek Walcott legge ‘Nomi’
Accademia Americana di Roma 17 marzo 2011

da “Isole – Poesie scelte (1948-2004)” di Derek Walcott, Adelphi Edizioni, 2009, trad. Matteo Campagnoli

La mia razza iniziò come iniziò il mare,
senza nomi e senza orizzonte,
con ciottoli sotto la mia lingua,
con un diverso sguardo alle stelle.

Ma ora la mia razza è qui,
nell’olio triste di occhi levantini,
nelle bandiere di campi indiani.

Iniziai senza memoria,
iniziai senza futuro,
ma cercai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte.

Non trovai mai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte –
per l’orafo di Benares,
per il tagliapietre di Canton,
quando una lenza affonda, l’orizzonte
affonda nelle memoria.

*

«La mia razza iniziò come iniziò il mare» dice Walcott nella poesia Nomi
Ma qual è la razza di Derek Walcott? E quando iniziò il mare?
Walcott: «Quando dico la mia razza intendo la razza caraibica che è una mescolanza di razze diverse. Nei Caraibi, sono rappresentati tutti i continenti del mondo: ci sono cinesi, siriani, francesi, africani. Dunque quando è iniziato il mare, la scopertaè iniziata anche la razza. La mia razza è la summa di tutti gli altri elementi.»

Video, Derek Walcott legge ‘Archipelagoes’

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/04/walcott-1.flv[/flv]

 

«La poesia di Walcott è adamitica nel senso che lui e il suo mondo sono usciti dal paradiso – lui, per aver assaggiato il frutto della conoscenza; il suo mondo, per ragioni storiche e politiche. “Ah, bravo terzo mondo!” esclama Walcott in un’altra poesia, e in questa esclamazione c’è molto di più che semplice angoscia o esasperazione. E’ una chiosa del linguaggio di fronte a un fallimento – non solo locale, ben più che locale – del coraggio e dell’immaginazione; è una risposta semantica all’insensata e traboccante realtà, epica nel suo squallore.»  di Iosif Bodskij

Nella foto, Derek Walcott e Luigia Sorrentino
17 marzo 2011
Accademia Americana di Roma Continua a leggere

La traduzione di poesia, René Char-Vittorio Sereni

L’antologia ‘Due rive ci vogliono’ , Donzelli Editore, 2011, pubblica per la prima volta quarantasette poesie del grande poeta francese René Char (1907-1988) nelle traduzioni di Vittorio Sereni (1913-1983) i cui originali si trovano presso l’Archivio «Vittorio Sereni» della Biblioteca comunale di Luino.

Le poesie sono introdotte dal testo del discorso – anch’esso inedito – ‘Il mio lavoro su Char’, pronunciato da Sereni nel 1976 quando gli fu conferito il Premio Monselice per la traduzione.

Completano il volume una nota di Pier Vincenzo Mengaldo e una postfazione di Elisa Donzelli che ha anche curato l’apparato critico con la collaborazione di Barbara Colli, responsabile dell’Archivio «Vittorio Sereni» di Luino.

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Margaret Atwood, L’anno del diluvio

Nicola D’Ugo, poeta, narratore, saggista, comparatista e traduttore ci propone per La traduzione di poesia una sua recensione a L’anno del diluvio di Margaret Atwood Ponte alle Grazie, Milano 2010. Traduzione di Guido Calza. 480 pp. EUR 19,60  Prima edizione originale: The Year of the Flood.  London: Bloomsbury, 2009. 434 pp. £ 18,99.

Nicola D’Ugo (nella foto) dottore di ricerca in Letterature di lingua inglese all’Università La Sapienza di Roma, nella sua originale lettura definisce L’anno del diluvio di Margaret Atwood  “un delizioso romanzo dal sapore di fiaba” che “stabilisce un carattere d’onnicomprensività unitaria tra passato e futuro. Ma anziché poggiare il mito di fondazione d’una cultura su un’epoca idealmente remota e non consequenziale al divenire storico la colloca in un futuro parimenti sdrucciolevole e storicamente solo eventuale, che ha fin troppe caratteristiche in comune col degrado della nostra contemporaneità.”

