di Sacha Piersanti
Considerazioni a braccio sulla mutilazione della cultura italiana, o dell’arte del generalizzare.
“Se siete dei velleitari farete il libro giusto al momento sbagliato, se siete dei commercianti abili farete dei libri giusti al momento giusto, se siete degli scrittori farete dei libri sbagliati al momento giusto, se siete dei geni farete dei libri sbagliati in un momento qualsiasi.
Siate suicidali, il resto viene da sé.”
(Aldo Busi, “Sodomie in corpo” 11, 1988)
La certezza che il grande capolavoro, snobbato, eluso, misconosciuto: rimosso dalla sua contemporaneità verrà valorizzato, cioè semplicemente letto, in un futuro più o meno remoto, è ben poca cosa di fronte alla consapevolezza che sarebbe un’Italia diversa, questa, se l’opera di Aldo Busi, da quarant’anni su carta ma da quarantamila almeno nel DNA umano, fosse stata adeguatamente recepita. Sarebbe un’Italia diversa perché diversi sarebbero gli Italiani che la parlano, la lingua italiana – che cos’è, infatti, l’etica civile se non il riflesso politico dell’estetica del linguaggio? Continua a leggere