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Seamus Heany, Catena Umana

Human Chain è la nuova raccolta di Seamus Heaney, premio Nobel nel 1995, apparsa in lingua originale da Faber&Faber, e ora tradotta in eccellenti versi italiani da Luca Guerneri con la nuova grafica della collana dello Specchio Mondadori (€ 15,00).
Continuando al più alto livello la sua ricerca, caratterizzata dalla grande ampiezza del respiro e dall’energia dell’espressione, oltre che dal fortissimo legame con la propria terra, Seamus Heaney ragiona liricamente in questo libro sulla continuità e solidarietà nei rapporti interpersonali, tra marito e moglie, figli e genitori, sulla trasmissione del sapere nel tempo, producendo nuove immagini quotidiane e suggestive, che ne confermano il posto di assoluto rilievo nella poesia mondiale del nostro tempo.

“E’ un libro animato da un’urgenza estrema, quanto mai vivida, perchè arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo.” (dalla quarta di copertina)

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La traduzione di poesia, Birgitta Trotzig

Figura centrale nell’ambito della letteratura svedese contemporanea, autrice tra le più originali e profonde del la poesia europea di questi decenni, Birgitta Trotzig esprime la forza del suo pensiero in un costante, complesso rapporto tra spiritualità e vivo senso della corporeità e della materia. Lo fa attraverso una poesia che trova spesso nella forma del componimento ritmico in prosa il proprio spazio espressivo più adeguato e che si lega ad alcuni dei maggiori esempi della tradizione novecentesca, come Osip Mandel’stam e Rainer Maria Rilke, ma che trova forti motivi di consonanza anche in autori come Nelly Sachs ed Edmond Jabès. Quella di Birgitta Trotzig, del resto, è una poesia raffinata e coltissima, nella cui forte tensione metafisica possiamo trovare tracce del pensiero di Sant’Agostino e di un grande teologo medievale come Meister Eckhart , al quale del resto la scrittrice svedese (autrice anche di racconti e romanzi) ha dedicato un saggio. La lettura dei suoi testi, dunque, ci introduce in un mondo stratificato e ricco di implicazioni , dove agisce un forte sentimento religioso e si agita l’ossessione del male accanto ai temi dell’ingiustizia umana e del dolore. Le improvvise aperture visionarie, i potenti stacchi verticali, la percezione inquieta del nulla e della morte conferiscono tensione continua alle prose e ai versi della Trotzig, proposta in un’ampia antologia curata e tradotta da Daniela Marcheschi. (Nella foto Birgitta Trotzig , di EWA RUDLING/SCANPIX) Continua a leggere

Video, Derek Walcott legge “Preludio”, “Prelude”

Parliamo ancora di Derek Walcott e quindi, di Iosif Brodskij, che scrisse un saggio su Walcott pubblicato in  “Mappa del nuovo mondo”, Adelphi, 2008 (euro 10,00). 

Ne parliamo dopo la serata del 22 marzo scorso all’Istituto Svizzero di Roma, riprendendo un breve stralcio del saggio di Brodskij (Premio Nobel nel 1981) che scriveva a proposito di Walcott (premio Nobel nel 1992):  “Le vere biografie dei poeti sono come quelle degli uccelli, quasi identiche – i veri dati vanno ricercati nei suoni che emettono.  La biografia di un poeta è nelle sue vocali e sibilanti, nella sua metrica, nelle rime e nelle metafore. L’opera complessiva  di un poeta è una testimonianza resa al miracolo dell’esistenza ed è sempre, in un certo senso, un vangelo, i cui versetti convertono il loro stesso autore più radicalmente di quanto non convertano il suo pubblico. Nei poeti la scelta delle parole è invariabilmente più rivelatrice di qualsiasi elemento narrativo; ecco perchè i migliori tremano all’idea che qualcuno scriva la loro biografia.”

La prima domanda che pone Walcott a chiunque gli si rivolga è: “Lei è mai stata ai Caraibi”?
Quella domanda, in realtà, contiene in sè tutta la risposta, perché la poesia di Walcott assorbe dalle acque dello splendido mare dei Caraibi che lo ha cullato nell’infanzia e, nel contempo, attinge alle massime espressioni della poesia di ogni tempo e paese. Il risultato di questo viaggio nel mondo alla ricerca della autenticità della poesia è stupefacente. Walcott incanta perché descrive l’inesauribile bellezza del mondo, ma anche la perduta bellezza del mondo.

Walcott e Brodskij si incontrarono a Boston per la prima volta nel 1977 al funerale di Robert Lowell. Seduti nello stesso banco della chiesa, si guardarono senza parlare, ma ebbero lo stesso pensiero: «Se lui non piange, non piango nemmeno io». Sarebbero diventati fratelli per sempre.

Nella serata all’Istituto Svizzero di Roma Walcott ha letto dalla sua più recente raccolta “Isole” Adelphi Editore 2009, ha dialogato con il suo pubblico e con Vanni Bianconi, responsabile di Babel, il Festival di Letteratura e traduzione di Bellinzona.
Nel video qui sotto vi propongo un brevissimo stralcio della serata con la prima poesia letta da Walcott, Preludio, del 1948.  Il video è stato girato da me con una videocamera non professionale.
In primo piano, la lettura di Derek Walcott e i suoi lettori, moltissimi, in tutto il mondo.

 [flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/03/walcott_23032011.mp4[/flv] Continua a leggere

Josif Brodskij: Un’immodesta proposta

“Un’ora fa, più o meno, era vuoto il palcoscenico sul quale mi trovo, e vuoti tutti gli scanni che voi occupate. Tra un’ora saranno vuoti di nuovo. Questo posto rimane deserto, immagino, quasi tutto il giorno; il vuoto è il suo stato naturale. Se avesse avuto in dono una coscienza propria, giudicherebbe la nostra presenza una seccatura. E’ un modo come un altro per illustrare la rilevanza di un essere umano o, certamente, in ogni caso, la rilevanza di questa nostra riunione. Qualunque sia il motivo che ci porta qui, le cifre non giocano a nostro favore. Possiamo anche essere soddisfatti del nostro numero, ma in termini spaziali è un numero di importanza infinitesimale. Continua a leggere

Tibuto a Brodskij, la letteratura davanti a ogni cosa

Due appuntamenti da non perdere.
Scrittori di fama internazionale come Roberto Calasso (Italia), Boris Khersonsky (Russia), Mary Jo Salter (USA), Mark Strand (USA), Derek Walcott (St. Lucia) e Adam Zagajewski (Polonia) saranno giovedi 17 marzo alle 19:00 alla John Cabot University (Via della Lungara, 233) e venerdi 18 alle 20:30 a Villa Aurelia, alla sede dell’American Accademy in Rome (Largo di Porta San Pancrazio) per ricordare, Iosif Brodskij, e la sua opera di poeta e prosatore “come si può supporre che vorrebbe lo scrittore stesso” . Così Roberto Calasso, che esprime, inoltre, la necessità di parlare oggi di ciò che non è stato scritto, ma che appartiene alla tradizione orale, che, secondo Calasso “è la più labile ed esposta a disgregarsi“. Due serate per parlare di qualcosa che c’era in Brodskij, ma non solo, due serate per ricordare qualcosa che “emanava da lui in nembi luminosi, spesso travolgenti, ma che non ho più ritrovato altrove, negli anni passati dalla sua morte”, come anticipa Roberto Calasso.

FARFALLA
I
Dirò: sei morta?
Con una vita di ventiquattr’ore!
Troppa amarezza
in questo scherzo del creatore.
Riesco con sforzo
a pronunciare <<vita>>
nell’unità di data
di nascita e di consunzione
fra le mie dita;
mi confonde sottrarre
una di quelle due grandezze
nello spazio di un giorno
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Mark Strand, L’uomo che cammina un passo avanti al buio

Appuntamento da non perdere.

Chi non ha avuto l’opportunità di conoscere Mark Strand, Premio Pulitzer per la poesia nel 1999, non dovrà perdere l’ occasione d’incontro alla libreria Arion del Palazzo delle Esposizioni di Roma, martedì 15 Marzo 2011, alle 18:30, per l’uscita del libro L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Poesie 1964-2006, pubblicato nella collana Oscar Poesia di Mondadori.
Interviene Damiano Abeni, coordina l’evento Vincenzo Mascolo.

Grande maestro della disillusione, Mark Strand, uno dei più grandi autori della scena contemporanea, mette in atto nei suoi versi l’interrogarsi desolato e ironico  dell’uomo del Novecento che vive il tramonto di un’epoca. Strand si impone per la complessità e la trasparenza della sua visione, per l’intelligenza acutissima e la spiritualità profondamente laica della sua poesia, che incanta, per l’ampio respiro e l’impeccabile eleganza dello stile.

 

Mark Strand (1934) è nato a Summerside, nella Prince Edward Island (Canada). Vive a New York e insegna alla Columbia University. L’uomo che cammina un passo avanti al buio Poesie 1964-2006  è la raccolta di tutte le sue poesie. Ha pubblicato anche un libro di racconti Mr and Mrs Baby, tre volumi di traduzioni, diverse antologie.
Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Pulitzer per la raccolta di poesie Blizzard of One.
In Italia, oltre a tre plaquette per le Edizioni L’Obliquo sono disponibili due antologie delle sue poesie L’inizio di una sedia, (Donzelli, 1999); Il futuro non è più quello di una volta, (Minimum fax 2006), un volume di scritti d’arte Edward Hopper – Un poeta legge un pittore, (Donzelli 2003), la favola Il pianeta delle cose perdute (Beisler 2002), Uomo e cammello, (Mondadori 2007) e un video di Alessandra Maiarelli e Luca Sossella Ehi, Mark! Scusa il ritardo, scusa il ritardo… (Una passeggiata da mezzogiorno a mezzanotte) di Mark Strand con Damiano Abeni, (Luca Sossella Editore 2011).

La traduzione di poesia, Marcella Corsi

Marcella Corsi ci propone tre poesie di Katherine Mansfield incluse nel volume a sua cura intitolato Il vento, il riso, il volo che verrà presentato a Roma il 9 marzo alle 17,45 presso la libreria Odradek in via dei Banchi vecchi 57.
“Voglio scrivere poesia. Tremo sempre sull’orlo della poesia. I mandorli, gli uccelli, il boschetto dove tu sei, i fiori che non puoi vedere, la finestra aperta alla quale m’affaccio e sogno che tu sia appoggiato alla mia spalla” (dal Diario, 22 gennaio 1916. Katherine Mansfield si rivolge al fratello, morto tre mesi prima sul fronte belga).
“I want to write poetry. I feel always trembling on the brink of poetry. The almonds, the birds, the little wood where you are, the flowers you do not see, the open window out of witch I lean and dream that you are against my shoulder” (Journal of Katherine Mansfield, definitive Edition by J. M. Murry, Constable, London 1954, p. 94).

di Marcella Corsi

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Don McKay, Foglio a Foglia/Leaf to Leaf

 

<<Mi colpisce nella poesia di Don McKay una duplice e robusta attitudine. Da una parte McKay è attento agli elementi naturali e ai rapporti che gli artisti intrattengono con essi, sino a cercare di trarre una poesia dal vento o di disegnare divinità sulla roccia: sa che aria e terra, come acqua e fuoco, sono i materiali di costruzione dell’universo, e anche dell’universo della poesia. Dall’altra parte, McKay è capace di trarre dagli oggetti più domestici e quotidiani una catena di metafore straordinarie, che sorprendono il lettore e lo portano verso la soglia del silenzio e del mistero.
Trovo bellissime le poesie sorrette da una vasta, incommensurabile sapienza ornitologica, quelle dedicate alle funzioni di una foglia, che mormora, applaude al vento, afferra la luce, spira con stile, quelle in cui compaiono similitudini tra angeli e piroette d’aria, quelle in cui l’atrocità viene incarnata nel confronto tragico tra Achille già destinato a cadere e Ettore appena caduto e straziato.
La vita di oggi, non meno del mito, detta a questo poeta parallelismi di indimenticabile presa come quello tra gli stormi di piccioni che devastano il motore di un jet e gli stormi di dettagli insignificanti che devastano un matrimonio. La poesia intitolata “Apparecchiare la tavola” mi affascina per la metaforizzazione così acuta e ironicamente metafisica del coltello, della forchetta, del cucchiao (“un uovo assente”).
Questo poeta scrive con un grande respiro vitale. Ma questo poeta che cita Bonnefoy, Yeats, Machado, Li Po, Keats, Shelley, scrive perchè sa che tutta la grande poesia del mondo è sempre alle nostre spalle, e dovunque abitiamo, nelle pianure immense dela Canada, nelle strette coste del Mediterraneo, ci nutre di visioni e di sempre nuove domande.>>

Giuseppe Conte

<<What is so striking about the poetry of Don McKay is his double and vigorous vision. On the one and, he attends closely to the elements of the natural world, exploring the artist’s relations with them  in an attempt to entice a poem fron the wind, o to reveal gods in rocks, knowing that air, earth, water and fire are the fundamental building-blocks of the universe, just as they are of poetry.  On the metaphors from the most common objects, astonishing the reader, leading him to the threshold of silence and mystery.
I admire those poems of McKay in which he relies on his extensive ornithological knowledge or those devoted to the functions of a leaf that whispers and applauds the wind, catches the light and perishes with style. I paraise his poems that see angels as conflict between Achilles, already doomed to fall, and Hector, just fallen and dragged througt the dust.
Mckay infuses contemporary life to no less degree than he does myth with memorable and compelling comparison as when, for example, a flock of pigeons sabotages a jumbo jet’s engine just as a flock af empaty details devastates a marriage. The poem “Setting the table” is intriguinin its metaphorical power – so sharp and ironically metaphysical – evoked by a knife, fork and spoon (“an absent egg”).
Don Mckay writes with a remarkable breath of life. And as a poet who can cite Bonnefoy, Yeats, Machado, Li Po, Keats, Shelley, he knows that the great poetry of the world is always behind our backs wherever we are: whether in the immensity of the Canadian north or along the narrow coastlines of the Mediterranean, it always nurtures our vision, forever asking new questions.

Giuseppe Conte

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“Les Poètes de la Méditerranée”

Giovedì 3 marzo 2011, alle 21 le Centre culturel français de Milan presenta presso la palazzina liberty della Casa della Poesia di Milano (Largo Marinai d’Italia,1 ) l’antologia Les Poètes de la Méditerranée (I Poeti del Mediterraneo) pubblicata da Editions Poésie/Gallimard e Culturesfrance/Institut français.

Tavola rotonda con i poeti: Adonis (Siria/Libano), Milo De Angelis, (Italia), Serge Pey (Francia), Patrizia Valduga (Italia).
Introduce: Giancarlo Majorino.
Modera: Tomaso Kemeny .

L’antologia, prefata da Yves Bonnefoy, offre un panorama della poesia contemporanea di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Da una riva all’altra del Mediterraneo il lettore naviga alla scoperta di alcune delle voci della poesia di oggi, voci affermate, riconosciute, sagge, ribelli o sperimentali, risonanti o dissonanti, amichevoli o diffidenti. Sono le voci che giungono dalla Grecia, da Cipro, dalla Turchia, dalla Siria, dal Libano, da Israele, dalla Palestina, dall’Egitto, dalla Libia, dalla Tunisia, d’Algeria, dal Marocco, dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Francia, dall’Italia, da Malta, dalla Croazia, dalla Slovenia, dalla Bosnia, dalla Serbia, dal Montenegro, dall’Albania e dalla Macedonia.

Adonis, Serge Pey, Milo De Angelis e Patrizia Valduga, grandi figure della poesia contemporanea si confronteranno sulle loro esperienze, su questa loro appartenenza a terre e culture così diverse tra di loro ma tutte affacciate sul Mediterraneo, crogiolo di incontri, scambi e diffusione del pensiero.
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Les Poètes de la Méditerranée [2010] . Édition d’Eglal Errera, préface de Yves Bonnefoy. Édition plurilingue. Coédition Gallimard/Culturesfrance, 960 pages sous couv. ill., 108 x 178 mm. Collection Poésie/Gallimard – 12,00 €

Résumé
La Méditerranée considérée comme une chambre d’échos : 24 pays où s’écrivent et se parlent une quinzaine de langues. Cette anthologie ne se veut pas un palmarès, mais un parcours qui accueille les voix de toutes les rives, les voix vivantes qui entrent en résonance autant qu’en dissonance, en amitié autant qu’en opposition ou en défiance. Les poètes de Grèce, de Chypre, de Turquie, de Syrie, du Liban, d’Israël, de Palestine, d’Égypte, de Lybie, de Tunisie, d’Algérie, du Maroc, du Portugal, d’Espagne, de France, d’Italie, de Malte, de Croatie, de Slovénie, de Bosnie, de Serbie, du Monténégro, d’Albanie et de Macédoine ne cherchent pas d’accord factice autour d’une mer commune et sous un même ciel, ils disent un réel disparate, souvent déchiré, rarement réenchanté ; ils disent et leurs voix révèlent l’espace d’aujourd’hui dans le respect ou la dilapidation de tous les héritages.

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ADONIS nasce Ali Ahamd Said nel 1930 a Kassabeen, in Siria e adotta lo pseudonimo di Adonis all’età di diciassette anni. Poeta e critico letterario siriano-libanese di espressione araba e francese, è oggi considerato uno dei più grandi poeti arabi viventi. Autodidatta influente, adotta una visione originale della tradizione poetica araba, prescindendo dalle pressioni intellettuali, politiche e religiose. La sua opera riflette varie tematiche: ingiustizia, dittatura, guerra, povertà. Adonis trasforma la contemporaneità in mito, senza ergersi sul piedistallo del “poète engagé”.

SERGE PEY (1950) è uno scrittore e poeta francese. Nel 1975, ha creato la rivista Emeute, seguita da Tribu nel 1981. Professore universitario all’Université di Tolosa, Pey dirige un seminario di poetica di azione e un atelier di poesia. Vero e proprio attore, attua la sua poetica tramite performances. Oltre all’attività di poeta-esploratore dell’oralità, è un teorico e critico di spicco.

MILO DE ANGELIS (1951) è un poeta, scrittore e critico letterario italiano. Tra le voci più significative della poesia italiana contempo poranea, Milo De Angelis vive a Milano dove insegna in un carcere. La sua prima raccolta di poesie risale al 1976 (“Somiglianze”). Scrittore di racconti e saggi, è stato anche traduttore dal francese come Racine, Baudelaire, Drieu La Rochelle, e dal greco e dal latino di Eschilo, Virgilio, Lucrezio… Ha diretto la rivista di poesia “Niebo” e la collana omonima delle edizioni La Vita Felice, per la quale ha presentato altri poeti contemporanei. Con “Tema dell’addio” ha vinto il Premio Viareggio 2005.

PATRIZIA VALDUGA (Castelfranco,1953) ? una poetessa e traduttrice italiana. Nel 1988 ha fondato la rivista mensile Poesia che ha diretto per un anno. Dopo tre anni di studi alla facoltà di Medicina, si iscrive alla facoltà di Lettere a Venezia dove segue per quattro anni i corsi di Francesco Orlando (“incontro fondamentale nella mia vita”). E’ stata la compagna del poeta, traduttore e critico letterario Giovanni Raboni e a lui ha dedicato la postfazione dell’ultima raccolta del poeta scomparso, “Ultimi versi”, pubblicata da Garzanti nel 2006. Nel 2010 le è stato assegnato il Premio Caprienigma per la letteratura.

http://www.lacasadellapoesia.com/index.asp

La traduzione di poesia, Nicola D’Ugo

Inauguriamo una nuova sezione del blog Poesia“La traduzione di poesia”. 

Iniziamo con Nicola D’Ugo poeta, narratore, saggista, comparatista e traduttore.  Dottore di ricerca in Letterature di lingua inglese alla Sapienza. È stato fondatore e redattore del quadrimestrale di studi culturali Praz! (1993-1997) e redattore del mensile Notizie in… Controluce (1999-2001). Ha scritto numerosi saggi e curato monografie per libri e diverse testate giornalistiche ed accademiche. Ha tradotto per Arnoldo Mondadori Editore, Edizioni Empirìa e Semar Editore. È autore, con Alberto Mesina, dell’unica traduzione integrale del poema Altazor o il viaggio in paracadute di Vicente Huidobro, pubblicato da Semar.

Nicola D’Ugo ci propone due poesie «Il mio cuore» e «Come lei» , di Frank O’Hara e Anne Sexton.

<<Le poesie qui proposte, «Il mio cuore» e «Come lei»sono state scritte da due dei poeti che hanno esercitato una grande influenza sulla poesia americana, Frank O’Hara e Anne Sexton. Entrambi si caratterizzano per l’intimità cui invitano il lettore, e benché quest’approccio sia ritenuto tipico della poesia lirica, esso non lo è affatto. Nei brani che ho desiderato tradurre non è a tema l’universalità dell’uomo, né essi toccano questioni che cerchino di raffigurare l’uomo contemporaneo nella sua interezza. Se in essi ci si riflette, specchiandosi, ci si ritrova nei panni singolarissimi (e non per questo unici) degli autori che li hanno scritti. Un tale approccio lirico non ha neppure di mira farsi testimone di un’epoca, vissuta attraverso gli occhi del poeta. Nella loro diversità, O’Hara e Sexton si rivolgono al lettore parlando di se stessi, di ciò che sentono, nel minuto fugace e talvolta onnicomprensivo della loro carnalità esistenziale.

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